ÉVORA (A. T., 39-40)
L'antica Ebŏra Cerealis, cittadella di Sertorio, la Liberalitas Iulia di Cesare: città del Portogallo, nell'antica provincia di Alemtejo. Ha 16.148 ab. (1920) ed è capoluogo di distretto (7400 kmq., 153 mila ab., densità 21, la più scarsa dei distretti della repubblica). È pure sede arcivescovile, ed ha per diocesi suffraganee Beja e Faro. È stazione ferroviaria sulla linea Lisbona-Évora-Estremoz-Villa Viçosa.
Monumenti. - I monumenti più cospicui di Evora romana sono l'antico acquedotto detto di Sertorio, lungo 4 km., e soprattutto la cinta murale e il tempio detto di Diana. La prima aveva in pianta una forma quasi pentagonale ed era rinforzata da torri rettangolari: ne restano ancora molti tratti, alcune delle torri e una delle porte (Arco di Dona Isabel), il cui arco ha una corda di 4 m. e che per nobiltà di linee e finitezza di esecuzione è la più notevole di tutto il Portogallo. Il tempio detto di Diana e che il Leite de Vasconcellos (Relig. da Lusit., III, p. 461) ritiene invece sia stato consacrato a uno degl'imperatori del secolo II, è dal suo canto uno dei templi romani più maestosi ed eleganti e meglio conservati di tutta la Penisola Iberica. Prostilo, esastilo, perittero, di ordine corinzio, sorgeva sopra un alto e robusto podio. Ci rimangono ancora oggi 14 delle sue colonne, liberate da aggiunte posteriori sino dal 1871, oltre ai resti delle decorazioni del fregio, conservati nel museo locale. Per i suoi caratteri stilistici può essere ascritto alla fine del secolo II d. C.
Il più celebre monumento cristiano di É. è la cattedrale, di stile romanico di transizione, a tre navate e vòlta a sesto acuto, in mattoni; ha due torri nella facciata, a pinnacoli rivestiti di piastrelle maiolicate. Le statue marmoree degli apostoli del portale maggiore sono le uniche del genere nel periodo romanico in Portogallo. All'entrata della città un piccolo tempio gotico a contrafforti rotondi, come nella cattedrale di Albi. Nel centro della città la chiesa di S. Francesco con ardita vòlta. La chiesa da Graça è di stile Rinascimento. Molte case hanno curiose particolarità architettoniche: frequenti le vestigia arabe con decorazioni in laterizio e gli archi a ferro di cavallo. Vi è un museo di antichità. Nell'antica cappella dell'arcivescovado si conserva una pala d'altare di Gerardo David e qualche quadro di pittori fiamminghi. Nel convento di Espinheiro, presso Évora, visse e operò frey Carlos (v.), uno degli artisti più notevoli del sec. XVI, appartenente al glorioso periodo conosciuto sotto il nome di "manuelino".
Storia. - L'antica Ebora fu importante città di Lusitania nel paese dei Celtici, sulla destra dell'Anas (Guadiana); fu municipio romano sotto il nome di Liberalitas Iulia, e appartenne al Conventus Pacensis. Sotto il dominio visigotico cristiano fu sede d'una diocesi. Conquistata dagli Arabi, fu loro tolta nel 1165 da un avventuriero, chiamato Giraldes, soprannominato "Senza paura", che capitanava una banda di briganti e che la donò al re Alfonso il Conquistatore, che a sua volta lo fece alcaide della città. Varî re portoghesi vi tennero la loro corte, come Alfonso V, Giovanni II ed Emanuele I. Vi fu decapitato il duca Ferdinando di Braganza (1483), accusato di capeggiare una cospirazione di nobili contro Giovanni II. Fatta arcivescovato dal secolo XVI, vi fu primo arcivescovo il cardinale Enrico, poi re (Enrico I). Questi vi fondò una università (1559), affidata alla direzione della Compagnia di Gesù, che rimase aperta sino all'espulsione dei gesuiti dal Portogallo nel 1759.
Il distretto di Évora.
Il distretto di Évora ha clima continentale: temperatura media annua 16°,1, media del mese più caldo (agosto) 39°,0; del mese più freddo (dicembre), − 0°,1; pioggia annua 640 mm. Nell'area coltivata (il 53% dell'area totale del distretto) si producono grano e ortaglie; estesi i boschi di elci e di sugheri. Il distretto di Évora è importante per l'allevamento di muli, asini, ovini e caprini, e per le miniere di rame e di ferro. Industrie tradizionali sono quelle tessili e dei prodotti tannici. Sotto i Romani il distretto era notevole centro cerealifero.
Bibl.: Corpus Inscriptionum Latinarum, II, pp. 13, 805, 1029; G. Dehio e G. Bezold, Die kirchliche Baukunst d. Abendlandes, Stoccarda 1892; Leite de Vasconcellos, Évora, in O arch. portug, VI (1908), p. 121; G. Pereira, O arco de dona Isabel, in O Arch. portug., V (1900); p. 110; A. Haupt, Geschichte der Renaissance in Spanien und Portugal, Stoccarda 1927; C. David, Évora, Oporto 1930; F. Pellati, Monumenti del Portogallo Romano, in Historia, 1931.