europigmeo
(euro-pigmeo), s. m. (scherz. iron.) Figura di scarso rilievo nello scenario europeo.
• Ha ragione l’«Economist» quando dice che il presidente non potrà essere un «euro-pigmeo», ma dovrà essere una figura autorevole. E tanto più dovrà esserlo, in quanto, non lo dimentichiamo, sarà comunque un ex e non godrà più dell’autorevolezza che ciascun capo di stato o primo ministro riconosce ai colleghi in carica. A maggior ragione, però, perché gli altri lo rispettino e se ne sentano rappresentati, lo dovranno vedere come qualcuno che si adopra per portare nella decisione finale, non le proprie idee, ma quanto ciascuno di loro ritiene essenziale. (Giuliano Amato, Sole 24 Ore, 18 ottobre 2009, p. 11, Commenti e inchieste) • Secondo [Giuliano] Amato, gli amici sinceri di [Tony] Blair «temono» che la campagna dell’«Economist» e del «Foglio» in realtà «miri a bruciarlo». Se la destra appoggia Blair, fa intendere Amato, allora gatta ci cova. E come no? In realtà siamo subdoli agenti della reazione al servizio del nemico, il nostro vero obiettivo è quello di sabotare le progressive sorti del socialismo internazionale e solo per questo promuoviamo Blair, in modo da cuocerlo ben bene a fuoco lento e agevolare la nomina a presidente di un tecnocrate europeo («europigmei», li chiama l’«Economist») come Jean-Claude Juncker. In realtà non cova nulla, l’autorevole europigmeo lussemburghese è il candidato preferito da Amato e avremmo preferito critiche più di merito, anche perché le ragioni della candidatura di Blair sono palesi, chiare ed autoevidenti in particolare a chi, come Amato, con Blair ha fondato il centro studi internazionale Policy Network. (Christian Rocca, Foglio, 20 ottobre 2009, p. 1, Prima pagina).
- Adattato dall’ingl. europygmy.