BAVA, Eusebio
Generale dell'esercito sardo, nato a Vercelli nel 1790. Dopo aver compiuto i primi studî militari in Francia nella scuola di Saint-Cyr, entrò nell'esercito imperiale, in cui rimase per dieci anni, fino alla caduta di Napoleone, quasi sempre destinato a reparti operanti nella penisola iberica, dove acquistò particolare pratica nella guerra di partigiani. Rimasto prigioniero degl'Inglesi in una fazione presso Oporto, riuscì a evadere e a raggiungere di nuovo il suo reggimento. Caduto l'Impero rientrò nel nativo Piemonte e fece parte dell'esercito della restaurata monarchia di Savoia.
Quando scoppiò la guerra del 1848, il B. si trovava governatore militare di Alessandria col grado di luogotenente generale. Nella guerra ebbe parte attivissima e si potrebbe dire preponderante, non solo perché fu al comando di uno dei due corpi d'armata costituenti l'esercito piemontese di campagna, ma anche perché la particolare considerazione di Carlo Alberto gli valse di essere chiamato spesso a consulente del Comando supremo. Queste sue funzioni marginali, spesso contrastanti con le attribuzioni del capo di Stato maggiore, generale Salasco, non giovarono alla chiara definizione delle responsabilità, quando si volle risalire alle cause della disgraziata fine della campagna. Da ciò forse dipese il tono polemico, e non sempre riguardoso verso la stessa persoria del re, che si rileva nella Relazione delle operazioni militari nella campagna del 1848, indirizzata dal B. al ministro della Guerra e da lui resa di pubblica ragione di propria iniziativa. Vi traspare ad ogni passo la preoccupazione di rigettare su altri la colpa di tutto ciò che era mal riuscito e di assicurare a sé il merito di ciò che aveva avuto felice esito. Messo in disparte, non partecipò alla successiva campagna di Novara (1849). Il B. ebbe virtù d'ingegno e di coraggio personale, ma gli fece difetto la disciplinata virtù del silenzio. Dopo la sua morte (1854) l'esercito sardo gli decretò una statua marmo su una piazza di Torino.
Bibl.: L'opera del Bava durante la campagna del 1848 emerge ampiamente nelle Relazioni sulla campagna del 1848, dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'esercito italiano, ed è descritta ampiamente nei tre volumi di C. Fabris, Gli avvenimenti militari del 1848 e 1849, Torino 1898-1905.