BURLAMACCHI, Fabrizio
Nacque a Lucca nel febbraio 1553 da Vincenzo di Gherardo e da Maddalena di Filippo Calandrini.
Rimasto orfano a sette anni e avviato alla mercatura, si trasferì a Parigi nel 1570 presso il concittadino Gaspare di Poggio; qui rimase per nove anni e fra l'altro, nella notte di S. Bartolomeo, ebbe occasione di fornire aiuto ai figli del cugino Michele Burlamacchi, esule in Francia per motivi religiosi. Da Parigi il B. passò poi a Lione, dove già operavano suo fratello Arrigo e un altro Burlamacchi, suo lontano parente, Tommaso. Nel 1583 si aprì a Lione la compagnia "Tommaso, Fabrizio Burlamacchi e C." che durò fino al 1586; il B. vi partecipò con una "missa" di 1.500 scudi. Al rinnovo della compagnia, che si chiuse nel 1591, il capitale del B. salì a 2.400 scudi.
Secondo quanto si legge nelle brevi note biografiche che su di lui stese il figlio Vincenzo (Libro de' degnissimi ricordi, c.59) "sendo lui in Lione' vi erano diversi suoi parenti, conoscenti et amici quali facevano aperta professione della religione riformata della quale lui a poco a poco prese conoscenza tale che havendo riconosciuto li abusi del Papato fece anche lui manifesta professione del Evangelio di Christo. Il che fu di molto cordoglio alli suoi di Lucca... ma lui fortificandosi di più in più nella conoscenza ferma della verità, prese risoluttione di ritirarsi a Geneva, lassando nelli negotii di Lione suo fratello Arrigo". Così, oltre venticinque anni dopo Michele, un secondo Burlamacchi (che, come si rileva anche dai testamenti di sua madre del 1583 e del 1589, aveva a Lucca ben tre sorelle in convento) abbandonava il cattolicesimo trovando naturale rifugio a Ginevra, dove giunse il 17 ag. 1591 ospite di Arrigo Balbani. Già "alli 25 ottobre 1591 comparve in Chiesa per essere esaminato intorno alla sua fede et trovato informato fu ricevuto et ammesso alla Santa Cena" (ibid.).Nel successivo dicembre si fidanzò con Giuditta, figlia di Pompeo Diodati e di Laura Calandrini, che sposò poi nel gennaio 1592 ricevendo una dote di 3.000 scudi di tre libbre toenesi.
Il primo marzo 1592 il B. si mise in viaggio per Tours e per altre località della Francia, "per riscotere molte partite che erano dovute alli... negotii di Lione" (c. 59v), e non rientrò a Ginevra che nel marzo di due anni dopo. Nel frattempo, se pure assente dalla sede sociale, era stato ammesso nella compagnia aperta da Francesco Turrettini il 1º luglio 1593 per cinque anni; la sua "missa" fu di 3.000 scudi e per l'attività al servizio della ditta il B. avrebbe avuto un salario di 50 scudi l'anno e una provvigione dell'1,25% sui profitti della compagnia. Oltre al compito di tenere i libri e le scritture fu particolarmente incaricato di frequentare le fiere di Francoforte. Alla fine di settembre del 1594 il B. era a Neuchâtel dove, per incarico delle leghe svizzere, concedeva al Sillery, inviato del re di Francia Enrico IV, un prestito di 3.000 scudi.
Nell'apr. 1595 nacque al B. la primogenita Maddalena, che sarebbe poi andata sposa nel 1614 a Marco Micheli. Nell'agosto 1598 nacque il secondo figlio, Vincenzo; ma nell'autunno dello stesso anno il B. fu colpito dalla peste e venne a morte il 14 ottobre.
Sua moglie Giuditta tornò ad abitare con il padre Pompeo Diodati, che si assunse la tutela dei due figli, ma quattro anni dopo, il 2 ott. 1602, anch'ella venne a morte. Secondo i suoi desideri, gli orfani vennero affidati a Cesare Balbani e a Renea Burlamacchi, che li allevarono come figli.
Fonti e Bibl.: Ginevra, Bibl. publique et universitaire, ms. Suppl. 428: Libro de' degnissimi ricordi delle nostre famiglie (sec. XVII), cc. 47v (Vita,mariaggi et figliuoli del signor Pompeo Diodati), 57, 59 s., 78v (Memorie di Vincenzo Burlamacchi);Lucca, Bibl. gov., ms. 1108: G. V.Baroni, Notizie geneal. delle famiglie lucchesi (sec. XVIII), pp. 230 s., 240 s., 273, 364, 462; J. A. Galiffe, Notices généal. des familles genevoises depuis les premiers temps jusqu'à nos jours, III, Genève 1836, p. 95; J. B. G. Galiffe, Le refuge italien de Genève aux XVIe et XVIIe siècles, Genève 1881, p. 152; G. Sforza, La patria,la famiglia e la giovinezza di Niccolò V, in Atti della R. Accad. lucch. di sc., lett. e arti, XXIII (1884), p. 314; A.Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sulla emigrazione religiosa lucchese a Ginevra nel sec. XVI, Pinerolo 1935, passim.