DEL MONTE, Fabiano
Nacque presumibilmente a Roma circa l'anno 1545 (l'unico riferimento in proposito è in Cantagalli, p. 227, dove si dice che nell'aprile 1554 il D. aveva otto anni e mezzo). Era figlio naturale di Baldovino (dal 1551 conte di Monte San Savino) e quindi nipote del cardinale Giovanni Maria, divenuto papa nel febbraio 1550 (l'8) con il nome di Giulio III.
Sul D. cominciarono ben presto a concentrarsi le speranze dinastiche della famiglia: dei figli maschi legittimi di Baldovino, al momento della nascita del D., rimaneva in vita soltanto Giovanni Battista, sposato da alcuni anni ma riffiasto senza prole. Per questo motivo Baldovino aveva chiesto ed ottenuto già dal 6 luglio 1549 il permesso dall'imperatore di legittimare il D.; tale concessione fu poi ripetuta da Giulio III con breve del 13 maggio 1552 (Giovanni Battista era morto un mese prima, durante l'assedio della Mirandola). Benché fanciullo di pochi anni, il D. divenne da quel momento l'oggetto privilegiato del nepotismo di Giulio III.
Un nepotismo del resto molto scoperto se, parlando con l'ambasciatore fiorentino Averardo Serristori, il pontefice lo espresse in questi termini: "Non sarebbe mancata una rnoglie per il Sig. Fabiano ... anche se questi fosse nato d'una cagna era però suo nipote'... sapendo che i principi cercano di pigliare i papi per il becco, egli non aveva altro becco che il sig. Fabiano e chi lo vorrà pigliare per il becco, bisognerà che lo pigli per questo" (Cantagalli, p. 260 n. 21).
Scoppiata nell'inverno 1552-53 la crisi di Siena, la Repubblica contesa tra Francesi ed Imperiali, il papa mostrava un atteggiamento oscillante nei confronti delle due potenze rivali, mirando ad accreditarsi presso ambedue come mediatore di pace. Egli sperava di giungere, sotto l'apparente tutela della S. Sede, ad una spartizione di quel dominio tra il duca di Firenze ed il D., per cui progettava anche un matrimonio con una delle figlie di Cosimo I. Gli inviati francesi a Roma, capito il lato debole del pontefice, allo scopo di guadagnarsene l'alleanza giunsero ad offrirgli, per il D., addirittura un matrimonio con una figlia del re di Francia. Cosimo I, che per il passato aveva sempre dato risposte evasive alle proposte matrimoniali del papa, temendo di essere battuto dai diplomatici francesi, inviò a Roma in tutta fretta l'arcivescovo di Pisa, Onofrio Bartolini, il quale, per suo ordine, promise solennemente in moglie per il D. la quintogenita del duca, Lucrezia (aprile 1554; vi era stata una precedente trattativa riguardante un'altra figlia di Cosimo, Isabella). La morte del pontefice, avvenuta il 23 marzo 1555, mandò completamente in fumo tali progetti.
L'anno successivo morì anche Baldovino, lasciando il D. erede di tutti i suoi beni sia privati sia feudali; pertanto, il 25 ag. 1556, nel corso di una solenne cerimonia, fu investito della contea di Monte San Savino. Non poté però entrare in possesso della maggior parte dei beni immobili lasciatigli dal padre: Paolo IV ne decretò infatti il sequestro, asserendo che erano stati acquistati con denaro della Camera apostolica. Ne seguì una lunga e complicata vertenza tra il D. e la Camera apostolica, conclusasi soltanto nel 1561, sotto Pio IV e, mediante l'intercessione del duca di Firenze, il D. poté così tornare in possesso dei beni paterni, grazie anche alla protezione dei Medici, ai quali, finché visse, rimase sempre strettamente legato. Negli anni successivi alla morte del padre egli visse infatti alternativamente a Monte San Savino ed alla corte di Firenze. Data la sua giovane età, egli, conformemente a quanto disposto da Baldovino nel suo testamento, rimase affidato ad un precettore, Lorenzo Nucula da Terni, mentre al governo della contea fu preposto Lattanzio Lattanzi, uno dei cognati del D., il tutto sotto l'alto patronato del duca di Firenze. Soprattutto sulla sua educazione all'esercizio delle armi ebbe influenza decisiva Ascanio Della Cornia, uno dei più valorosi condottieri al servizio dei Medici, il quale era anche cugino del Del Monte.
Nel 1562 il D. fu chiamato, insieme ad altri giovani cortigiani, ad accompagnare Francesco de' Medici in un viaggio in Spagna. La permanenza in questo paese si protrasse per più di un anno, fino all'agosto 1563, tra cerimonie ufficiali e visite di protocollo.
Durante il soggiorno in Spagna il D. si rese protagonista di un episodio che forse determinò il ritorno prematuro in Toscana della compagnia: alla fine di aprile del 1563, quando la corte si trovava nei pressi di Madrid, scoppiò una lite, per futili motivi, tra il D. e Giacomo Crivelli, un altro dei gentiluomini del seguito del principe Francesco. Essendo la lite ben presto degenerata, entrambi i gentiluomini rirhasero feriti, ma mentre il D. aveva subito' soltanto lievi lesioni, il Crivelli apparve subito in pericolo di vita, tanto che morì a pochi giorni di distanza. Era figlio di Alessandro Crivelli, allora nunzio pontificio in Spagna; ciò faceva temere gravi complicazioni a livello diplomatico e gravi imbarazzi per la corte di Toscana. Il D., pertanto, si separò immediatamente dai suoi compagni di viaggio e si diresse a Valencia, ove attese di ricongiungersi al resto della compagnia per il viaggio di ritorno.
Tornato inToscana, al D. non venne meno la protezione dei Medici, ma per sottrarre lui ad eventuali ritorsioni ed evitare ai sovrani situazioni imbarazzanti (benché nei vari resoconti dell'avvenimento inviati a Cosimo I tanto dal principe che da altri personaggi del seguito si sottolineasse l'atteggiamento estremamente equilibrato e "da buon cristiano" assunto dal nunzio pontificio) gli fu ordinato di raggiungere subito la sua contea di Monte San Savino e di non allontanarsene finché le acque non si fossero definitivamente calmate. La permanenza del D. a Monte San Savino si protrasse per alcuni anni, nonostante le sue ripetute richieste di essere impiegato in qualche incarico militare, ma per vari motivi (si ammalò di vaiolo, fu perseguitato dai creditori), non poté essere accontentato. Nei primi mesi del 1567, per interessamento personale di Cosimo de' Medici, contrasse matrimonio con Vittoria Appiani, figlia del principe di Piombino, ma da questa unione non nacquero figli. Con i primi del 1569terminò per il D. il periodo di forzata inazione: riacutizzatasi in Francia la guerra tra i cattolici, fedeli alla regina Caterina de' Medici, e gli ugonotti, il papa e il duca di Firenze decisero di inviare corpi militari in aiuto dei primi; al comando delle truppe toscane fu posto il Del Monte. Nel corso di questa guerra, il 10 sett. 1569, durante l'assedio di Chatellerault, condotto su iniziativa delle truppe italiane, il a. fu ferito e fatto prigioniero dagli ugonotti; per la sua liberazione fu fissato un riscatto di 10.000 scudi, ma egli morì pochi giorni dopo, il 15 sett. 1569.
Alla sua morte, venendo a mancare qualsiasi discendenza alla famiglia Del Monte, la contea di Monte San Savino, conformemente a quanto stabilito nel diploma di concessione del 1550, ritornò ai Medici, benché Baldovino avesse disposto per testamento che, in caso di estinzione della famiglia, suoi eredi fossero i Simoncelli di Orvieto, discendenti in linea femminile.
Nel palazzo pretorio di Monte San Savino si conserva un ritratto a olio del D., opera del contemporaneo Stefano Veltroni.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze: Carte Strozziane, s. 1, f. 349, cc. 112-155; Mediceo del Principato, f. 30, c. 440v; f. 35, cc. 80, 604; f. 42, c. 484; f. 44, cc. 306, 322; f. 46, c. 68; f. 49, c.557; f. 55, c.319; f. 218, cc. 68v e ss.; f. 461, c.12; f. 474, c. 29; f. 487, c. 556; f. 492, c. 327; f. 499, c. 126; f. 499a, c. 891; f. 3877 (= lettere di vari al D.); Ibid., Raccolta Ceramelli-Papiani, ins. 6045; A. Desjardins-G. Canestrini, Negociations diplom. de la France avec la Toscane, III, Paris 1865, pp.318, 351, 600; R. Ancel, Nonciatures de France. Nonciatures de Paul IV, I, Paris 1909, pp. 26, 49, 55, 76, 81; L. v. Pastor, Storia dei papi, IV, Roma 1927, pp. 50, 232, 237, 240; R. Cantagalli, La guerra di Siena, Siena 1962, pp. 99, 135, 226 s., 260, 465; F. Guelfi-C. Baldi, Ricerche storico-biografiche di Montesansavino, Siena 1891, pp. 120 s., 133 s., 186; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. v. Monte (Del), di Montesansavino, tav. I.