EURISTEO (Εὐρυσϑεύς)
Figlio di Stenelo, nipote di Perseo. In seguito al responso dell'oracolo egli diviene, quale Perside nato primogenito per volere di Hera, re di Micene, Tirinto e Midea. Eracle, migliore e più forte, il quale avrebbe dovuto trarre vantaggio da quest'oracolo, deve mettersi al servizio del debole e vile Euristeo. Questi gli comanda le note dodici fatiche. In una di esse E. è solito comparire anche nell'arte figurata. Quando Eracle gli riporta vivo il cinghiale dell'Erimanto, egli si nasconde in un pìthos di bronzo, che si trova nel cortile del suo palazzo. Questo è uno dei temi preferiti dell'arte arcaica. All'infuori di uno scudo argivo e di un vaso laconico, la maggior parte delle rappresentazioni si trova su vasi attici a figure nere. In essi è rappresentato il pìthos che sporge dal terreno solo con l'attacco della spalla e con la bocca. Tutt'al più si vedono in esso la testa e le braccia sollevate in atto di difesa. Eracle si avanza col cinghiale sulle spalle, e spesso appoggia un piede sull'orlo del pìthos. Figure secondarie come quelle di Atena, Hermes, Iolao possono rendere più viva la scena. Questo tema è più raro su coppe decorate a figure rosse, fra cui la più importante è quella che si trova nel British Museum, firmata dal vasaio Euphronios. Per le iscrizioni che compaiono in una coppa di Oltos, le figure secondarie sono sicuramente identificabili col padre e con la madre di E. (Stenelo e Calliope).
Isolata è la rappresentazione di questa scena in una scultura a tutto tondo di un gruppo bronzeo da Delfi, il quale probabilmente era usato tettonicamente. Ugualmente tettonico è E. nel pìthos (qui messo in evidenza) in un frammento di tripode vulcente. Questa scena ricompare anche su metope; in epoca arcaica, su una metopa del santuario alla foce del Sele. Anche le metope classiche che presentano questo motivo (tempio di Zeus a Olimpia, fronte orientale del tempio sul Kolonos Agoraios ad Atene e una metopa da un tempio ignoto nei pressi di Cnosso) imitano gli esemplari arcaici.
Più tardi il tema diviene meno frequente. In età ellenistica esso ricorre isolatamente su specchi etruschi. Dell'epoca imperiale romana è una pittura murale di Ercolano, la quale riproduce le due figure principali nello schema arcaico, ma valendosi di nuovi elementi pittorici e prospettici. Nell'età imperiale romana la scena compare nel ciclo delle dodici fatiche di Eracle, come, ad esempio, sull'altare capitolino, sui sarcofagi di Eracle e nei mosaici. In questi monumenti la figura di E. nel pìthos viene rappresentata, in dimensioni minuscole, accanto a quella di Eracle.
Fanno parte a sé due hydrìai ioniche di Caere nelle quali si vede, eccezionalmente, E. che emerge fino alla vita dal pìthos, mentre Eracle si trascina dietro Cerbero. Evidentemente si tratta qui di una contaminazione con la scena del cinghiale. Infine, sulla facciata della basilica di San Marco a Venezia, è inserito un bassorilievo bizantino con la rappresentazione di Eracle con il cinghiale e di E. che emerge dal pìthos e una simile raffigurazione ricorre in due stoffe copte del IV-V sec. d. C. (Torino e Leningrado).
Bibl.: C. Robert, Griechische Heldensage, II 2, Berlino 1921, p. 447; id., Sarkophagreliefs, III, i, n. 106 ss.; O. Elia, Pitture del Museo Naz. di Napoli, Roma 1932, n. 114; S. Reinach, Rép. Peint., p. 192, 5; W. Klein, Euphronios, Vienna 1886, p. 86; J. D. Beazley, Red-fig., pp. 39, 66 e 214, ii; E. Kunze, Olympische Forschungen, II, Berlino 1950, p. 104; id., in Jahrbuch, XXXVII, 1922, tav. I - C. V. A., Louvre, 9, III, tav. 8 (616); P. Mingazzini, Vasi Castellani, Roma 1930, XXXX, n. 413. Metopa da Cnosso: N. Platon, A Guide to the Arch. Mus., Iraklion 1955. E. in tessuti copti: (Torino, Palazzo Madama) C. Albizzati, in Le Arti, IV, 1941-2, p. 82, t. XIX; (Leningrado) B. Boch, Stoffe copte, Mosca 1897, t. I. n. 3 (in russo); M. Mathieu, Stoffe copte, Mosca 1951, p. 98, n. 35, t. XVIII (3). Per le raffigurazioni di E. vedi elenchi in: P. Amandry, in Bull. Corr. Hell., LXVI-LXVII, 1942-3, p. 150 ss., tav. VIII; P. Zancani, Montuoro-U. Zanotti Bianco, Heraion alla foce del Sele, II (Il I° thesauros), Roma 1954, p. 199; (per raffigurazioni di E. su vasi: F. Brommer, Vasenlisten zur gr. Heldensage, Marburg 1956, pp. 27-32).