EUROMOS (Εὔρονος, "Υρωμος, Κύρωμος)
Città della Caria (odierna Ayakli), a NO di Mylasa e a metà strada tra questa e Eraclea al Latmo (Polib., xviii, 2 ss.; Strabo, xiv, 636, 658; Liv., xxxii, 33; xiv, 25; Plin., V, 109, dove è detta Eurome).
Fiorente già nel V sec. a. C., lo fu anche, a giudicare dalle rovine, in età romana. Situata al centro di una serie di borgate, come tante altre città carie, fu legata a Mylasa da una sympolitìa, ma restò città autonoma e battè moneta fino al II sec. d. C. La località, visitata e rilevata fino dal 1800, non è mai stata oggetto di scavi sistematici.
Le rovine più importanti sono costituite dai resti di un tempio ai piedi della montagna e fuori della cinta fortificata; si tratta di un grande periptero corinzio, esastilo con undici colonne di lato: restano in piedi un montante di porta e quindici colonne, delle quali quelle di SE sembrano non finite. Numerose colonne presentano a mezza altezza una iscrizione col nome del dedicante che interrompe le scanalature. Il tempio è databile ad età antonina; non si sa a chi era dedicato, anche se è stata proposta con verisimiglianza la identificazione con Zeus Euromeneus, del quale le monete riprodurrebbero la statua di culto (ma potrebbe trattarsi anche di un Dioniso). La dedica alla divinità eponima giustificherebbe l'importanza del tempio e la sua posizione davanti alle porte della città.
La città si stendeva nella pianura a N e possedeva mura, un teatro addossato alla collina e una agorà ancora perfettamente visibile, rettangolare (m 50 × 70), circondata da quattro portici dorici: sono ancora in situ numerosi rocchi di colonne lisce, specie quelle doppie, angolari, come a Mylasa; anche su di una di queste colonne, quella di SO, si conserva un'iscrizione. Sul lato settentrionale l'agorà è bordata anche da un portico esterno; ad O della agorà è visibile un edificio, probabilmente bizantino, sorto su di una precedente costruzione. Sarcofagi sono sparsi per la campagna.
Bibl.: Antiquities of Ionia, Londra 1831, I, p. 55, tavv. I-IV; A. de Laborde, Voyage en Asie Mineure, Parigi 1838, II, pp. 92-93, tavv. XLIX, 97; Ch. Fellows, An account of discoveries in Lycia, Londra 1840; G. F. A. Choiseul-Gouffier, Voyage pictoresque dans l'Empire Ottoman, Parigi 1842, tavv. 105-109; Bürchner, in Pauly-Wissowa, VI, i, 1907, cc. 1285-1286; A. Laumonier, Notes sur un voyage en Carie, in Revue Arch., 1933, II, pp. 31-55; L. Robert, ibid., 1935, II, p. 159 ss.; id., in Amer. Journal Archaeol., XXXIX, 1935, p. 337; A. Laumonier, Les cultes indigènes en Caria, Parigi 1958, pp. 164 ss.; L. Robert, Villes d'Asie Mineure, Parigi 1962, pp. 59-60.