EXETER (Isca Dumnoniorum)
Città dell'Inghilterra meridionale situata su un'altura nei pressi della sponda sinistra del fiume Exe, a c.a 6,5 km dal suo estuario nella Manica. Fu il centro della civitas Dumnoniorum e, dal 55 al 75 d.C. c.a, la fortezza sede della Legio II Augusta. La sua posizione è dettagliatamente segnalata dalle fonti (Ptol.j Geog., II, 3, 13; Itin. Anton., 483, 8 ss.; Tab. Peut..; Geogr. Rav., 106, 2 e 106,6).
La fortezza legionaria era di dimensioni inferiori alla norma, c.a 469 x 349 m (16,37 ha) ed era orientata a SO. Sono stati individuati i tracciati della via decumana e della via quintana, mentre non abbiamo informazioni sufficienti per poter identificare la residenza del comandante (praetorium) o l'ospedale (valetudinarium). I bastioni d'argilla avevano una larghezza di c.a 6 m, preceduti, a una distanza di c.a 1 m, da un fossato a «V» profondo c.a 2 m e largo fino a 5, presto sostituito da uno più ampio (3,8 x 4,2 m), posto a 8 m di distanza dai bastioni. Le terme della fortezza si estendevano su un'area di 4000 m2, nella retentura orientale vicino alla via decumana, e comprendevano un calidarium di 22,3 x 9,75 m con due absidi con labra, un tepidarium di 22,3 x 11,25 m e una palaestra a NO che conteneva una struttura circolare in legno del diametro di 4,4 m, forse usata per scopi ricreativi quali, p.es., i combattimenti di galli. Esse avevano una pavimentazione a scacchiera in pietra bianca e grigia, tra cui marmo di Purbeck, e nell'edificio esisteva almeno un mosaico figurato. Altre costruzioni individuate all'interno della fortezza comprendono: una fabrica nella retentura sinistra, in cui furono trovate tracce di lavorazione del bronzo; blocchi di caserme, con alloggi per i centurioni lunghi c.a 19,5 m, adiacenti ai bastioni, e un blocco di 14 contubernia, lungo c.a 42,5 m; magazzini (horrea) nella retentura destra a E della fabrica. Nella praetentura sinistra altre tre caserme erano dislocate lungo i bastioni, mentre a oriente di queste le caserme erano allineate per scamnum, con gli alloggi dei centurioni disposti inconsuetamente lungo la via praetoria.
Le canabae si trovavano probabilmente al di fuori della porta nord-orientale, mentre all'esterno della porta sud-orientale (porta principalis sinistra) era un cimitero militare e più avanti probabilmente un magazzino di officina o una base di approvvigionamento. Una stazione di segnalazioni, databile forse al I sec. d.C., era posta sulla Stoke Hill, c.a 2,5 km a Ν della fortezza, e una seconda stazione era a Ide, 5 km a SO, mentre il porto romano era a Topsham, distante 6,5 km, all'estremità dell'estuario dell'Exe.
Dopo la partenza della legione intorno al 75 d.C., la fortezza venne riutilizzata diventando la civitas dei Dumnonii. Si mantennero in funzione le fortificazioni, gran parte della rete stradale e le terme (in forma ridotta), mentre furono costruiti una nuova basilica e un forum di 106,5 x 67 m oltre la linea della vecchia via principalis, a destra della via praetoria. Nello stesso tempo furono costruite nuove terme nell’insula a O del forum. Un acquedotto proveniente dal Longbrook attraversava verisimilmente le più antiche fortificazioni della città mediante un ponte costruito con legname ottenuto da alberi tagliati, secondo l'esame dendrologico, nel 100/101 d.C.; ma l'approvvigionamento idrico della fortezza e dell'insediamento civile era certamente un altro.
In seguito la città si estese oltre il perimetro della fortezza: nel periodo antonino le sue difese furono smantellate. Alla fine del II o all'inizio del III sec. d.C. la città venne protetta da un nuovo muro in pietra con terrapieno lungo 2,35 km, attorno a un'area di 37 ha. Tra i pochi ritrovamenti di rilievo è una testina di marmo alta 65 mm, di età flavia, forse da un sacello familiare privato.
Bibl.: J. Wacher, The Towns of Roman Britain, Londra 1974, pp. 326-335 (prime scoperte); P. T. Bindwell, The Legionary Bath-House and Basilica and Forum at Exeter, Exeter 1979; id., Roman Exeter: Fortress and Town, Exeter 1980; F. O. Grew in Britannia, XII, 1981, p. 358 (caserme nella retentura)·, Ν. Β. Rankov, ibid., XIII, 1982, pp. 382-383 (bastioni della fortezza e del periodo più antico della città); S. S. Frere, ibid., XIV, 1983, pp. 320-324 (bastioni della fortezza, acquedotto e città); XV, 1984, p. 318 (caserme); XVI, 1985, p. 303 (fortificazioni); XVII, 1987, p. 343; G. S. Maxwell, D. R. Wilson, ibid., p. 6 (stazioni di segnalazione).