FALERA (in lat. solo al plurale, phalĕrae)
Dischi di metallo o d'altra materia, spesso artisticamente lavorati, largamente usati presso gli antichi per assicurare e ornare le bardature dei cavalli. Le falere erano spesso donate ad amici e a guerrieri valorosi; e in Roma divennero presto decorazioni, che si concedevano al tempo di Polibio al cavaliere che avesse riportato le spoglie d'un nemico ucciso. La fiala (ϕιάλη), piccolo scudo che si donava al fante valoroso, finì per confondersi con le falere, dalle quali si distingueva per essere liscia con un piccolo umbone nel centro. Nell'età imperiale le falere erano concesse ai soldati e ai graduati di truppa e anche ad ali e coorti decorate collettivamente, e le vediamo spesso sui monumenti romani portate di solito in numero di 9, su tre linee, assicurate a un sistema di corregge incrociate sopra la corazza, o sulle insegne di reparti decorati.
Se ne hanno in bronzo, con minute decorazioni graffite o traforate, in strati preromani specialmente dell'Abruzzo. Molte falere romane sono conosciute in esemplari al vero, oltre che in riproduzioni a rilievo su monumenti sepolcrali. Sono celebri le falere argentee di Lauernsforta, in Renania, conservate nell'Antiquarium di Berlino. Sono nove placche, con motivi figurati, sbalzati a forte rilievo: di esse una è semilunata, tutte le altre discoidali. La prima si adorna di un duplice corpo di sfinge alata, con unica testa; delle altre una ha una maschera di Medusa, un'altra una leonina. Sul rovescio del medaglione con busto di Satirello si legge inciso il nome dell'ufficiale cui quelle decorazioni appartenevano: M. FLAVI FESTI. Sul rovescio, poi, di ciascun medaglione è la parola MEDAMI, che viene interpretata come il nome dell'orafo. Sopra la nota stele sepolcrale del centurione M. Celio, (v. fig. s. v. centurione) caduto nella campagna di Varo, nel 9 d. C. (Museo di Bonn), si vede il petto del centurione fregiato di cinque falere, di cui la centrale in alto a maschera di Medusa, le due ai lati con maschere dionisiache. Altre due falere, a maschera leonina, appaiono dietro le spalle del centurione. Su numerosi altri monumenti sepolcrali romani, rinvenuti in Germania, sono rappresentati motivi consimili. Falere più semplici, a cerchi concentrici, si osservano per ornamento di cavalli (v. fig. s. v. Bardatura). In qualche più modesto monumento sepolcrale si veggono rappresentate schematicamente le sole falere senza la figura del personaggio onorato.
Bibl.: E. Saglio, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, grecques et rom., IV, pag. 625; P. Steiner, Die dona militaria, in Bonner Jahrbücher, CXIV-CXV (1906), p. 11 segg.; S. Reinach, Repertoire des Reliefs, I, Parigi 1909, p. 176 segg.; Germania Romana, Bamberga 1924-30, fasc. 3 e 5.