EUTYCHIDES (Εὐτυχίδης, Eutychides)
1°. - Scultore di Sicione, il più importante scolaro di Lisippo, bronzista, scultore e pittore. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 51) dice che lavorò nella 121a Olimpiade (296-293 a. C.), probabilmente perché quello è l'anno del suo capolavoro, la Tyche di Antiochia, città fondata sull'Oronte nel 300 (Olimpiade 119a). Un simile incarico indica che in quel tempo E. era un artista già rinomato. La statua della Tyche (Paus., vi, 2, 7 e J. Malalas, Chronogr., xi, p. 276, ed. Bonn), un simulacro di bronzo di dimensioni colossali, fu raffigurata sulle monete della città e si è potuta riconoscere in alcune riproduzioni di dimensioni ridotte, di età romana, di cui la migliore è la statua del Vaticano (Galleria dei Candelabri, 184). Derivazioni in marmo (Budapest), in bronzo (Parigi e Firenze), in argento (Londra), presentano alcune differenze tra loro. Più lontane derivazioni del tipo: Tetide dalla stazione Termini (Roma); figura femminile da Tor Pignattara e forse il tipo della Musa seduta del gruppo di Philiskos (v.). La figura femminile con in capo la corona turrita, personificazione della città, siede su una roccia, ha alcune spighe in mano e poggia il piede destro su un giovinetto in atto di nuotare, personificazione del fiume Oronte. Notevole per la costruzione dei volumi e per il drappeggio, quest'opera si inquadra nella corrente lisippea per il nervosismo dinamico dell'atteggiamento e delle linee. È la prima volta che nell'arte greca una città venga rappresentata con la propria personificazione e non con quella delle sue divinità protettrici. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 78) ricorda come opera di E. anche una statua di Eurotas ed a questa notizia aggiunge un giudizio critico che gli antichi davano sull'arte dello scultore; si diceva infatti che lo stile di lui era più liquido del fiume (cfr. Anth. Palat., ix, 709). Si è tentato di identificare la statua dell'Eurotas con una copia romana, nei Musei Vaticani, di una mezza figura di un giovane in atto di nuotare, con le anche cinte di erbe palustri, attributo normale di divinità fluviali. Questa ipotesi è però molto discussa. Un tentativo di attribuire ad E. la Nike di Samotracia non ha avuto seguito. Pausania nomina ancora di lui una statua di bronzo di Timostene eleo, che vinse una gara di fanciulli nello stadio di Olimpia (vi, 2, 6). Plinio (Nat. hist., xxxvi, 34) cita un Bacco nella collezione di Asinio Pollione ed un dipinto (Nat. hist., xxxv, 141) con una Nike su di una biga ambedue di E., ma potrebbe trattarsi di omonimi. Suo scolaro fu Kantharos di Sicione, che eseguì in Olimpia statue di atleti vincitori.
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