Associazione europea di libero scambio
L’Associazione europea di libero scambio (Efta) è un progetto di integrazione economica nato nel 1960 su iniziativa dei paesi non aderenti all’allora Comunità economica europea (Eec), come alternativa e controbilanciamento a quest’ultima. I membri che ne facevano originariamente parte erano Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito, firmatari della Convezione di Stoccolma che dava vita all’organizzazione. Nel 1970 aderì all’Efta anche l’Islanda, nel 1986 la Finlandia e infine, nel 1991, il Liechtenstein. Con il tempo, i paesi aderenti all’Efta che sono diventati membri della Eec – e, successivamente, dell’Unione Europea (Eu) – hanno lasciato l’organizzazione, che attualmente è formata solo da quattro paesi: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
Scopo dell’organizzazione è la promozione del libero scambio e dell’integrazione economica tra i paesi membri, così come la stipula di accordi di libero commercio anche con paesi terzi. In quest’ottica l’Efta ha posto in essere due accordi, l’Accordo di libero scambio dell’Efta, che regola le relazioni con gli altri paesi, e l’Accordo dello spazio economico europeo (European Economic Area, Eea), che permette ai membri dell’organizzazione di partecipare al mercato comune dell’Eu. Fa eccezione la sola Svizzera, che ha deciso di intrattenere delle relazioni di tipo bilaterale con i paesi membri dell’Unione. Nell’ambito degli accordi con i paesi terzi, invece, attualmente l’Efta ha stretto relazioni commerciali a vari livelli con alcuni importanti attori economici internazionali – quali Canada, Corea del Sud, Singapore e Turchia – mentre sta negoziando accordi commerciali, ancora in attesa di ratifica, con altre realtà economicamente rilevanti – i paesi del Consiglio per la cooperazione del Golfo (Gcc), India e Thailandia.
Nel futuro, si prevede che anche altri paesi possano entrar a far parte dell’Eu e, di conseguenza, lasciare l’Efta. È il caso soprattutto dell’Islanda, la cui delicata situazione economico-finanziaria potrebbe costituire un incentivo per l’ingresso del paese nell’Unione Europea, sostenuto da una quota crescente dell’opinione pubblica islandese.
La rilevanza dei rapporti con l’Eu è testimoniata dalla circostanza che, benché gli uffici dell’Efta abbiano sede a Ginevra, vi sono delle sedi distaccate a Bruxelles, proprio per facilitare i rapporti commerciali ed economici l’Unione.
Il più alto e importante organo governativo dell’Associazione europea di libero scambio è costituito dal Consiglio dell’Efta. I membri di questo organo si incontrano a livello di ambasciate una volta al mese a Ginevra ed effettuano consultazioni e negoziati sulle politiche comuni. La Presidenza del Consiglio ruota tra i paesi membri ogni sei mesi. Il Consiglio, nel determinare le proprie politiche, si serve anche di commissioni ad hoc, incaricate di effettuare lavori di tipo tecnico sulle varie questioni trattate.
Il Segretariato costituisce l’organo esecutivo e amministrativo dell’organizzazione. Il segretario generale è affiancato da due vice segretari, ognuno dei quali deve essere di nazionalità diversa. Uno dei due vice segretari lavora a Ginevra, mentre l’altro è negli uffici di Bruxelles. Lo staff del Segretariato è composto da circa 100 funzionari, assunti per tre anni con incarichi rinnovabili al massimo una sola volta.
Oltre ai due organi citati, l’Efta si è dotata di altre due istituzioni, l’Autorità giudiziaria e la Corte di giustizia. La prima svolge funzioni analoghe a quelle che ha la Commissione europea per l’Eu, vale a dire di controllo circa il rispetto dei trattati. Dal momento che l’Autorità e la Corte si occupano di regolare esclusivamente i rapporti dell’Efta con i paesi dell’Eu all’interno dell’Eea, la Svizzera – che non ha aderito all’Accordo dello spazio economico europeo – non ne fa parte.
Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera.