FAGO
Famiglia di compositori attivi a Napoli nel secolo XVIII. Il capostipite della famiglia, Nicola (Francesco Nicola), detto il Tarantino, nato a Taranto il 19 genn. 1676 da Giuseppe e Caterina De Mastronuzzo (cfr. atto battesimale edito da Faustini Fusini, 1925), iniziò gli studi musicali nella città natale, quindi fu inviato a Napoli ove, dal luglio 1693 all'agosto 1695, fu allievo di F. Provenzale e G. Ursino al conservatorio della Pietà dei Turchini. I progressi raggiunti in questi anni di permanenza nel conservatorio napoletano indussero il Provenzale a sceglierlo come insegnante degli alunni più giovani; nel 1704 fu poi nominato primo maestro di contrappunto, e composizione nel conservatorio di S. Onofrio. Frattanto, il 27 nov. 1701, aveva sposato Caterina Speranza Grimaldi, sorella minore del celebre sopranista Nicola Grimaldi, detto Nicoli, da cui ebbe numerosi figli tra cui Lorenzo, anch'egli musicista. Nel maggio 1705 successe al Provenzale come primo maestro nel conservatorio della Pietà dei Turchini. Tale incarico mantenne sino all'ottobre 1708, allorché venne chiamato a ricoprire il medesimo ruolo dalla deputazione del Tesoro di S. Gennaro nella cattedrale di Napoli. Nominato maestro di cappella nel 1709 quale successore di Cristoforo Caresana, detto il Veneziano, conservò questo posto sino al 1731, quando gli successe il figlio Lorenzo.
Tuttavia non rinunciò all'attività musicale e didattica e nel 1736 accettò l'incarico di maestro di cappella a S. Giacomo degli Spagnoli ove rimase probabilmente sino alla morte avvenuta a Napoli il 18 febbr. 1745. Fu sepolto nella chiesa di S. Carlo.
Della sua attività di compositore, iniziata nel 1707, si ricordano le opere (tutte rappresentate a Napoli, salvo diversa indicazione): Radamisto, dramma in tre atti, libretto di N. Giuvo, teatro di Piedimonte Matese (od. prov. Caserta), autunno 1707, per le nozze di Antonio di Sangro, principe di San Severo con Cecilia Gaetani d'Aragona; la musica è perduta, il libretto è conservato a Bologna, Biblioteca del conservatorio, e a Washington, Library of Congress; Astarto, dramma in tre atti, libretto di A. Zeno e P. Pariati, teatro S. Bartolomeo, 14 dic. 1709; la musica è perduta, il libretto si trova a Bruxelles, Conservatoire royale de musique, 1934, e a Napoli, Bibl. del conservatorio di S. Pietro a Maiella; La Cassandra indovina, dramma in tre atti, libretto di N. Giuvo, teatro di Piedimonte Matese, 1711, poi teatro dei Fiorentini, 22 genn. 1713, partitura e libretto, Londra, British Library (Add. Mss. 14239), Dresda, Sächsische Landesbibliothek, Bologna, Bibl. universitaria; Le fenzejune abbendurate, commedia per musica in tre atti, libr. di F. A. Tullio, teatro di Piedimonte, 26 ott. 1711; Lo Masiello, commedia in tre atti, 1712 (secondo atto di M. Falco), libretto di N. Orilia, Casa del Mattia di Franco, 1712; gli viene inoltre attribuita la commedia per musica La Cianna, libretto di F. A. Tullio, 1711; compose infine la favola pastorale, La Dafne, 174. Oratori: Il monte fiorito, Napoli 1707, la musica è perduta; Ilfaraone sommerso per 4 voci, con violini e violette e basso continuo, s.a.; Ilsogno avventurato ovvero Il trionfo della provvidenza, ibid. 1711, la musica è perduta; Siren sagata et togata, certamen musicum, carmi latini adattati ad arie, recitativi e cori, ibid. 1715. Compose i cori a una voce e basso continuo per la "tragedia cristiana" Eustachio di Annibale Marchese, prescelto con altri celebri compositori tra cui L. Leo, L. Vinci, N. Porpora, F. Durante, J.A. Hasse ai quali fu affidato l'incarico di musicare le altre nove tragedie. Compose inoltre la serenata a 3 voci, Le quattro monarchie, in onore di Luigi XIV e del duca d'Angiò assunto al trono di Spagna col nome di Filippo V (Napoli 1702) e fu autore di numerose cantate e arie a una voce e basso continuo, tra cui si ricordano (conservate presso la Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli, salvo diversa indicazione): Amante con poca sorte (34.4.6), Amor che in dolce oblio, Che vuoi mio cor, Come viver poss'io, È ben chiara ragione, Non credo che vi sia pena maggior (Tormento), Qualor non veggio, quanto invidio (22.1.4); Destai omai dal sonno, Lagrime di cordoglio, Questo povero mio cor, Tormentata, piagata, Miserabil scempio (34.4.14); Se gelosia crudele (60.2.49) e Londra, British Library (Add. Mss. 14211); Quanto invidio la tua sorte (34.5.9); nella Bibl. nationale di Parigi: Agitata navicella, Clori vaga e vezzosa, Dalle cimmerie grotte, D'Aretusa in sul lito e Londra, British Library (Add. Mss. 14211), Ilcor che vive oppresso, Quel ruscello, Questo povero mio cor; nella British Library di Londra: No ch'al mio core, Più fedele e meno bella, Tra cento belle (ibid.); Se le lagrime volete (Sopra del bel Sebeto) (ibid. 14212); Tormento (ibid. 14239); inoltre Non ha il bambino arciero (Milano, Bibl. del conservatorio "G. Verdi"); Oh quanto omai diverso provo (Berlino, Deutsche Staatsbibliothek e Dresda, Sächsische Landesbibliothek); Perché armarmi (Bruxelles, Conservatoire royale de musique); Sapesse il cor e Se d'una stella sola (Berlino, Deutsche Staatsbibliothek); Sopra carro di rosa (Liegi, Conservatoire royale de musique). Assai copiosa è la sua produzione di genere sacro, conservata in archivi italiani e stranieri; nella Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli sono conservate in manoscritto per lo più autografo le seguenti composizioni: Beatus vir a 2 voci; Beatus vir a 3 voci con basso continuo; Benedictus Dominus a 2 cori di 4 e 5 voci con violini, corni, oboi e basso all'organo; Confitebor a 2 cori con basso continuo per l'organo, 1723; Confitebor tibi Domine a 3 voci con violini e basso continuo e a 5 voci con violini e basso continuo, 1734; Credo a 5 voci con violini e basso per l'organo; Credo, Sanctus e Benedictus a 5 voci con violini e basso continuo; Dixit a 4 e 5 voci; 3 Kyrie e Gloria a 4 e a 5 voci con violini e basso continuo; Laudate pueri a 5 voci con violini, violette e basso per l'organo; Magnificat a 5 voci con violini, trombe, oboi e basso all'organo; Nisi Dominus a 2 canti; Nisi Dominus a 4 voci con violini e senza; Sicut erat a 10 voci (15.7.21); Inno a s. Michele Arcangelo a 2 voci (X.2163); Magnificat a più voci con stromenti (6.2A7); Magnificat in Fa a 10 voci in 2 cori con strumenti e basso per l'organo (22414), 3 Litanie e Te Deum a più voci e strumenti (X.2157 e 2160); Responsori per la Settimana Santa a 4 voci con l'accompagnamento del basso continuo (22.2.22); salmo Credidi a 9 con due violini e viola (1.4.2); salmo Laetatus sum, 1705 (22-4.2); Sicut erat a 10 voci (15-7.21); Stabat Mater a 4 Voci (22-3.7); Te Deum laudamus per 10 voci a 2 cori con strumenti (22.6.8). Nell'Archivio dell'oratorio dei Filippini di Napoli si conservano: Messa a 10 con strumenti e Et egressus est; nell'Archivio del conservatorio di S. Pietro a Maiella una Toccata per cembalo (30. 1.4).
Nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino (cit. da Eitner): Requiem a 5 voci con 2 violini, 2 clarini, 2 corni, viola e basso continuo (L299); Tantum Ergo per contralto e violini e basso continuo, 1736 (5760); Credo (W 75); Missa io vocibus con istromenti (4078); Se d'una stella sola, cantata a contralto solo e organo; nella British Library di Londra: 2 antifone (ms 326); Stabat Mater a 4 voci (ms. 390); 5 cantate (ms. 349); cantate spirituali e altri pezzi sacri (ms. 299); nel Royal College of music di Londra: Festum diem triumphalen 5 voc. con instromenti (ms. 1702); Dixit Dominus e Magnificat (ms 1741) oltre a varie composizioni di genere sacro conservate nella Biblioteca dei conservatorio "G. Verdi" di Milano e nell'Archivio dei Turchini di Napoli.
Compositore di non pochi meriti, ma oggi del tutto dimenticato, Francesco Nicola fu tipico esponente della gloriosa scuola napoletana; condiscepolo di Francesco Mancini e Domenico Sarri, dai quali si distingue per aver contribuito solo occasionalmente alla composizione di opere teatrali, fu molto apprezzato come insegnante, maestro di cappella e compositore di musica di genere sacro. Formò una valorosissima schiera di allievi che si giovarono della sua grande dottrina contrappuntistica e contribuirono ad illustrare la fama della tradizione musicale napoletana; tra loro si ricordano in particolare Leonardo Leo, Michele Falco, Francesco Feo, Francesco de Majo, Niccolò Jonimelli, Pasquale Cafaro, Nicola Sala e Angelo Corbisiero.
Nella produzione religiosa Nicola si rivelò fedele alla grande tradizione polifonica napoletana, che adattò alle esigenze dello stile settecentesco: la sua produzione è caratterizzata da una completa padronanza della tecnica contrappuntistica, che si manifestò anche in composizioni di carattere profano ove si riflette l'influsso di Alessandro Scarlatti, soprattutto nella copiosa produzione di cantate a voce sola e basso continuo. Le sue composizioni, anche se non sempre originali, sono stilisticamente eleganti e ineccepibili sul piano formale.
Organista e compositore fu pure il figlio Lorenzo, nato a Napoli il 13 ag. 1704, detto anch'egli il Tarantino. Allievo del padre, fu dapprima organista del primo coro, poi, dal 26 giugno 1731, gli successe quale maestro di cappella del Tesoro di S. Gennaro. Tale incarico conservò fino al 1766, quando lo lasciò in favore del figlio Pasquale, riprendendolo poi dal 1771 al 1781. Come il padre si dedicò all'insegnamento e dal 1737 al 1793 fu docente di composizione nel conservatorio della Pietà dei Turchini, ove sin dal 1744, succedendo a L. Leo, era stato nominato primo maestro; durante la sua permanenza in questa istituzione ebbe quali secondi maestri G. Brunetti (1745-54), G. Abos (1754-59) e P. Cafaro (1759-93). Assai apprezzato come insegnante, fu maestro tra gli altri di A. Bacchini e M. Rutini. Nel 1773, insieme con N. Piccinni e N. Sabatini, fece parte della commissione incaricata di riordinare l'orchestra del S. Carlo. Morì a Napoli il 30 apr. 1793.
L'intensa attività didattica gli fece trascurare la composizione; si conservano soltanto alcuni lavori di genere sacro, tra cui ricordiamo: Credo a 4 voci e strumenti (Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella; X.2161); Confitebor a 1 voce e strumenti, Dixit Dominus a 5 voci e strumenti; una Messa a 10 voci; Requiem a 10 voci e strumenti (Münster, Bischofl. Bibliothek); Lectio prima del Venerdì Santo (part. autogr., Napoli, oratorio dei filippini); inoltre le cantate a una voce, violino e basso continuo Al fin ti partisti ingrato Tirsi e Clori tu ben sai (Londra, Royal College of music). Si dedicò tra l'altro alla revisione delle composizioni del padre di cui curò in particolare la parte strumentale e che fece eseguire a Napoli in varie occasioni.
Musicista fu anche il figlio di Lorenzo Pasquale, detto il Tarantino o Tarantini. Nato a Napoli intorno al 1740, fu allievo del padre, cui successe, quale maestro dì cappella del Tesoro di S. Gennaro nel 1766, incarico che mantenne sino al 1771 allorché abbandonò la carriera musicale per dedicarsi a quella amministrativa; fu infatti governatore di Terra di Lavoro sin dal 1764, quindi nel 1780 di Montecorvino e nel 1782 di Sarno. Si ignorano le ragioni che lo portarono ad abbandonare l'attività musicale in cui, peraltro, aveva dato buone prove, soprattutto in campo teatrale.
Tra le opere teatrali si ricordano: Il sogno di Lermano Cinosurio pastore, componimento drammatico, libretto di G. Baldanza, Galleria del palazzo reale, 1769, la musica è perduta; La caffettiera di garbo, commedia, libretto di P. Mililotti, Napoli, teatro Nuovo sopra Toledo, carnevale 1770, la musica è perduta; la cantata a tre voci con strumenti Sorgi figlia di Eumelo per il giorno natalizio di Ferdinando IV, Napoli, teatro S. Carlo, 12 genn. 1766 (part. autogr. Napoli, Biblioteca del conservatorio di S. Pietro a Maiella, 21.3.10).
Morì a Napoli prima del 10 nov. 1794.
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