CELEBRINO, Eustachio
Nacque a Udine verso la fine del sec. XV. Nulla si sa della sua famiglia e dei suoi studi (mancano prove del conseguimento della laurea in medicina cui accenna quasi tutta la letteratura). La ricostruzione della sua biografia è affidata in pratica alle date e ai luoghi di edizione delle opere da lui scritte o illustrate con xilografie, nonché a qualche breve accenno contenuto nei capitoli in terzine dal titolo La dechiaratione perche non e venuto il diluvio del MDXXIIII, apparsi a Venezia probabilmente nel 1525.
All'inizio del poemetto il C. infatti afferma di essere giunto a metà della sua vita e di aver lasciato la casa paterna nel 1511, convinto da qualcuno con "astuzie" e "inganni". Appunto al 1511 risale la sua prima xilografia firmata, eseguita a Perugia per il Libro darme e damore chiamato Gisberto da Mascona...di Francesco Lutio da Trevi, stampato da Girolamo di Francesco Cartolari. Nella stessa città il C. si trattenne almeno fino al 1518, lavorando anche per il tipografo Cosimo Bianchino del Leone. Dal 1523 lo troviamo attivo a Venezia in occasione della stampa della seconda parte (intitolata Il modo de temperare le penne con le varie sorti de littere) del manuale di calligrafia di Ludovico Arrighi detto il Vicentino, La operina... da imparare di scrivere littera cancellarescha. Per questo libro il C. diede un primo saggio delle sue qualità di xilografo in campo calligrafico, che confermò subito dopo disegnando e incidendo almeno una parte delle tavole dell'altro notissimo manuale di scrittura di Giovanni Antonio Tagliente, La vera arte delo excellente scrivere... (il suonome figura nell'edizione del 1525, ma è certo che il C. collaborò anche a quella del 1524). Nel corso del 1525 il C. diede alle stampe un suo opuscoletto interamente xilografico, Il modo d'imparare di scrivere lettera merchantescha...(senza indicazione di luogo né di tipografo), che costituisce indubbiamente un singolare esempio di arte calligrafica. Successivamente il C. abbandonò per qualche tempo le tipografie veneziane (tra le quali sembra aver dato le sue preferenze a quella di Francesco Bindoni e Maffeo Pasini) per stampare alcuni suoi opuscoli dai chiari intenti commerciali a Cesena per i tipi di Girolamo Soncino. L'ultima opera datata del C. (escluse ristampe e nuove edizioni), il Formulario de lettere amorose intitolato Chiave d'amore, apparve a Venezia nel 1538 presso il tipografo Paolo Danza. Non si conoscono data e luogo della sua morte.
Poligrafo, incisore, calligrafo, il C. non raggiunse in nessuna di queste attività livelli d'eccezione, ma in tutte trovò modo di esplicare un'estrosa genialità e delle non comuni qualità artistiche. Tra le sue xilografie si distinguono per finezza di segno e complessità di rappresentazione i soggetti incisi nel 1523 per il Duello di Paris de Puteo (gladiatori tra Marte e Bellona e in basso un parata di combattenti) e L'Antheo gigante di Francesco de Lodovici (trionfo di Carlo Magno preceduto dal gigante incatenato sullo sfondo di Parigi). La sicurezza della mano del C. si rileva particolarmente nel disegno dei caratteri calligrafici dei manuali dell'Arrighi e del Tagliente e del suo opuscolo sulla mercantesca. Nelle otto carte di quest'ultimo, in cui l'evidente imitazione di esempi tratti dalle opere precedenti è compensata dall'alta qualità dell'intaglio, sono proposti numerosi modelli di lettere che vengono utilizzati successivamente nella composizione del brevissimo testo.
La stessa varietà grafica impedisce di definire un'autonoma posizione del C. al momento dell'apparizione dei primi manuali di scrittura: egli si diverte semplicemente a disegnare un gran numero di modelli nella grafia usata comunemente dalle cancellerie e dalla grande borghesia professionale, al cui apprendimento è interessata una ampia fascia di persone di più umile estrazione, in genere dedite ad attività commerciali. Che alla base di questo atteggiamento siano un naturale dilettantismo e delle ragioni di cassetta è confermato da buona parte della produzione del C., autore di una nutrita serie di operette modeste per mole e impegno. In alcuni casi si tratta di prodotti francamente commerciali che si propongono di conquistare l'attenzione del grosso pubblico con argomenti di richiamo quali la salute, il galateo, le lingue straniere (Regimento mirabile et verissimo a conservar la sanita in tempo di peste..., Cesena 1527; Opera nova che insegna apparecchiar una mensa a uno convito...,Cesena, senza indicazione di anno; Opera nova piacevole la quale insegna di fare varie compositione odorifere per adornar ciascuna donna intitolata Venusta, 1525, senza indicazione di luogo; Opera a chi si dillettasse de saper domandar ciascheduna cosa in Turchesco, senza indicazione di luogo e di anno). Ma anche le novelle in versi (Esempio d'un giovane ricchissimo qual consumata la ricchezza disperato a un trave si sospese...,Vinegia 1530; Novella de uno prete il qual [sic] per voler far le corne a un contadino se ritrovo in la merda lui e il chierico ..., Venetia 1535) e i poemetti di argomento contemporaneo (La Presa di Roma..., 1528, senza indicazione di luogo, più volte ristampata col titolo Tutti li successi di Borbone fatti in Italia...; Questa si è la morte di Papa Alixandro Sesto) sono diretti a un pubblico capace di gustare simili spunti senza imbarazzarsi di fronte ai metri scombinati (quasi sempre ottave) e a un volgare infiorato di dialettismi.
Bibl.: L'elenco più completo delle opere del C. viene dato da L. Servolini, E. C. da Udine intagliatore, calligrafo, poligrafo ed editore del sec. XVI, in Gutenberg-Jahrbuch, XIX-XXIV(1944-1949), pp. 179-189 (su cui v. le osservazioni di L. Donati, Difendo gli studi italiani, in La Bibliofilia, LII [1950], pp. 269-276). Su di lui cfr. inoltre: G. G. Liruti, Notizie delle vite ed opere scritte da' letter. del Friuli, IV,Venezia 1830, pp. 33 a.; C.Milanesi, Il Sacco di Roma del MDXXVII. Narrazioni di contemporanei,Firenze 1867, pp. XLIV ss.; E. Narducci, La Presa di Roma... per il C. composta. MDXXVIII, in Il Buonarroti, s. 2, VII (1872), pp. 347-359; Id., Altro opuscolo del C., ibid., VIII (1873), pp. 117 s.; G. d'Adda, Canti stor. popolari ital. ...,I, La morte di papa Alessandro VI, in Arch. stor. lomb., II (1875), pp. 13-27; G. Manzoni, Studii di bibliografia analitica, Bologna 1882, pp. XXVII-XXXI,XLVII-LI, 99; F. di Manzano, Cenni biogr. dei letterati ed artisti friulani...,Udine 1884, p. 56; Duc de Rivoli [V. Masséna], Les missels imprimés à Venise de 1481 à 1600, Paris 1896, p. IV; Prince d'Esaling [V. Masséna], Les livres à figures vénitiens..., II, 1, Florence-Paris 1909, pp. 227 n. 1721, 340 n. 1949; II, 2, ibid. 1909, pp. 409 n. 2096, 456 n. 2184, 478 n. 2226, 487 s. n. 2242, 520 s. n. 2307, 538 s. nn. 2340-2342, 662 s., 671 s.; III, ibid. 1914, pp. 116-121; A. Medin, La battaglia di Pavia. Profeti e poeti italiani, in Arch. stor. lomb., LII (1925), pp. 256, 257 n. 2; S. Morison, E. C. da Udene...(con un facsimile completo dell'opuscolo Il modo d'imparare di scrivere lettera merchantescha),Paris 1929; M.Sander, Le livre à figures ital. depuis 1467 jusqu'à 1530, Milan 1942, I, nn. 1895-1905, 2033; II, nn. 4007, 4067, 5415, 5802; III, nn. 7165, 7166, 7476, 7577-7580; VI, fig. 728; C. E. Rava, Arte dell'illustr. nel libro ital. del Rinascimento, Milano 1945, pp. 35, 41 n. 69; G. Comelli, Ricettario di bellezza di E. C. medico e incisore del Cinquecento, in Scritti vari dedicati a M. Parenti per il suo sessantesimo annivers., Firenze 1960, pp. 137-150; P. Hofer, Variant Issues of the FirstEdition of Ludovico Arrigi Vicenino's 'Operina', in Calligr. and Palaeography. Essays Presented toA. Fairbassk…, a cura di A. S. Osley, London 1965, p. 104; E. Casamasima, Trattati di scritturadel Cinquecento ital., Milano 1966, pp. 44, 46, 49 s., 57 n. 21, 58 nn. 31 s., 85 s., 87 s., tavv. XXI-XXX, XXXIII s.; C. E. Rava, Supplément à M. Sander, Le livre à figures italien...,Milan 1969, nn. 1896 a. 1901 a, 1904 bis, 1904 bis a, 1904 bis b, 2033 a; Libri, editori e pubbliconell'Europa moderna. Guida storica e critica, a cura di A. Petrucci, Roma-Bari 1977, p. XXVII; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 263 s.; XI, p. 90.