EUTARICO
Figlio di Viderico, discendeva dal ramo visigoto della stirpe degli Amali. Il nonno, Berimundo, era forse il pronipote del re ostrogoto Ermanarico che, secondo Ammiano Marcellino (Res gestae, XXXI, 3, 1-2, a cura di W. Seyfarth, Berlin 1978, II, pp. 166 s.), regnava nell'attuale Ucraina e si suicidò nel 375, quando gli Unni invasero il suo regno.
Si racconta che nel 427 Berimundo trasferì la sua gente nel regno visigoto di Tolosa, in contrasto con gli Ostrogoti che si erano sottomessi agli invasori. A quanto pare, c'era anche un progetto di elevare Berimundo a re dei Visigoti, ma la stirpe dei Balti conservò il potere con Teoderido, re dal 418 al 451. Berimundo aveva portato con sé il figlio Viderico, il quale nel 439, proprio nel momento in cui l'esistenza stessa del regno di Tolosa era in pericolo, condusse una politica di indipendenza dal re Teoderido. Viderico, stando alla tradizione, rimase fedele ai Romani, distinguendosi per le sue capacità militari. Si può pensare che avesse intenzione di rovesciare, con l'aiuto romano il regno di Teoderido, intenzione che tuttavia Giordano attribuisce a suo padre, Berimundo (Romana et Getica, a cura di Th. Morninsen, in Mon. Germ. Hist., Auct. antiq., V, 1, Berolini 1882, p. 103). In ogni caso si riscontrano molti nomi di Origine amala nella toponomastica dell'Aquitania, e si sa anche che, dopo il 473, un altro gruppo di Amali giunse in Gallia per aderire al nuovo re visigoto, Eurico, re dal 466 al 468. E. portava forse lo stesso nome del re visigoto, appartenente alla stirpe dei Balti. In questo caso è ipotizzabile che gli Amali si fossero accordati con la famiglia regnante di Tolosa e che si fossero stabiliti legami parentali tra le due famiglie reali dei Goti.
Nel 515 E. sposò Amalasunta, figlia ed erede del re degli Ostrogoti Teodorico il Grande, e con questo matrimonio fu sancita la successione di E. al regno ostrogoto. Al momento del suo matrimonio con Amalasunta E. era probabilmente ancora giovane benché Cassiodoro (Variae, VIII, 1, 3) lo descriva come coetaneo dell'imperatore Giustino 1, che morì nel 527, dodici anni dopo le nozze di Eutarico all'età di almeno settantacinque anni. Nonostante tutto l'incertezza rimane, e neppure la circostanza che E. morì nel 522-523permette di avanzare ipotesi circa la sua vera età, dato che la sua improvvisa morte suscitò stupore.
L'imperatore Giustino I, salito al trono nel 518, riconobbe l'ordine di successione stabilito da Teodorico, esaudendo il desiderio che il re aveva espresso già nei confronti dell'imperatore Anastasio (493-98), ma che era rimasto inascoltato a causa dello scisma. Dopo che E. fu adottato da Giustino per arma secondo l'uso barbarico, ottenne il diritto di cittadinanza romana e nel 519 ascese al consolato con il nome di Flavio Eutarico Ciligia (non è stata chiarita l'origine di questo cognome). Il fatto che il goto E. ricoprisse il consolato insieme con l'imperatore e venisse nominato prima di quest'ultimo costituiva un onore eccezionale. La successione di E. risultava quindi legittimata in maniera chiara, sia per i Goti sia per i Romani. Essa si basava inoltre su tutti gli elementi che avevano legittimato anche il regno di Teodorico: designazione da parte del predecessore e adozione da parte dell'imperatore, concessione della cittadinanza romana e consolato.
E. festeggiò l'ingresso nel consolato in modo sontuoso. Furono organizzati giochi per il popolo a Roma e a Ravenna, e i senatori insigniti di onorificenze; il re vandalo Trasamundo mandò dall'Africa, com'era nella tradizione, le belve per gli spettacoli di caccia che si svolgevano a Roma. Per l'occasione Cassiodoro scrisse la sua Chronica e forse anche una storia dei Goti, oggi perduta, che costituì la fonte per i Gética di Giordano. Sempre in onore di E. Cassiodoro pronunciò il consueto panegirico quando questi prese possesso del consolato. La simpatia dei Romani per il principe ereditario ostrogoto deve esser però scemata ben presto quando, in occasione dei disordini del 520, E. si pronunciò per una dura repressione; agli occhi dei cattolici d'Italia ariani ed ebrei sembravano essersi coalizzati. La calma fu ristabilita presto, anche perché il governo imperiale continuò a dimostrarsi conciliante.
La morte di E., sopravvenuta nel 522 o nel 523, annullò l'ordine di successione stabilito da Teodorico e confermato da Costantinopoli.
Dal matrimonio con Amalasunta nacquero due figli: nel 516 Atalarico, che tra il 526 e il 534 sarebbe stato re degli Ostrogoti, e, probabilmente nel 518, Matasunta, la quale come seconda moglie di Vitige, tra il 536-537 e il 540, fu regina degli Ostrogoti. Matasunta si trasferì poi a Costantinopoli e dopo la morte di Vitige, marito poco amato, fu data in sposa da Giustiniano I al nipote Germano I. Dall'unione di Matasunta con Germano I nacque, postumo, Germano II, nipote e ultimo discendente di E., che finì miseramente i suoi giorni in esilio.
Fonti e Bibl.: Cassiodori Senatoris Chronica, a cura di Th. Mommsen, in Mon. Germ. Hist., Auct. Antiq., XI, Berolini 1894, pp. 160 s.; Procopius Caesariensis, De bello Persico, a cura di J. Havry, I, Lipsiae 1972, pp. 50 ss.; J. R. Martindale, Prosopography of the Later Roman Empire, II, Cambridge 1980, p. 438; H. Wolfram, Storia dei Goti, Roma 1985, ad Indicem.