EUSTASIO
La prima menzione di E. si trova in una carta del novembre 1082 (l'anno va probabilmente emendato in 1083), che, sicuramente non autentica nella forma in cui è conservata, potrebbe tuttavia essere il rifacimento di un documento andato perduto, come ha proposto il Pratesi. Con questa carta Urso, arcivescovo di Canosa e di Bari (1080-1089), su richiesta del presbitero E., che aveva costruito "a fundamentis" la chiesa di Ognissanti di Cuti (Valenzano, prov. di Bari), concedeva a quest'ultima l'esenzione dalla giurisdizione vescovile. Nel documento ad E. è attribuito solo il titolo di "presbiter", ma la chiesa di Ognissanti di Cuti risulta essere stata in realtà un monastero di cui E. può essere considerato il primo abate. In una bolla di Pasquale II del 9 sett. 1115 (Pergamene di S. Nicola..., n. 62) E. viene infatti detto "fundator et abbas" del monastero. Nel maggio del 1103 l'arcivescovo di Bari Elia confermò l'esenzione dalla giurisdizione vescovile concessa da Urso, e nel relativo documento si legge: "ecclesiam omnium sanctorum predictus Eustasius suo stipendio laboravit, in qua sacrorum monachorum cetus regulariter secum viventium ac sedule Deum laudantium. coadunavit" (ibid., n. 3 7).
Dopo la morte dell'arcivescovo Elia, rettore della basilica di S. Nicola, avvenuta il 23 maggio 1105, E. divenne rettore e "custode" di S. Nicola, senza per questo abbandonare il governo della sua abbazia. Nel giugno 1105 Leo Pilillo, dietro compenso, rinunciò nelle mani di E. a tutti i privilegi derivantigli dalla partecipazione all'opera di traslazione delle reliquie di S. Nicola da Mira a Bari. Il fatto è da mettersi forse in relazione con un tentativo, allora compiuto da E., di contenere l'influenza dei laici sulla basilica, la cui decorazione fu terminata durante il suo rettorato, come risulta da una iscrizione. Il 18 nov. 1105 Pasquale II concesse a E. "abbati ecclesiae sancti Nicolai" la protezione speciale della Sede apostolica alla basilica consacrata nel 1089 dal predecessore Urbano II. Nel 1115, con la già ricordata bolla del 9 settembre, E. otteneva dal papa Pasquale II la conferma di tutti i diritti e di tutti i privilegi del suo monastero di Ognissanti in Cuti.
Sul ruolo svolto da E. nelle movimentate vicende baresi che nel 1118portarono all'uccisione dell'arcivescovo Risone non si sa nulla di preciso.
La morte di E. deve essere collocata dopo il giugno del 1123, poiché egli compare ancora attivo in un atto di donazione redatto in quello stesso mese a favore della basilica di S. Nicola (ibid., n. 69) e prima del settembre dello stesso anno, poiché quella data reca una bolla di Callisto II indirizzata a Melo, successore di E. nell'abbazia di Cuti.
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