Poeta russo (Zima, Siberia, 1933 - Tulsa, Oklahoma, 2017). Tra i poeti più significativi della generazione successiva alla morte di Stalin, ha unito nella sua opera la rivendicazione della libertà di espressione e la denuncia del perdurare, oltre la scomparsa del dittatore, dello stalinismo (Nasledniki Stalina "Gli eredi di Stalin", 1962). Centrale nelle sue opere è pure la rievocazione del paesaggio siberiano (Jagodnye mesta ("Il posto delle bacche", 1981).
E. ha esordito giovanissimo (Razvedčiki grjaduščego "Gli esploratori dell'avvenire", 1952) sotto la suggestione della poesia di Majakovskij. Nelle liriche successive si è ispirato a motivi e problemi di attualità, scagliandosi spesso contro i burocrati e i carrieristi (I drugie "Anche gli altri", 1962) e polemizzando con gli ammiratori postumi di Stalin (Nasledniki Stalina "Gli eredi di Stalin", 1962). Nel 1963 pubblicò un'autobiografia che venne censurata dalla stampa sovietica. Fra le sue opere di maggior rilievo spiccano liriche e poemi dedicati alla sua terra siberiana (Stancija Zima "La stazione di Zima", 1956; Bratskaja GES "La centrale idroelettrica di Bratsk", 1965). Inoltre: Idut belye snegi ("Cadono bianche le nevi", 1969), Kazanskij universitet ("L'università di Kazan´", 1970), Doroga nomer odin ("Strada numero uno", 1972), Poet v Rossii bol´še čem poet ("Il poeta in Russia è più che poeta", 1973). Nel 1991 è stata pubblicata una raccolta dei suoi versi dal 1957 al 1990. Nel 1981 ha scritto Jagodnye mesta ("Il posto delle bacche", trad. it. 1982), suo primo romanzo, a cui hanno fatto seguito Ardabiola (1991) e Ne umiraj prezde smerti ("Non morire prima di morire", 1995); ha anche diretto i film: Detskiy sad (Giardino d'infanzia, 1984); Pokhorony Stalina (Il funerale di Stalin, 1990). Ha scritto ancora: Pamjatniki ne emigrirujut ("I monumenti non emigrano", 2005); Stihi 21. veka ("Poesie del 21. secolo", 2006). Docente dal 1993 di letteratura russa all'università di Tulsa (Oklahoma), nel 2006 ha ottenuto il Premio Librex Montale.