LESUEUR, Eustache
Pittore, nato a Parigi il 18 novembre 1616 (o 1617), ivi morto il 30 aprile 1655. Già quindicenne lavorava nella bottega del Vouet, la cui influenza si palesa però solo nelle opere giovanili. Nei quadri tratti dal Sogno di Polifilo (il migliore, nel museo di Rouen) attraverso il Vouet si sente l'arte dei Carracci e del Caravaggio. Il L. sembra ispirato da Raffaello, su stampe e su disegni, poiché mai non venne in Italia. La cronologia delle sue opere è poco sicura. Le decorazioni da lui eseguite nel Palazzo Lambert di Thorigny ci sono note per numerose descrizioni e per le incisioni del Perelle, ma i pannelli dipinti sono ormai quasi tutti dispersi (il Louvre possiede la serie delle Muse, dalle tinte particolarmente chiare). I concetti informatori del loro complesso persistettero nei secoli XVIII e XIX. Ancor più moderni appariscono i pannelli decorativi del Cabinet d'Amour, in cui si è voluto troppo vedere i riflessi delle Logge vaticane; e i chiaroscuri della sala da bagno richiamano addirittura il nome di Prud'hon. I dipinti con scene di S. Brunone, ora al Louvre, già alla Certosa (1645-1648) sono molto guasti da restauri. Tra i dipinti di soggetto sacro sono specialmente importanti L'Angelo e Tobia (museo di Grenoble), il Cristo portacroce (Louvre), La Presentazione (museo di Marsiglia), La Messa di S. Martino (1654, Louvre), opera capitale della pittura francese, in cui a una straordinaria delicatezza di prospettiva lineare va unito un senso del colore in sé, che ricorda la miniatura, ed è libera dall'ossessione di emulare la scultura, che rovinava allora la pittura europea. La parte migliore dell'opera del L. è costituita da disegni a carboncino, che il Louvre possiede in buon numero.
Bibl.: C. P. Landon, œuvres complètes d'E. Le S., ecc., Parigi 1844; L. Dussieux, Nouvelles recherches sur la vie et les œuvres de L., in Arch. de l'art franç., II (1852-53), pp. 1-124; G. Rouchès, E. L., Parigi 1923; R. Graul, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.).