BERARDI, Fabio
Nato a Siena nel 1728, in ancor tenera età si trasferì a Venezia ed entrò nella calcografia di Giuseppe Wagner, per apprendervi l'arte, allora molto in voga e sicuramente remunerativa, dell'incisione in rame. Incominciò col copiare prima, ed incidere poi, alcuni disegni, intagli e piccoli dipinti di Iacopo Amigoni, che il Wagner aveva portati con sé da Londra - Questo contatto mediato con l'Amigoni influì, non meno dell'insegnamento diretto del maestro e dell'esempio di un altro più anziano allievo del Wagner, il francese Ch.-Jos. Flipart, che era anch'egli amico ed ammiratore dell'Amigoni, sulla formazione del gusto e del linguaggio incisorio del Berardi.
I mezzi dei quali il B. è solito servirsi sono l'acquaforte e il bulino associati; lo schema a cui si attiene è quello chiaroscurale e modellante; ma il suo tratteggio non è sempre filato ed inflessibile, come nell'incisione classica: esso invece si scioglie e vibra, quasi smaterializzandosi, nelle parti più luminose; l'intonazione delle sue stampe è in prevalenza argentina. Tutto ciò gli permette di accostarsi subito ai grandi pittori veneziani del tempo, specie vedutisti e paesisti d'invenzione, respirare la loro stessa atmosfera e divenime felice interprete.
Tra le prime incisioni del B. si contano sei vedute veneziane del Canaletto e quattro paesaggi con rovine di Giuseppe Zais, le une pubblicate nel 1742, quando cioè egli aveva appena 14 anni, le altre poco dopo. Le prime stampe videro la luce sotto l'egida del maestro, che vi apponeva il suo visto con l'approvazione "J. Wagner recognovit". Tali sono, ad esempio, il Sacrificio di Gedeone e Isacco che benedice Giacobbe, da G. B. Pittoni. Quindi gli venne data piena autonomia, il maestro poneva il suo nome accanto a quello dell'allievo solo come titolare della bottega, "appo Wagner", o come editore, "Wagner excudit".
Il B. incise anche qualche dipinto di Francesco Zuccarelli, entrato per breve tempo nella bottega del Wagner. Nel 1748 fu raggiunto a Venezia, nella stessa bottega, da Francesco Bartolozzi, al quale si legò di stretta amicizia, e questa vicinanza, durata vari anni, contribuì ad un ulteriore perfezionamento del suo gusto e della sua perizia professionale, facendo sì che le sue stampe fossero sempre più apprezzate e richieste.
Sono del B. anche le riproduzioni di alcune scene popolaresche del Maggiotto e di alcune allegorie, un po' macchinose, di Giuseppe Zocchi (L'ozio, La virilità, La vecchiaia, L'invidia, ecc.), le cui prove erano talvolta da lui stesso colorite a mano, secondo l'uso del tempo, per stampe di quel genere. Riprodusse anche soggetti del Vecchio e del Nuovo Testamento ed altri soggetti religiosi e profani da G. B. Tiepolo, dal Piazzetta, dal Guarana, da G. B. Pittoni, da G. Varotti, da G. B. Cignaroli. Del Piazzetta incise tra l'altro una Endimione, una Contadina sorpresa nel sonno da un cacciatore, già riprodotta da Marco Pitteri, e un Autoritratto. Incise anche qualche prospettiva del modenese A. Joli, paesi animati di S. Rosa e marine di G. Vernet. Nel 1764 riprodusse una S. Vergine del Solimena; nel 1765 il catafalco funebre dell'imperatore Francesco I granduca di Toscana eretto nel duomo di Firenze da Giuseppe Ruggieri; nel 1767 il frontespizio di una Vita di s. Serafino, pubblicata simultaneamente a Roma e a Firenze; nel 1779 I ciarlatani di G. D. Tiepolo; nel 1782 l'antiporta delle Poesie per la monacazione della nobil donna Foscarina Garroni, disegnata ad Francesco Maggiotto. Non si hanno notizie della sua morte, che si ha motivo di supporre anteriore a quella del suo maestro G. Wagner.
Il B., pur avendo inventato alcuni paesaggi ad imitazione dello Zais e disegnato qualche figura, preferì muoversi normalmente nel campo dell'incisione di riproduzione; ma ebbe qualità stilistiche di prim'ordine. In lui si può dire che si riassuma raffinandosi sempre più tutta l'estetica incisoria della scuola del Wagner.
Bibl.: F. Basan, Supplément au Dicrionnaire des graveurs..., Bruxelles 1791, p. 22 (sotto il nome errato di Cristofano, che ritroviamo poi nel Meyer e nel Thieme-Becker); H. R. Füsslin, Kritisches Verzeichniss der bessten... Kupferstiche, III, Zürich 1802, p. 215; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori, I, Siena 1808, p. 84; J. Heller, Praktisches Handbuch für Kupferstichsammler, Leipzig 1850, p. 49; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854-88, p. 275; G. A.Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924, I, p. 290; R. Pallucchini, Mostra degli incisori veneti del Settecento, Venezia 1941, pp. 41 s., 102-105; L'opera del genio ital. all'estero, A.Petrucci, Gli incisori, Roma 1958, pp. 131 s.; J. Meyer, Aligem. Künstler Lexicon, pp. 571 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 367 s.