FALERONE
. Paese delle Marche, in provincia di Ascoli Piceno. Trae origine e nome dall'antico Falerio, distrutto non si sa bene quando, forse nel sec. X, e abbandonato dagli abitanti che ripararono sul vicino poggio (m. 432 s. m.). Secondo il censimento del 1936 il comune ha un'area di kmq. 24,48 e 4387 abitanti.
La città romana sorgeva in pianura (piane di Tenna o di Falerone) sulla sponda sinistra del Tenna e sulla via che da Urbs Salvia conduceva ad Asculum. Compresa nella regione V, divenne colonia, forse sotto Augusto, e come tale fu ascritta alla tribù Velina. Secondo ci appare dalle numerose iscrizioni, la sua costituzione di colonia fu quella comune a tutte le colonie Augustee. Alle testimonianze scritte si aggiungono i monumenti, di cui restano importanti vestigia: tra essi il più notevole è il teatro, rimesso in luce nel 1837, che bene si conserva nelle parti essenziali: dalle epigrafi sappiamo che fu restaurato sotto Claudio e ornato di statue sotto gli Antonini. Avanzi cospicui restano pure dell'anfiteatro e delle terme. Abbondante è il materiale archeologico: sculture, musaici, monete, ecc., restituito dal territorio di Falerio Picenus, ora per lo più nel Museo civico, e in quelli di Ancona, Fermo e Ascoli.
Bibl.: G. Colucci, in Antichità Picene, III, Fermo 1788; G. De Minicis, in Ann. Inst., 1839, pp. 5-61; id., in Mon. Inst., 1839, tavv. I, II; F. Raffaelli, in Notizie degli scavi, 1891, p. 197; E. Brizio, ibid., 1903, pp. 106-16; G. Moretti, ibid., 1921, pp. 179-96; 1922, pp. 59-76; 1925, pp. 127-32.