fabbro
La parola sembra adoperata da D. sempre nel significato di " artefice che lavora una materia dura ", che è il fondamentale tra quelli che essa ebbe già in latino e, pare, anche nella lingua due-trecentesca. Per D., in particolare, f. è essenzialmente il fabbro-ferraio; e anche il significato figurato si riferisce a questa accezione. In If XIV 52 f. è detto Vulcano che lavora le saette per Giove nella sua focina negra. Il lavoro del f. sul ferro per farne un coltello costituisce più volte termine di un paragone risalente ad Aristotele De Anima II 6 e De Gener. anim. V 8 (cfr. s. Tommaso Sum. theol. II II 36; cfr. anche Mn III VI 5 malleus in sola virtute fabri operatur): Cv I XIII 4 lo fuoco e lo martello sono cagioni efficienti de lo coltello, avvegna che massimamente è il fabbro; e anche I XI 11, IV IV 12. Cfr. anche " fabro di martello " in Ruggieri Apugliese (Contini, Poeti I 891). Non diversamente in Pd II 128, dov'è detto che il moto e l'influsso (virtù) dei santi giri, i cieli, procedono dai beati motor, le Intelligenze angeliche, così come l'arte del martello deriva dal fabbro che ne è la causa efficiente. Più interessante è un altro paragone, per il quale al ferro che il f. lavora è paragonata la lingua, ‛ fabbricata ', cioè lavorata, dai dicitori, dai poeti: Cv I XI 11-12 lo mal fabbro biasima lo ferro appresentato a lui... Così sono alquanti... che vogliono che l'uomo li legna dicitori; e per scusarsi dal non dire o dal dire male... incolpano... lo volgare proprio, e commendano l'altro lo quale non è loro richesto di fabbricare: qui ‛ fabbricare ' (v.) vale evidentemente " forgiare ", " plasmare ",, Da notare anche che, poco più oltre (§ 13), come sinonimo di f. D. adopera ‛ artefice ' (v.). Dall'accostamento con questo esempio di ‛ fabbricare ' acquista nuova luce il famoso verso di Pg XXVI 117 questi [Arnaldo Daniello]... / fu miglior fabbro del parlar materno: Arnaldo ‛ lavorò ' il suo volgare meglio che ogni altro il proprio. Sempre nell'ambito semantico del lavorare una materia dura per trarne opera d'arte è il passo di Pg X 99 mi dilettava di guardare / l'imagini di tante umilitadi, / e per lo fabbro loro [cioè Dio: si tratta qui degli altorilievi che adornano le pareti della montagna, nella cornice dei superbi] a veder care.