Poeta e critico statunitense (Hailey, Idaho, 1885 - Venezia 1972). Nato da una famiglia di tradizioni quacchere e puritane, crebbe a Filadelfia e studiò allo Hamilton College di Clinton e all'Università di Pennsylvania. Trasferitosi in Europa, pubblicò a Venezia la prima raccolta di poesie, A lume spento (1908). Nel 1909 si stabilì a Londra, dove iniziò un'intensa attività letteraria concepita all'interno di un grandioso progetto di trasformazione e rifondazione della società. Di qui l'interesse per l'economia e la relazione tra arte ed economia che P. aveva ereditato da J. Ruskin, così come dai preraffaelliti aveva ereditato l'interesse per il mondo medievale (The spirit of romance, 1910). Nel 1912, la traduzione dei Sonnets and ballate of Guido Cavalcanti (cui seguirà nel 1933 quella delle Rime), segnò l'inizio di un impegno nel lavoro di traduttore in cui P. spaziò dall'antica poesia anglosassone (The seafarer, 1912) ai provenzali, alla poesia cinese (Cathay, 1915), ai nō giapponesi (Certain noble plays of Japan, 1916, dai manoscritti di E. F. Fenollosa), fino a Properzio (Homage to Sextus Propertius, in Quia pauper amavi, 1919) e a Confucio, tradotto a partire dagli anni Venti (Ta-Hsio, the great learning, 1928). A questa attività si affiancano diverse raccolte di poesia (Personae, 1909; Exultations, 1909; Canzoni, 1911; Ripostes, 1912; Lustra, 1916), e, dal 1918, collaborazioni di critica musicale, con lo pseudonimo di William Antheling (pubbl. in Ezra Pound and music, a cura di R. M. Schafer, 1977), e di critica d'arte con quello di B. H. Dias (pubbl. in Ezra Pound and the visual arts, a cura di H. Zinnes, 1980). Nel 1913 apparve sulla rivista Poetry il manifesto dell'imagismo, A few don'ts by an imagiste, documento del magistero esercitato da P. sui poeti della sua generazione, che egli richiamava a una maggiore consapevolezza del processo creativo, indicando la strada di una poesia tesa a cogliere l'immagine in una pronuncia breve e oggettiva. Sempre nel 1913, l'eredità dell'archivio di Fenollosa offrì a P. la base teorica su cui formulare il rinnovamento del canone della poesia occidentale. Il legame tra la lingua della poesia e l'ideogramma - così come formulato da Fenollosa in The Chinese written character as a medium for poetry (che P. incluse poi nel suo Instigations, 1920) - diverrà la base del discorso poundiano. Esso individua nell'ideogramma il documento di un pensiero scevro dalla sostanza metafisica che condiziona la lingua e la logica d'Occidente. Donde l'interesse e l'attenzione per la scienza e la tecnologia, in cui P. cerca una logica e un pensiero alternativi per ricostruire il concetto di estetica e la lingua d'Occidente (Machine art and other writings. Unpublished prose, a cura di M. L. Ardizzone, 1996). Negli anni di Londra, incontri fondamentali, oltre quelli con W. B. Yeats, Th. S. Eliot (che in seguito accoglierà numerosi suggerimenti di P. in The waste land), F. M. Ford, lo scultore H. Gaudier-Brzeska, furono quelli con A. Orage, teorico del socialismo corporativo e direttore della rivista New age, e più tardi quello con D. H. Douglas, fondatore del Social Credit. Sempre a Londra, inizia la corrispondenza con J. Joyce e prendono forma i Cantos, il poema epico scritto durante l'arco della vita, uscito a sezioni a partire dal 1917 con Three cantos (poi espulsi dalla stesura definitiva). Al 1914 risalgono i due saggi Vortex e Vorticism, che, affinando il concetto di immagine, teorizzano un'arte "intensiva", fondata sulla relazione e la vorticosa compresenza di linguaggi e di tecniche in cui si brucia la divisione in generi irrigiditasi a partire dal Rinascimento. Nel 1920, con il poemetto Hugh Selwyn Mauberley si chiude la prima fase della poesia di P., che l'anno successivo lasciò l'Inghilterra per trasferirsi a Parigi (dove, nel 1922, compose un'opera musicale, Villon, mentre è dei primi anni Trenta la musica del Cavalcanti), quindi a Rapallo, dove risiedette quasi stabilmente dal 1925 al 1945. Con How to read (1929) si apre la seconda fase della riflessione teorica (ABC of reading, 1934; Make it new, 1934; Guide to Kulchur, 1938), che presiederà alla costruzione della seconda parte dei Cantos. L'incontro con l'opera dell'etnologo tedesco L. Frobenius assolutizza l'importanza del fattore economico nel pensiero poundiano (ABC of economics, 1933), mentre si radicalizza la complessa riflessione sull'usura, responsabile dell'antisemitismo di P., che si era progressivamente avvicinato al fascismo italiano (Jefferson and/or Mussolini, 1935) e dimostrava un interesse misto a diffidenza per il nazismo tedesco. Negli anni Quaranta, iniziò a pubblicare su Il Meridiano di Roma (gli articoli sono raccolti in Idee fondamentali, a cura di C. Ricciardi, 1991), e tenne alla radio italiana una serie di discorsi in lingua inglese (raccolti in "Ezra Pound speaking". Radio speeches of world war II, a cura di L. Doob, 1978). Fortemente segnati da antisemitismo, avversi alla guerra e alla politica di Roosevelt, i radiodiscorsi contengono anche il progetto di un mondo affrancato da usura e avarizia, restituito a una mitica "pax saturnia" che P. vagheggiava guardando a certe componenti rurali del fascismo. Accusato di tradimento, nel 1945 venne fatto prigioniero dalle truppe americane di liberazione e internato in un campo vicino Pisa, dove scrisse The Pisan cantos (pubbl. nel 1948). Trasferito negli USA per un processo che non avrà luogo, fu dichiarato infermo di mente e rinchiuso per 12 anni nel manicomio criminale di Saint Elizabeth (Washington). Qui scrisse le sezioni Rock-Drill e Thrones dei Cantos (pubbl. rispettivamente nel 1955 e nel 1959), tra gli esiti più alti della poesia moderna, mentre continuava lo studio e le traduzioni di testi confuciani (Confucian analects, 1951; The classic anthology defined by Confucius, 1954) e di Sofocle (Women of Trachis, 1956; Elektra, post., 1987). Liberato nel 1958, si stabilì nuovamente in Italia, dove, con l'intervallo di brevi viaggi, visse fino alla morte, scrivendo un'ultima parte del suo poema che apertamente siglò come non definitiva (Drafts and fragments of Cantos CX-CXVII, 1969). L'opera di P. è stata in gran parte tradotta in Italia dalla figlia del poeta, Mary de Rachewiltz (Opere scelte, 1970; I cantos, 1985), che ha promosso anche, negli anni Sessanta, la costituzione dell'archivio poundiano (Yale University, Beinecke Library).