RIVALTA, Fabio
RIVALTA, Fabio. – Nacque a Faenza l’11 settembre 1863 da Francesco e da Virginia Tramonti, primo di quattro fratelli. Dopo i primi studi a Faenza, si trasferì a Bologna dove frequentò il liceo classico.
Nel 1880 andò a Torino per frequentare i primi quattro anni della facoltà di medicina e chirurgia e il laboratorio anatomo-patologico del manicomio cittadino. Nel 1884 si trasferì all’Università di Bologna e l’anno successivo in quella di Firenze, dove ottenne la laurea in medicina e chirurgia il 1° luglio 1886 con la tesi Su di una forma speciale di pleurite essudativa bilaterale e peripleurite con mediastino-pericardite fibrosa. A Firenze frequentò con assiduità le lezioni dei dermatologi Augusto Michelacci e Pietro Pelizzari, dello psichiatra Pietro Grilli e di Cesare Federici, direttore della clinica medica generale.
Nell’agosto del 1886, durante l’epidemia di colera, prestò servizio a Russi in qualità di medico straordinario. Nel 1887 ottenne dal comune di Faenza un sussidio triennale per perfezionarsi nello studio della medicina presso università francesi o tedesche. In quell’anno si trasferì a Strasburgo, allora in Germania, dove si iscrisse all’Università e vi rimase fino al 1888, per ottenere il perfezionamento in medicina interna. Frequentò anche l’istituto di anatomia patologica, diretto da Friedrich von Recklinghausen, dedicandosi agli esercizi pratici di microscopia patologica, e l’istituto di clinica medica, sotto la guida del direttore, Bernhard Naunyn, e di Adolph Kussmaul. Seguì le lezioni di neuropatologia e di elettroterapia, tenute nella clinica psichiatrica da Friedrich Jolly.
Dal marzo all’aprile del 1888 si trasferì a Francoforte sul Meno, presso l’istituto di anatomia patologica Senckenberg, lavorando sotto la guida di Carl Weigert. Nell’inverno del 1888 si iscrisse all’Università di Berlino proseguendo gli studi per il perfezionamento in clinica medica e per l’approfondimento delle indagini di laboratorio e di microscopia.
Frequentò la seconda clinica medica, diretta da Carl Gerhardt, il laboratorio dell’istituto d’igiene, diretto da Robert Koch, ove seguì il corso di batteriologia, l’istituto di anatomia patologica diretto da Rudolph Virchow, compiendo ricerche sul sistema nervoso centrale, e il laboratorio privato di Erwin Herter, esercitandosi con indagini di chimica analitica.
Nel 1889, forte dell’esperienza fatta in Germania, tornò a Torino, chiamato da Pio Foà, direttore dell’istituto di anatomia patologica di quell’Università; ricoprì per due anni le cariche di assistente e di settore di anatomia e frequentò il laboratorio chimico farmaceutico e tossicologico diretto da Icilio Guareschi. Nel marzo e nell’aprile del 1889 fu a Parigi presso l’Institut Pasteur, nel quale praticò l’inoculazione antirabbica, e alla Salpêtrière, assistendo alle lezioni di neurologia tenute da Jean-Martin Charcot. Nella primavera del 1890 fu di nuovo a Berlino, presso la prima clinica medica diretta da Ernst von Leyden.
A Torino rimase fino al 1891, quando si trasferì a Roma, esercitando presso l’ospedale di S. Spirito in Sassia per poi passare a quello di S. Giovanni al Laterano, ove rimase fino al dicembre del 1895. Tra il 1892 e il 1893 prestò per pochi mesi la sua opera come ‘interino’ nelle condotte mediche di Oriolo Romano e Bracciano. Nel biennio 1893-94, frequentò la clinica medica di Roma diretta da Guido Baccelli e il corso d’igiene pubblica alla scuola di perfezionamento di Roma diretta da Luigi Pagliani.
Nel dicembre del 1894 fu nominato medico primario della città di Fermo e vi rimase fino al 1896, allorché accettò il ruolo di primario e direttore medico dell’ospedale civile di Osimo; qui rimase fino al 1899, istituendovi il laboratorio di microscopia, chimica e batteriologia. Nel giugno di quell’anno vinse la prima edizione del premio Lancisi, consistente in 500 lire e nella pubblicazione dell’importante monografia vincitrice, che aveva il titolo Patogenesi, forme cliniche e cura della peritonite tubercolare.
Nel dicembre del 1899, a trentasei anni, fu nominato, per chiamata diretta, primario medico all’ospedale civile di Cesena. Nel 1908 si recò a Berlino per compiervi alcuni studi e in quell’anno ottenne presso l’Università di Siena la libera docenza in patologia speciale medica dimostrativa e tenne, nel 1908-09 a Siena e nel 1911-12 a Bologna, corsi liberi universitari sulle malattie dell’apparato digerente. Nel 1913 fu nominato cavaliere della Corona d’Italia, per meriti scientifici, su proposta del ministero della Pubblica Istruzione.
Nel 1920, dalla moglie Caterina Saiani, ebbe il primo figlio, Fabio, che divenne medico, e dopo due anni la figlia Nice. Il 31 ottobre 1921, in seguito all’insubordinazione di una caposala, rassegnò le proprie dimissioni dall’ospedale di Cesena e si trasferì con la famiglia a Roma dove esercitò la libera professione. Nel 1933 passò a Rimini, continuando la libera professione e iniziando uno studio sperimentale sui tumori maligni. Nel 1936 fu sottoposto a un intervento chirurgico per tumore della prostata.
Morì a Rimini il 3 settembre 1938.
La maggior parte dei suoi scritti si riferisce alla descrizione di casi clinici osservati durante la pratica professionale, ma il suo nome è legato alla reazione da lui descritta che consente di differenziare rapidamente gli essudati infiammatori dai semplici trasudati e si basa sulla proprietà dei liquidi essudatizi di mostrare, in soluzione acida molto diluita, il fenomeno della precipitazione (Su di una nuova reazione..., 1895). Tale reazione ebbe ben presto vasta diffusione in Europa (Barbier de La Serre, 1909) e continuò a essere eseguita fino alla seconda metà del Novecento, quando fu sostituita da indagini biochimiche di maggior precisione (Berti-Bock et al., 1979; Aulizio - Corsi, 1999). Nel 1910 descrisse un’altra siero-emoreazione che consentiva di trarre indicazioni di tipo prognostico e che ebbe però minor diffusione della precedente (Su di una nuovissima e facile siero..., 1910).
Opere. Per la bibliografa delle opere, si veda F. Aulizio, F. R. (1863-1938) medico e ricercatore, in S. Arieti - G. Camaeti - C. Riva, Sanità e società a Cesena, Cesena 1999, pp. 363-373. Si segnalano: Su di una nuova reazione per la diagnosi chimica differenziale fra gli essudati sierosi ed i semplici trasudati, in Riforma medica, 1895, n. 96, pp. 242-248; Patogenesi, forme cliniche e cura della peritonite tubercolare, in Bollettino della Società lancisiana degli ospedali di Roma, XX (1900), pp. 1-140; Su di una nuovissima e facile siero ed emoreazione col carbonato di sodio e l’acido acetico diluitissimi e sul suo insigne valore diagnostico e prognostico, in Il Policlinico, sezione pratica, XVII (1910), 22-23, pp. 675-687, 708-713.
Fonti e Bibl.: M.P. Barbier de La Serre, La réaction de R. en clinique médicale, Bordeaux 1909; In memoria del Prof. F. R. La “reazione di R.”. Scritti medici in suo onore, Faenza 1939; U. De Castro, F. R., in Giornale di clinica medica, XL (1959), 2, pp. 1619-1621; G. Berti-Bock et al., Essudati, trasudati e reazione di R. (1895), in Minerva medica, LXX (1979), 52, pp. 3573-3580; F. Vial - G. Heymans - R. Rullière, F. R. (1861-1938), ce méconnu, in Histoire des sciences médicales, XIII (1979), 2, pp. 171-174; F. Aulizio - M.M. Corsi, F. R. and his reaction, in European journal of laboratory medicine, VII (1999), 3, pp. 152 s.