Capitano di ventura (n. 1455 circa - m. Aversa 1520); prima al servizio di Carlo VIII, cui facilitò l'invasione del Napoletano, passò poi agli Aragonesi di Napoli (che gli concessero in feudo Tagliacozzo), insieme col cugino Prospero: e con questo scelse i tredici campioni italiani per la disfida di Barletta (1503). Combatté con bravura a Cerignola e al Garigliano (1503), e vinse i Francesi a Pontecorvo (1504); nella guerra della Lega di Cambrai tolse ai Veneziani le città sul litorale adriatico del regno, da essi occupate durante la discesa di Carlo VIII. Poi, largamente beneficato dai sovrani aragonesi (Ferdinando II il Cattolico lo confermò nei feudi d'Abruzzo e altri gliene diede), continuò al servizio di Giulio II la lotta contro i Francesi, e dopo aver sottoscritto (1511), per la mediazione del papa, la "pace romana" con gli Orsini, allo scoppio della guerra della Lega santa fu nominato governatore e luogotenente generale delle forze spagnole in Italia. Nel 1515 Ferdinando II conferì al C. e ai successori il titolo di gran connestabile del regno di Napoli. La sua fama militare indusse Machiavelli a farne uno degli interlocutori nei suoi dialoghi sull'arte della guerra.