EURIPO (Εὔριπος, Eurīpus; A. T., 82-83)
Voce che in greco significa genericamente stretto, ma che per antonomasia si applicava alla sezione più angusta di quel canale (Mare Euboico), che divide l'isola di Eubea dalla terraferma. Questo canale è detto a NO. Canale di Atalante, a SE. Canale di Eretria; la strozzatura intermedia (στενά) è divisa in tre sezioni, delle quali una, la più settentrionale, è il vero e proprio Euripo; esso è largo oggi circa 30 m. e profondo 8, cosicché vi possono passare bastimenti a vapore. Ma si tratta di un allargamento dovuto all'opera dell'uomo, che ha fatto saltare uno scoglio, già esistente in mezzo allo stretto e coronato da un piccolo fortilizio veneziano e turco. L'Euripo era stato sbarrato da una diga da parte dei Calcidesi e dei Beoti già nel 411 a. C., di modo che non rimaneva libero che un angusto passaggio. Calcide così acquistava il controllo del Mare Eubeo; il ponte in legno primitivo al tempo di Alessandro era stato rinforzato da mura e torri, comprendendo nelle fortificazioni anche il monte Caneto (oggi Karababa) dalla parte del continente; sotto Giustiniano il ponte fisso fu sostituito da assi mobili, ridotti a ponte di nuovo sotto i Turchi; dalla fine del secolo XIX esiste un ponte mobile in ferro.
L'Euripo attrasse sin da poca remota l'attenzione degli antichi per le violente correnti che giornalmente vi si alternano in opposte direzioni, con la più grande irregolarità apparente, e che rendono assai pericolosa la navigazione; anche i vapori debbono infatti utilizzare, per il passaggio dello stretto, i pochi minuti di pausa che hanno luogo al momento dell'inversione della corrente. L'opinione, frequentemente espressa dagli antichi che tali correnti s'invertissero sette volte durante il giorno e altrettante durante la notte, non corrisponde peraltro al vero. Le indagini moderne hanno messo in luce che il fenomeno, molto complicato ma non ignoto anche in altri stretti e bracci di mare del Mediterraneo, risulta da una combinazione di correnti di marea e di movimenti affini alle sesse dei laghi; queste ultime notevoli soprattutto nel Canale di Eretria.
I Greci chiamarono Euripo anche altri quattro o cinque stretti, e il punto più angusto dei Dardanelli.
Per traslato i Romani usarono la parola ad indicare genericamente i canali, le fosse, i tubi che portavano l'acqua nelle case, nei giardini, ecc. Più propriamente essa designava il canale che Cesare scavò intorno all'arena del circo Massimo (v. circo), per proteggere gli spettatori dagli assalti delle belve. Quando il canale fu soppresso, il nome passò ai bacini d'acqua che ornavano la spina, e per estensione alla spina medesima. La stessa denominazione fu usata per il circo di Costantinopoli e per quelli di altre città.
Bibl.: Miaulis, Περὶ τῆς παλιρροίας τοῦ Εὐρίπον, Atene 1882, Philippson in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, col. 1281 segg.; D. Eginitis, Le problème de la marée de l'Euripe, in Ann. Observ. nat. d'Athènes, 1930.