FALKLAND o Maluine (sp. Malvinas, A. T., 159)
Gruppo insulare dell'America Meridionale, che costituisce una Colonia della Corona britannica (superficie, 16.960 kmq.); è composto di due grandi e circa cento piccole isole, situate press'a poco tra 51° e 53° lat. S. e tra 57°,30′ e 61°,30′ long. O., a oriente dello Stretto di Magellano. Le isole maggiori, Falkland Occidentale (West Falkland) e Falkland Orientale (East Falkland), sono fra loro separate dal Falkland Sound. Il capoluogo, Port Stanley, in Falkland Orientale, dista circa 940 km. da Punta Arenas (Chile) e 1820 da Montevideo (Uruguay).
La prima notizia autentica sulle isole si ebbe dal navigatore inglese John Davis, che osservò il gruppo nel 1592. Venne dato loro il nome di Southern Islands, che si legge in alcune carte geografiche del sec. XVI. Riccardo Hawkins le visitò nel 1594, e le chiamò "Hawkin's Maiden Land" mentre il navigatore olandese Sebald de Weert propose di chiamarle Isole Sebaldine (1599). Quando esse furono visitate dal cap. John Strong (1690), lord Falkland era tesoriere della marina inglese, e fu suggerito che lo stretto venisse chiamato Falkland Sound; il nome si estese poi al gruppo. La storia della colonizzazione comincia nel 1764 con la spedizione organizzata da L.-A. Bougainville; i coloni viaggiavano su navi provenienti da Saint-Malo, e da ciò il nome di Isole Maluine. L'entrata del Berkeley Sound venne occupata e chiamata Port Louis; ma le proteste della Spagna indussero i Francesi a ritirarsi nel 1766. Essi furono compensati, e Port Louis fu ribattezzato in Puerto Soledad, mentre il gruppo intero ricevette il nome spagnolo di Malvinas. Nel 1764 gl'Inglesi si ricordarono di un rapporto fatto nel 1748, che metteva in luce l'opportunità di possedere un porto in quelle acque; fu quindi fondata nel 1766 la colonia di Port Egmont nella parte settentrionale di Falkland Occidentale. La Spagna si risentì per quanto era avvenuto e una flotta spagnola indusse i coloni inglesi a ritirarsi. Dopo brevi trattative, Port Egmont venne di nuovo occupato, per essere nuovamente abbandonato poco dopo (1774); gli Spagnoli rimasero a Puerto Soledad, ma anch'essi si ritirarono un poco alla volta, e nel 1810 nelle Falkland non vi erano più abitanti permanenti. Più tardi la storia delle isole è strettamente connessa alla caccia delle balene e delle foche. L'Inghilterra prese ufficialmente possesso delle Falkland nel 1832; l'anno seguente le isole furono visitate dal cap. Fitzroy, che comandava la Beagle sulla quale era imbarcato Charles Darwin. Esse furono governate dall'Ammiragliato finché divennero Colonia della Corona (1843). J.C. Ross e J.D. Hooker visitarono il gruppo a bordo dell'Erebus, e seguendo il consiglio di Hooker la capitale venne trasportata a Port Stanley (1844). Vennero accordate numerose concessioni per migliorare le condizioni della colonia; fino dal 1867 s'iniziarono grandi allevamenti di pecore, e la lana divenne il maggiore articolo di esportazione. L'amministrazione della colonia è nelle mani di un governatore; egli è assistito da due piccoli Consigli, uno esecutivo e l'altro legislativo.
Le isole hanno struttura analoga a quella della Patagonia e sono formate da piani ondulati interrotti da basse catene di montagne. Le cime più alte sono Mount Adam (695 m.) nella Falkland Occidentale e Mount Usbomme (685 m.) nella Falkland Orientale. Le catene montuose sono separate da lunghe vallate percorse da ruscelli oppure occupate da terreni paludosi. Le coste sono - meno che a O. - generalmente basse e molto frastagliate, con numerosi buoni porti. Il clima è salubre, fresco e uniforme; il luglio, con venti di nord-ovest, ha una temperatura media di 2°,7, mentre il febbraio, con venti di sud-ovest, ha una media di 10°. Il gelo è raro e le nevicate durano poco. Benché il cielo sia generalmente coperto le precipitazioni totali annue superano di rado i 500 mm. La popolazione (2325 ab. nel 1929, dei quali 950 nel capoluogo, Port Stanley) è quasi tutta di discendenza britannica, con prevalenza di antenati scozzesi. Lo sviluppo della caccia alla balena ha attirato nella colonia un piccolo numero di Norvegesi, di Chileni e di Argentini; dal 1914, peraltro, questa caccia venne abbandonata nelle acque delle Falkland e delle Orcadi Australi; è ancora attiva presso la Georgia Australe, le Shetland Australi e la Terra di Graham. Gli articoli di esportazione sono diretti per la maggior parte nell'America Meridionale e in Inghilterra; nel 1929 le esportazioni ebbero un valore di 5.433.579 sterline (di cui 4.363.092 sterline per prodotti della caccia alla balena e 236.992 per la lana); nello stesso anno furono importate merci (principalmente dall'Inghilterra: carbone, macchine, coloniali e tessuti) per un valore di 787.894 sterline. In questi dati è incluso il valore del commercio dei gruppi insulari dipendenti amministrativamente dalle Falkland (Georgia Australe, Orcadi Australi, Shetland Australi). I trasporti avvengono generalmente a dorso di cavallo, poiché non vi sono strade nella colonia, fuorché quelle di Port Stanley, che sono molto cattive. Nel 1929 il gruppo delle isole Falkland fu toccato da 246 navi per complessive 367.420 tonn. di stazza (di cui 175.583 date da navi britanniche). I servizî marittimi con il continente sono poco frequenti. Le isole hanno una rete telefonica. Una stazione radiotelegrafica funziona nella Georgia Australe.
Fauna. - La fauna delle Falkland è molto povera e presenta notevoli analogie con quella della Patagonia. Il solo quadrupede indigeno era il Canis antarticus, piccolo lupo ora estinto (fu veduto l'ultima volta nella Falkland Occidentale nel 1857). Nel 1764, dal navigatore francese Louis Antoine de Bougainville, furono introdotti nelle isole bovini, cavalli, maiali, capre e conigli, divenuti ben presto selvatici; i cavalli hanno degenerato e sono divenuti piccoli e deboli (il loro numero, come quello dei bovini, è molto diminuito e sono stati vantaggiosamente sostituiti con le pecore); i conigli, moltiplicatisi rapidamente, sono ora numerosissimi. La maggior parte degli uccelli, in assoluta prevalenza palmipedi, appartengono a specie che abitano pure la costa patagonica, e d'inverno emigrano. S'incontrano assai frequenti Anas brachyptera, Anas antartica e Anas magellanica (questa nidifica nelle isolette più esterne) e poi anche procellarie (tra le quali l'ossifraga, Macronectes gigantea) e pinguini (di cui si contano tre specie). Sono peculiari delle Falkland varie specie di Cnidarî e di Spugne; caratteristica è la penuria d'insetti.
Flora e vegetazione. - La flora di questo arcipelago è tanto simile e concorde con quella della costa sudamericana e dello stretto di Magellano, che non ci offre dati sufficienti per riconoscere in essa l'esistenza di un dominio autonomo di centri vegetali di formazione. Le specie endeiniche non presentano tipi caratteristici, ma dal punto di vista della sistematica si collegano intimamente con le forme della terraferma. Non sono stati trovati finora generi endemici e di 150 specie vascolari che costituiscono la flora, solo il 20% è endemico o almeno è rappresentato da specie che non sono state trovate sul continente. La mancanza assoluta di vegetazione arborescente, che distingue le isole Falkland dal dominio antartico della terraferma, è dovuta ai venti impetuosi che le spazzano violentemente.
Queste isole, ove attualmente la pastorizia è fiorente, sono rivestite da un fitto tappeto di graminacee che si sviluppa su potenti depositi di torba: fra queste dominano la Dactylis coespitosa insieme a Festuca e all'Arundo pilosa, che è anch'essa foraggera. Le Azorella (Ombrellifere) formano con le loro intrecciate ramificazioni dei fitti cuscinetti rigonfî e i cespugli depressi aderiscono fortemente al suolo. Questa vegetazione può così agevolmente resistere alla violenza dei venti e molte specie si difendono dall'eccesso di umidità del terreno con secrezioni resinose che rivestono la loro epidermide. Fra gli arbusti sono endemici Senecio Falklandicus e parecchie graminacee, per cui si potrebbe forse ammettere che non tutta la flora e la vegetazione dell'arcipelago provengano dalla terraferma, ma che sia esistito un centro di formazione autonoma. Nella Flora imtartica di J. D. Hooker delle 143 specie vascolari indicate per queste isole le 27 specie endemiche appartengono: 7 alle Composte, 3 alle Graminacee, 3 alle Ciperacee, 5 alle Ranunculacee, 1 alle Ombrellifere e le altre sono sparse in altre famiglie.
Bibl.: I. G. Andersson, The geology of the Falkland Islands, in Wiss. Ergeb. der Schwed. Südpolar Exp., 1901-1903, III, II, 1907; V. F. Boyson, The Falkland Islands, Oxford 1924 (con bibl.).
La Battaglia dlle falkland. - Presso le Falkland si combatté, l'8 dicembre 1914, una delle più importanti battaglie navali della guerra mondiale, tra Inglesi e Tedeschi. I primi disponevano di 2 incrociatori da battaglia, 3 incrociatori corazzati, 2 incrociatori leggeri e un piroscato armato; i Tedeschi di 2 incrociatori corazzati, 3 incrociatori leggieri e 3 navi ausiliarie; le flotte erano comandate rispettivamente dagli ammiragli Sturdee e von Spee. Avvistate due delle navi tedesche in ricognizione, gli Inglesi mossero da Port William alle 10,15, e iniziarono l'inseguimento. I due incrociatori da battaglia Invincible e Inflexible raggiunsero il nemico, e, valendosi anche della maggior potenza delle loro artiglierie, regolarono il combattimento alla distanza; l'incrociatore corazzato tedesco Scharnhorst, su cui si trovava ll von Spee, affondò (ore 16,17′); il fuoco degl'Inglesi, cui si era aggiunto l'incrociatore corazzato Carnarvon, ebbe presto ragione dell'altro incrociatore corazzato tedesco Gneisenau che colò a picco (ore 18). Gl'incrociatori leggieri tedeschi, allontanatisi appena si era iniziato il combattimento, furono inseguiti e ragiunti: il Leipzig fu affondato alle ore 21,23′ e il Nürnberg alle 19,30′. Anche due delle navi ausiliarie germaniche vennero colate a picco; delle unità combattenti tedesche si salvò soltanto il Dresden. Gl'Inglesi ebbero danni lievi, 6 morti e 19 feriti. Degli equipaggi tedeschi si salvarono, complessivamente, solo 212 uomini. Questa clamorosa vittoria diede nuovamente all'Inghilterra il dominio incontrastato dei mari; che durò sino all'inizio, da parte germanica, della guerra sottomarina.