FERRARI, Evangelista
Nacque nel 1740 a Torrechiara (Parma). Studiò architettura con E.-A. Petitot all'Accademia di belle arti di Parma e pittura di paesaggio presso B. Bossi. Lo Scarabelli Zunti lo definisce "buon pittore di quadrature, arabeschi e grottesche", ma il F. è oggi noto solo per la sua produzione grafica nel campo dell'architettura e dell'editoria.
Nel 1764 partecipò, senza successo, al concorso accademico che imponeva l'elaborazione di una cappella sepolcrale (Copertini, 1935, p. 127). Il corpo accademico preferì al suo il progetto del colornese R. Cugini, giudicato "più di conformità al suggetto proposto" (cit. in Pellegri, 1988, p. 51). L'anno successivo vinse il primo premio al concorso di disegno di architettura: il tema richiedeva la "Pianta, ed Ornato di una Cascata d'acque in un delizioso Boschetto".
Presso l'Accademia di belle arti di Parma si conservano i tre progetti, del F., datati 1763, raffiguranti la planimetria della cascata, la sezione e il prospetto. L'arficolazione della cascata, lungo un pendio alberato, si sviluppa entro lunghi portici ricchi di statue e intervallati da padiglioni e obelischi. Puntuali citazioni di cultura antiquaria si ravvisano nella struttura architettonica e nel partito decorativo (Pellegri, 1988, ripr. pp. 62 s.).
Il 9 luglio 1774 fu nominato accademico d'onore e l'anno successivo fu eletto accademico professore e consigliere con voto (Copertini, 1935, pp. 125, 129 nn. 2-4). Dal 1776 al 1779 il suo nome ricorre fra gli accademici professori con voto e fra i professori aggiunti dell'Accademia parmense. L'elezione del 1775 fu ottenuta dal F. grazie al monocromo a tempera (Parma, Accademia di belle arti) raffigurante Iltempio della memoria (ripr. in Copertini, 1935, p. 125).
Come si legge nel verbale della commissione accademica (ibid., pp. 125 s.), il dipinto raffigura una "rotonda con un maestoso vestibolo, che annunzia la sacra Sede della Dea Mnemosine ..." all'interno della quale si trova "una Deache presenta il R. Infante alla Memoria". In questa personificazione della città di Parma con accanto la figura di Ludovico figlio di Ferdinando di Borbone, come anche nellealtre piccole figure che popolano la scena, il F. risente, secondo Copertini (ibid.), dello stile dei suoi maestri, Petitot e Bossi, come pure della linea parmigianinesca.
Nel 1775, con il Bossi, fornì gli ornati per l'edizione bodoniana degli Epithalamia exoticis linguis, stampati a Parma in occasione delle nozze di Carlo Emanuele Ferdinando di Savoia con Maria Adelaide Clotilde, figlia di Luigi XV. D. Cagnoni e F. Patrini intagliarono i suoi disegni, dai quali traspare un attento studio delle decorazioni del Petitot: eseguì le quattro medaglie raffiguranti i due sposi, re Vittorio Amedeo III di Savoia e Maria Antonia, più le 24 medaglie dei principi sabaudi, i 29 fregi per le testate e le decorazioni per le iniziali (Ibid., p. 128).
Con D. Mussi è ricordato per le perdute pitture eseguite, a tempera e ad affresco, nella tribuna ducale della cappella reale di S. Liborio a Colorno, costruita dal 1775 al 1777 (Pellegri, 1981). Gli è inoltre attribuito un disegno ad inchiostro acquerellato con un fregio, sormontato dalla corona reale, che doveva contenere i ritratti del duca e della duchessa entro due ovati circondati da cornucopie e serti d'alloro (Pellegri, 1984, ripr. p. 81).
Il F. Morì a Parma nel 1779; il 6 settembre dello stesso anno l'Accademia chiedeva al ministro del duca un sussidio per la vedova, Marianna Sbravati (Copertini, 1935, pp. 129, 132 n. 15).
Anche il fratello del F., Giacomo Giuseppe, nato a Torrechiara nel, 1747, fu allievo del Petitot. Ricordato come "pittore di architetture" (Scarabelli Zunti, c. 126), nel 1773 vinse il primo premio al concorso di architettura con l'elaborazione del progetto di una "magnifica piazza pubblica... decorata da molte facciate d'edifici che destinar si possono a vari usi..." (L'Accademia parmense..., 1979, p. 63), di cui si conserva la sola planimetria generale presso l'istituto d'arte "P. Toschi" di Parma. Nel 1774 il suo nome compare fra quelli dei professori dell'Accademià parmense, dall'anno successivo e professore aggiunto. Nel 1779 il conte C. G. Della Torre di Rezzonico, presidente dell'Accademia parmense, lo propose nella carica di direttore delle Reali Fabbriche, incarico che ricoprì per diversi anni.
Il Donati (1824) ricorda la decorazione della E acciata dell'oratorio di S. Giovanni Battista, condotta nell'ambito dei lavori di ristrutturazione dell'edificio avviati nel 1732. Gli è attribuita la decorazione a quadratura del salone del palazzo ducale di Colorno (1779), opera alla quale collaborarono il figurista piacentino A. Bresciani e C. A. Dal Verme. Gli sono state ascritte le quadrature di alcune sale dell'appartamento del duca Filippo di Borbone nella residenza di Colorno e, in particolare, nella cappella affrescata dal Bresciani (1773), con DioPadre e gli angeli.
Nel 1790 Giacomo Giuseppe si trasferì in Russia, e a Pietroburgo progettò diverse opere di architettura: nel 1792-1795 realizzò la chiesa luterana dei Ss. Pietro e Paolo e dal 1800 al 1806 la torre della Duma (Consiglio municipale); eseguì inoltre rifacimenti nel palazzo di Strjelna, in particolare nella cosiddetta "sala militare" (Lo Gatto, 1943). Morì a Pietroburgo nel 1807.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Parma, Raccolta Sanseverini, I, mappa 24; Parma, Soprintendenza ai Beni artistici e storici, E. Scarabelli Zunti, Documenti e mem. di belle arti parmigiane (ms.), VIII (1751-1800), c. 125r (c. 126r per Giacomo Giuseppe); C. G. di Rezzonico, Opere, II, Parma 1779, p. 130 n. 6; P. Zani, Enc. critica metodico-ragionata delle belle arti, VIII, Parma 1794, p. 247 (anche per Giacomo Giuseppe); Vita del cavaliere B. Bodoni [di G. De Lama], Parma 1816, II, pp. 10 s.; P. Donati, Nuovissima guida di Parma, Parma 1824, p. 154 (per Giacomo Giuseppe: nota manoscritta nella copia conservata presso la Biblioteca della Soprintendenza ai Beni artistici e storici di Parma); G. Jannelli, Dizionario biografico dei parmigiani, Genova 1877, p. 166 (per Giacomo Giuseppe);. E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, III, Roma 1934, pp. 128 s., 182 (per Giacomo Giuseppe); Inventario degli oggetti d'arte d'Italia. Provincia di Parma, Roma 1934, p. 150; G. Copertini; Un artista parmense del Settecento: E. F., in Aurea Parma, XIX (1935), pp. 125-132, tavv. n.n.; E. Lo Gatto, Gli artisti italiani in Russia, III, Roma 1943, pp. 128 s., 182 (per Giacomo Giuseppe); M. Castelli Zanzucchi, L'architetto E. Petitot, in Parma per l'arte, XIV (1964), pp. 213-219; M. Pellegri, E. A. Petitot, architetto francese alla real corte dei Borboni di Parma, Parma 1965, pp. 90, 105; B. Adorni, Iconcorsi di archit. dell'Accademia parmense, in L'arte a Parma dai Farnese ai Borbone (catal.), Bologna 1979, p. 220 (per Giacomo Giuseppe); L'Accademia parmense di belle arti. Saggi dei concorsi di pittura architettura e scultura 1752-1796 (catal.), a cura di M. Pellegri, Parma 1979, p. 59 (pp. 62 s. per Giacomo Giuseppe); G. Cirillo-G. Godi, Le "vite" di artisti settecenteschi del Bertoluzzi, in Parma nell'arte, XII (1980), pp. 71-80; M. Pellegri, Colorno. Villa ducale, Milano 1981, pp. 103, 150 n. 66; G. Cirillo - G. Godi, Guida artistica del Parmense, I, Parma 1984, p. 219 (per Giacomo Giuseppe); M. Pellegri, IlMuseo Glauco Lombardi, Parma 1984, pp. 77, 81; Id., Concorsi dell'Accademia reale di belle arti di Parma dal 1757 al 1796, Parma 1988, pp. 19, 60, tavv. 62 s. (pp. 110, 115 per Giacomo Giuseppe); C. Mambriani, L'Accademia di belle arti di Parma e la formazione dell'architetto, in Atti del Convegno di studio "L'architettura nelle accademie riformate" (Milano1989), a cura di G. Ricci, Milano 1992, p. 175 n. 28; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 448 (p. 453 per Giacomo Giuseppe).