Santo e martire: secondo una leggenda contenuta in varî testi agiografici (in greco, latino, in lingue orientali e in lingue volgari) fu magister militum sotto Traiano, e, con la moglie (Teopista) e i figli (Agapito e Teopisto) si convertì al cristianesimo, per aver visto durante una caccia un cervo con una croce luminosa tra le corna. Dopo varie vicende, E. riapparve vincitore in una campagna contro i barbari; dopo, essendosi rifiutato di sacrificare, fu chiuso con i suoi dentro un toro di bronzo infuocato. La leggenda ebbe soprattutto nel basso Medioevo un'enorme diffusione (basta pensare agli sviluppi letterarî e ai diffusi motivi iconografici), che accompagnò il culto: a Roma, sin dall'8º sec., si intitolò una chiesa al santo. Delle diverse date della sua festa, prevalse quella del 20 sett.; è patrono dei cacciatori e dei guardiacaccia.