EUSEBIO di Vercelli, Santo
Nato in Sardegna, fu per qualche tempo lettore nella chiesa di Roma e quindi eletto vescovo di Vercelli nel 345. Per il suo atteggiamento contrario alla politica ariana di Costanzo (v. arianesimo) fu esiliato (355-356) prima a Scitopoli e poi in Cappadocia. Solo nel 361 l'editto di Giuliano l'Apostata lo rese alla libertà. Morì nel 370 (o 371?) e la Chiesa lo venera come martire. Secondo S. Girolamo (De vir. ill., XCVI) avrebbe tradotto in latino i Commentarî ai Salmi di Eusebio di Cesarea; gli è stata anche attribuita la paternità del simbolo atanasiano quicumque (Patrol. graeca, XXVIII, coll. 1581-1596). Di lui ci rimangono tre lettere (Patrol. lat., X, 713-714; XII, 947-954).
Bibl.: P. de Labriolle, Hist. de la littérature latine chrétienne, 2ª ed., Parigi 1924, pp. 304, 320, 342-343; O. Bardenhewer, Gesch. der altkirch. Literatur, Friburgo in B. 1912, pp. 486-487; C. H. Turner, in Journal of Theological studies, I (1900), p. 126 segg.; id., ibidem, XI (1910), pp. 401-411; A. E. Burn, ibidem, I (1900), p. 592 segg.; A. Feder, in Sitzungsberichte der Kaiserl. Akademie der Wissenschaften, Vienna, CLXII (1909), p. 64 segg.