EZOOGNOSIA
. È quel ramo delle discipline zootecniche che studia la conformazione esterna degli animali, allo scopo di valutare le funzioni economiche a cui gli animali stessi possono essere adibiti. Il giudizio dedotto dal solo esame esteriore poteva bastare agli zootecnici dei tempi passati, quando il criterio delle forme era pressoché il solo che imperava: oggi esso viene integrato con l'esame delle prove funzionali. Le funzioni economiche a cui gli animali possono essere adibiti sono molteplici: produzione di lavoro (a traino lento o in velocità), di latte, di carne di grasso, di lana, di uova, ecc. Nella stessa specie vi sono razze specializzate per l'una o per l'altra di queste funzioni o per più d'una. La conformazione esterna degli animali deve essere confacente alle esigenze della funzione economica a cui vengonn adibiti. Così il cavallo (v.) da corsa veloce è di tipo dollicomorfo, mentre quello impiegato nel traino dei forti pesi è di tipo brachimorfo. I bovini (v.) specializzati per la produzione della carne presentano un notevole sviluppo dei diametri trasversi del tronco, su cui più abbondanti si trovano le masse muscolari, mentre quelli specializzati per il lavoro hanno una conformazione meno tozza e più rispondente alle esigenze della funzione economica per la quale vengono utilizzati. In questa specializzazione delle funzioni utili degli animali, contribuiscono l'uomo e la natura. L'uomo cioè, traendo profitto di certi caratteri somatici e funzionali ereditarî proprî d'alcune razze o famiglie di animali, traendo vantaggio anche da determinate caratteristiche di ambiente favorevoli al fine suo, mercé i metodi di riproduzione zootecnica, mercé un'adatta alimentazione e un'opportuna ginnastica funzionale, ha esaltato la funzione economica verso cui certi animali si trovavano inizialmente disposti. Da ciò scaturisce il concetto di bellezza che nel campo dell'ezoognosia s'allontana dal criterio estetico, imperniandosi su quello militario. È bello quell'animale che presenta più spiccati i caratteri che si richiedono per una data funzione economica, anche se tali caratteri non rispondono a requisiti estetici. Ogni mancanza di bellezza viene designata col nome di difetto; con quello di tara s'indicano le alterazioni patologiche esistenti sulla cute e nei tessuti sottostanti. Il giudizio di bellezza viene desunto dall'esame generale e dall'esame particolareggiato delle singole regioni d'un animale. Ogni regione, per essere qualificata bella, deve rispondere a requisiti di conformazione e deve essere esente da difetti e da tare.
Stazione, movimenti sul posto, andature. - Per stazione s'intende la posizione d'un animale (più spesso del cavallo) ritto sul suolo (v. appiombo). La stazione si dice forzata o libera a seconda che il peso del corpo viene ripartito su tutti e quattro gli arti o su tre soli (in questo caso, l'arto tenuto in riposo deve essere uno dei posteriori). Senza che abbia luogo traslazione del corpo, il cavallo può compiere movimenti sul posto, quali l'impennata e il calciare.
Le ondature vengono diversamente definite e distinte a seconda del m0do di succedersi delle levate e degli appoggi degli arti, a seconda del numero delle battute e dei tempi e della durata di questi. Battuta è il rumore che si produce quando l'animale poggia il piede al suolo; il tempo è l'intervallo fra due battute successive. Fra le più importanti andature s'annoverano: l'ambio, il trotto, il passo, il galoppo, il salto. L'ambio è un'andalura talvolta naturale, generalmente artificiale. È caratterizzata dal fatto che ognuno dei bipedi laterali viene a trovarsi simultaneamente in levata o in appoggio; il numero delle battute è perciò di due e i tempi sono uguali. Quest'andatura si compie in modo che, quando gli arti di un bipede laterale si posano simultaneamente, quelli del bipede opposto si staccano simultaneamente da terra. Il trotto è un'andatura naturale, a due battute, distanziate da tempi uguali, caratterizzata dalla legata e dall'appoggio simultaneo dei bipedi diagonali. Il passo è un'andatura lenta, camminata, a quattro battute regolarmente distanziate da tempi uguali, nella quale gli arti si levano e si posano secondo i bipedi diagonali. Il galoppo è un'andatura naturale saltata, a tre tempi, in cui le battute simultanee d'un bipede diagonale s'intercalano fra le battute successive dell'altro bipede diagonale. Il salto è un movimento progressivo, rapido, energico, per il quale il corpo si stacca dal suolo e si proietta in alto e in avanti, per superare un ostacolo in altezza o in lunghezza.
Mantelli e piumaggi. - Per mantello s'intende l'insieme dei peli e dei crini che ricopre la superficie del corpo dei Mammiferi, peli e crini considerati dal punto di vista del loro colore; il piumaggio o la livrea si riferisce alle penne che rivestono la superficie del corpo dei volatili.
Mantelli del cavallo. - Dei mantelli del cavallo si sono fatte varie classificazioni, nessuna delle quali è esente da critica (v. quella riferita nella voce cavallo, IX, p. 550).
La denominazione del colore fondamentale del mantello viene integrata da termini varî, capaci di fissare nell'uso il tono del colore stesso. Così per il mantello sauro si parla di sauro chiaro, scuro, ordinario, dorato, ciliegia, castagno, bruciato. Le particolarità dei mantelli del cavallo sono molto numerose e diverse; esse consistono in riflessi brillanti, degradazioni o accentuazioni di tinta, aree più chiare o più marcate rispetto al fondo del mantello, o di colore diverso, direzione irregolare dei peli, depigmentazione della pelle. Le particolarità vengono distinte a sede non fissa e a sede fissa. Queste ultime possono essere localizzate negli arti e si dicono allora balzane (zone di peli bianchi che dall'estremità inferiore dell'arto possono invaderlo per tratti più o meno estesi) o alla testa, e vengono in questo caso indicate col nome di fiore (se si tratta di pochi peli bianchi localizzati alla fronte, frammisti ai peli che dànno il colore fondamentale al mantello), di pallottola di neve (in caso d'agglomerato sufficientemente esteso di peli bianchi sempre localizzati alla fronte), di stella (se la zona di peli bianchi presenta propaggini in qualsiasi direzione e sempre rimanendo localizzate nella fronte), di lista (se detta zona si protende sino sul naso o fra le narici, invadendo anche le labbra), di bella faccia (se il bianco s'estende a tutti e due i lati della faccia). Le particolarità a sede fissa possono infine riscontrarsi sul tronco: riga di mulo, striscia crociata, ventre di cerva, ect.. Le particolarità a sede non fissa sono sparse sul corpo: possono essere date da riflessi particolari dei peli (dorato, argentato, bronzato, gaietto, ecc.), da zone di peli con tono più chiaro o più scuro rispetto al resto del mantello (specchiature e pomellature), da peli bianchi, rossi, neri, sparsi o riuniti in fiocchetti. Non essendo possibile soffermarsi sui mantelli delle singole specie animali, si accenna solo che in alcune specie, come nei bovini, suini, cani, ecc., ogni razza ha un mantello proprio, caratteristico, che, insieme con gli altri caratteri somatici, assume una importanza principalissima nel giudizio del grado di purezza di razza di ogni singolo soggetto.
Età degli animali. - Gli animali, fatta eccezione per i soggetti appartenenti a razze elette o per certi soggetti appartenenti a razze in via di miglioramento, non posseggono un certificato di nascita, il cosiddetto certificato genealogico, da cui si possa desumere l'età. Nel giudizio di questa e necessario attenersi a determinati rilievi, alcuni dei quali di valore approssimativo, altri di valore preciso. I dati utili per, la diagnosi dell'età sono morfologici e fisiologici; da taluni si aggiungono i caratteri alterativi, ma a torto, in quanto le tare, le deformazioni riscontrabili in un animale, non sono sempre in rapporto all'età, ma più spesso sono una diretta conseguenza del servizio da esso compiuto, di preesistenti difetti d'appiombo, ecc. I rilievi desunti dai caratteri morfologici sono generali e speciali: i primi riguardano la cute, peli e loro colore, corna, statura, peso vivo, proporzioni somatiche; i secondi, la testa (profili, e proporzioni), le appendici della testa e i denti. I caratteri fisiologici sono forniti dalla voce e dalle localizzazioni dell'adipe. Per quanto riguarda i Mammiferi, all'infuori dei reperti dati dall'esame dei denti e delle corna, non è possibile ritrarre dagli altri caratteri morfologici e da quelli fisiologici norme di valore decisivo. Esaminati singolarmente, questi caratteri non possono dare che un orientamento molto vago; solo se valutati con criterio comparativo con i reperti desunti dall'esame dei denti e delle corna possono rafforzare il giudizio diagnostico relativo all'età. L'esame dei denti, soprattutto, serve a stabilire con la maggiore esattezza l'età degli animali. A epoche determinate nei giovani animali s'ha l'eruzione dei denti da latte; a età altrettanto ben determinate i denti da latte sono sostituiti da quelli da adulto. Gli uni si distinguono dagli altri per caratteristiche morfologiche proprie. Tanto i denti da latte, quanto soprattutto quelli da adulto, perché persistono più a lungo, vanno soggetti sulla loro superficie masticatoria a un'usura; la lunghezza del dente viene entro certi limiti rispettata, perché al consumo corrisponde una continua accrescita. Il consumo a cui i denti sono soggetti porta a variazioni della forma, delle dimensioni della tavola dentaria (essendo la forma e la circonferenza del dente variabile nelle diverse sezioni della sua lunghezza) e della direzione del dente. Sempre in conseguenza al consumo a cui è soggetta la superficie masticatoria, scompaiono iniziali formazioni e ne appaiono di nuove che assumono forma e posizione progressivamente diverse e ben definite (da notarsi che i rilievi atti a formulare la diagnosi dell'età vengono desunti quasi soltanto dai denti incisivi). Ora, l'eruzione dei denti da latte e da adulto, i cambiamenti progressivi e cronologici della forma della tavola dentaria degl'incisivi, la loro diversa direzione, la scomparsa di formazioni poste sulla superficie masticatoria del dente, la loro sostituzione con altre d'aspetto caratteristico, avvenendo a epoche determinate della vita d'un animale, servono da elementi di base nella diagnosi dell'età dallo stesso esame dei denti. Anche dalle corna si possono trarre dati abbastanza esatti: limitandoci ai bovini, questi dati sono offerti dalla lunghezza delle corna (variabile però con la razza, il sesso, l'alimentazione, ecc.) e dalla formazione annuale, a datare dal terzo anno di età, d'un rilievo e d'una solcatura anulare alla base del corno. Siccome però questi solchi e questi cercini possono subire varie influenze, i rilievi forniti dalle corna debbono essere integrati da quelli ricavati dai denti. Nella valutazione dell'età dei volatili domestici, come elementi di giudizio servono la cronologia dello sviluppo delle penne remiganti, dello sperone, di certe caruncole, l'assunzione della livrea da adulto e di altri ornamenti, il suono della voce, ecc.
La conoscenza esatta dell'età, dei mantelli e delle loro particolarità rientra nei requisiti indispensabili per l'identificazione degli individui delle specie animali, degli equini e dei bovini specialmente. L'identificazione d'un animale deve essere tracciata indicando la specie a cui appartiene, il sesso, l'età, il mantello, la speciale statura (misurata dalla sommità del garrese a terra), il servizio o i servizî ai quali può essere destinato.