POUND, Ezra (App. I, p. 949)
Poeta e critico americano. La sua natura di puritano e di eclettico e geniale assimilatore di idee, lo aveva spinto già dopo il 1915 alla formulazione di una poetica più attiva e impegnata, e al vagheggiamento di una società ideale, aristocratica, gerarchica, che si opponesse alla crisi dei valori tradizionali restaurando un'esistenza unitaria infusa di estetica armonia: una visione utopistica che P. era propenso a identificare col programma totalitario del fascismo, da lui assai mal conosciuto, e che egli connetteva, in una visione del tutto soggettiva e antistorica, all'etica confuciana e al pensiero democratico di Jefferson. Dopo un soggiorno di quattro anni a Parigi, P. venne a stabilirsi a Rapallo (1924-1945), dove riuscì ad attirare in parte l'interesse di certa intellighentsja internazionale sui suoi programmi poetici ed etico-economici. Col fascismo il poeta si trovò coinvolto allo scoppio della seconda guerra mondiale: persuaso di doversi schierare con "le forze dell'Ordine e del Futuro" contro la sua stessa patria, collaborò ai programmi di Radio Roma e finì col consegnarsi alle truppe americane nel 1945. Dopo un periodo di dura prigionia in un campo di concentramento presso Pisa, fu portato in patria per esservi sottoposto al processo, il quale venne evitato da una perizia che lo dichiarò malato di mente e portò al suo internamento per dodici anni in una clinica di Washington. Liberato nel 1958, tornò in Italia dove risiede.
Se P. è stato assai acuto nell'intuire alcune esigenze della sensibilità contemporanea e alcuni problemi pratici della sua arte, e nel fornire quindi varî spunti assai fertili alla nuova critica, d'altra parte è indubbio che gli manchi il respiro del critico insigne; la sua visione è quasi sempre quella stretta e tendenziosa dell'avanguardista e del dommatico e la sua scrittura, specie quando spazia nei campi della storia o della filosofia, si indurisce nel fanatismo cerebrale, nel caos e nell'indifferenza linguistica.
L'ultima fase della poetica poundiana che propone alla poesia un nuovo linguaggio "ideogrammatico", una "scrittura per oggetti" depurata da vincoli logico-sintattici e da strutture tradizionali, sta alla base dell'opera maggiore, i Cantos, ai quali egli lavora da quasi cinquant'anni: tentativo ambiziosissimo di creare, almeno in parte sull'esempio dantesco, un poema che unisca sublimità poetica e profondità filosofica, che riassuma e giudichi le vicende umane e indichi la giusta via per il futuro. Pubblicati in gruppi, dai primi Three Cantos del 1917 alla più recente sezione, Thrones: XCVI-CIX de los Cantares (1959), i Cantos sono opera altamente composita, diseguale e astrusa, pregna di tutti i succhi culturali, le contraddizioni spirituali, le luci e le ombre dell'uomo Pound. Opera legata nell'intimo alla civiltà del decadentismo da cui P. promana, certo impressionante per la sua stessa monumentalità, per certi lati irti e poderosi come di massiccio dal cuore cariato, essa ci appare, in gran parte, opera statica e monotona, pastiche allucinante di elementi eterogenei, trattati con le più diverse techiche d'avanguardia; ma a tratti vi si trovano brani di assai notevole e salda intensità poetica, i più alti del lirismo poundiano: che quasi sempre si connettono al sogno estatico di una vita armoniosa, fuori del tempo, in cui si sciolgono tutte le contraddizioni e le fratture dell'esistenza.
Versioni italiane più recenti: Canti Pisani, a cura di A. Rizzardi, Parma 1953 e rist.; Saggi letterari con pref. di T. S. Eliot, a cura di N. D'Agostino, Milano 1957; Lo spirito romanzo, a cura di S. Baldi, Firenze 1959; Poesie (Selected Poems, a cura di T. S. Eliot), a cura di A. Rizzardi, Milano 1960; I Canti, a cura di Mary de Rachewilz, Milano, vol. I, 1961 (seguiranno altri due voll.).
Bibl.: An examination of Ezra Pound, a cura di P. Russell, Londra 1950 (importante antologia della prima critica sul P.); H. Kenner, The poetry of E. Pound, Londra 1951; H. H. Watts, E. Pound and the Cantos, Londra 1951; R. P. Blackmur, in Language as Gesture, New York 1952; Motive and method in the Cantos of E. Pound, a cura di L. Leary, New York 1954; J. J. Espey, Ezra Pound's Mauberley, Londra 1955 (e recens. in A. Lombardo, Realismo e Simbolismo, Roma 1957); J. Edwards e W. Wasse, Annotated Index to the Cantos, Los Angeles 1957; A. Alvarez, in The shaping spirit, Londra 1958; N. D'Agostino, Ezra Pound, Roma 1960.