FONTANA, Fabrizio
Nato a Torino nel 1620 circa, si trasferì a Roma nel 1650, anno in cui risulta iscritto tra i soci della Congregazione di S. Cecilia. Intraprese la carriera di organista nella chiesa di S. Maria in Vallicella, presso i padri dell'oratorio, dove prestò servizio fino al 24 sett. 1657. In questo periodo è documentata la sua presenza nel consiglio direttivo della Congregazione di S. Cecilia.
Dal 1652 assunse la carica di "guardiano" della sezione degli organisti, come risulta dalla seduta del 16 gennaio di quello stesso anno. Impegnato di persona in opere di beneficenza, sovvenzionò il cantante T. Felicelli fino all'anno 1691. Virtuoso della spinetta in casa Colonna, nel settembre 1657 ebbe l'incarico non retribuito di supplire Alessandro Costantini all'organo di S. Pietro.
Il servizio presso la basilica romana si trasformò in carica effettiva il mese successivo, ad un giorno di distanza dalla morte del suo predecessore, avvenuta il 20 ott. 1657. Contemporaneamente, nel 1664, il F. appare come organista del secondo coro presso l'oratorio del Ss. Crocifisso in S. Marcello, dove, il 7 marzo dello stesso anno, figura tra i musicisti che avevano eseguito il primo oratorio. Tale attività perdurò fino al 1682, come si desume dall'elenco degli strumentisti ivi operanti. Nonostante il continuo impegno all'organo di S. Pietro, prese parte, sempre in S. Marcello, al secondo e terzo oratorio nella primavera del 1674, presenti i maestri di cappella A. Masini e A. Bernabei. L'anno seguente, il 15 marzo, nel periodo del giubileo, figura ancora come organista del secondo coro mentre al primo è impegnato B. Pasquini.
Durante questi anni è da supporre un contributo alla produzione di musica ecclesiastica, come dimostra l'incarico ricevuto di comporre la messa per le quarantore in occasione della festa di Maria Maddalena; tale compito gli venne affidato, nel 1674, dal maestro di cappella A. Melani (Giazotto, p. 256), sotto la cui direzione, il 27 marzo 1676, prese parte, nel consueto ruolo di organista, il quinto oratorio in S. Marcello. Nel 1677 il F. accrebbe la propria notorietà con la pubblicazione a Roma di una raccolta di Ricercari per organo.
Durante questi anni il servizio presso la basilica di S. Pietro perdurò ininterrotto, sotto la direzione dei maestri di cappella O. Benevoli, E. Bernabei, A. Masini e F. Berretta. Il F. esercitò tale attività fino al 1691, anno in cui fu costretto a dimettersi per le precarie condizioni di salute. Gli successe il 1° ottobre dello stesso anno l'organista G. Spoglia, sostituito, a due mesi di distanza, da G.F. Garbi con lo stipendio di tre scudi mensili. Il 13ag. 1691 il F. ottenne la pensione con l'intera paga e, a meno di un anno di distanza (il 15 marzo 1692), pur avendo gravi problemi fisici dovuti all'indebolimento della vista, decise di accettare la carica di organista presso S. Maria dell'Anima.
Svolse tale incarico fino alla morte, la cui data è documentata nel Libro maestro C della Cappella Giulia, dove al f. 61 si legge: "1696 - a di 18 febbraio scudi 17.60 pagati all'eredi del sig. Fabricio Fontana già organista p. resto del suo salario a tutti il 28 dicembre 1695., che morì" (Cametti).
Della produzione del F. è nota una sola edizione, quella dei Ricercari per organo (Roma, G.M. Mutii, 1677), riedita recentemente (Milano 1975) a cura di G. Doderer. Le dodici composizioni ivi contenute sono deliberatamente scritte in uno "stile antico e grave", rivelando un profondo interesse per i problemi del contrappunto: l'autore stesso dichiara di aver impiegato "ogni attenzione nella loro tessitura" (p. 2, n.n. della stampa). Insieme con i Ricercari di L. Battiferri, quelli del F. possono essere considerati gli ultimi pezzi da tastiera italiani composti secondo la rigorosa tecnica dell'antica polifonia classica. Al tema principale si associano generalmente controtemi: in alcune definizioni della tavola, presente nella stampa, il ricercare n. 11 viene presentato "con due soggetti rivoltati", mentre il n. 12 reca il titolo "L'istesso soggetto con tre altri e tutti quattro rivoltati". La forma delle composizioni deriva da quella delle Fantasie del 1608 e dei Ricercari et canzoni franzese del 1615 di G. Frescobaldi, al quale il F. si collega inoltre "par la largeur et la sérénité des thèmes" (Larousse de la musique). Tuttavia, nel confronto col modello, si denota una certa autonomia compositiva se, come evidenzia G. Frotscher, solo nel ricercare ottavo viene impiegato il tipico principio frescobaldiano della variazione tematica.
Della rimanente produzione sono giunti fino a noi, ancora inediti, alcuni manoscritti, comprendenti opere di vario genere. Nella raccolta D'autori romani musica volgare, III (Bibl. del Civico museo bibliografico musicale di Bologna), il F. figura col brano Tante preghiere e tante per voce di soprano col basso continuo. Tre preludi sono conservati in un manoscritto di Amburgo (Staats-und Universitátsbibliothek, N.D.VI n. 3270), mentre a Washington (library of Congress M./21 M. 185) è conservata una Toccata; secondo W. Apel (1989, p. 1009) quest'ultima composizione rivela la limitata capacità creativa dell'autore, in quanto "dopo tre accordi introduttivi prosegue con figurazioni piatte e convenzionali". Gli viene riconosciuto comunque il merito di aver evitato gli eccessivi artifizi dell'epoca, anche se non riuscì a infondere nella chiara e sapiente scrittura contrappuntistica le esigenze espressive della nascente sensibilità monodica.
Fonti e Bibl.: G. Gaspari, Catal. della Bibl, del liceo musicale di Bologna, III, Bologna 1893, pp. 196, 230; A. Cametti, G. Frescobaldi in Roma, in Rivista musicale italiana, XV (1908), pp. 749 ss.; A. Lavignac, Histoire de la musique, Paris 1914, p. 797; G. Frotscher, Geschichte des Orgel-Spiels und der Orgel-Komposition, Berlin 1936, pp. 761 ss.; C. Sartori, Bibl. della musica strumentale stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, pp. 483 s.; A. Liess, Materialen zur römischen Musikgesch. des Seicento. Musikerlisten des Oratorio S. Marcello 1664-1725, in Acta musicologica, XXIX (1957), pp. 142, 148, 151, 154, 156 s., 160; F. Abbiati, Storia della musica, II, Milano 1967, p. 194; W. Apel, Geschichte der Orgel und Alavier-Musik bis 1700, Kassel 1967, pp. 49 s.; L. Torchi, La musica istrumentale in Italia nei secoli XVI, XVII e XVIII, Bologna 1969, pp. 230 ss.; R. Giazotto, Quattro secoli di storia dell'Accad. nazionale di S. Cecilia, II, Milano 1970, pp. 135 s.; F. Testi, La musica ital. nel '600, Milano 1972, p. 358; W. Apel, Storia della musica per organo e altri strumenti da tasto fino al 1700, III, Firenze 1989, pp. 1007 ss.; F.J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 289; New Grove Dict. of music and musicians, VI, p. 697; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 495 s.; Larousse de la musique, I, p. 531; R. Eimer, Quellen-Lexikon der Musiker, IV, p. 23; Encicl. della musica Ricordi, III, p. 11; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 796; M. Honneger, Dict. de la musique, Paris 1986, p. 408.