EURIMEDONTE (Εύρυμέδων)
Antico nome del fiume Köprü Çay che nasce in Pisidia nei pressi di Timbriada, tra le montagne che si estendono a Ν dei laghi di Eğridir e Beyşehir, e attraversando la Panfilia sfocia nel Mar Mediterraneo presso Aspendos, città nella cui vita economica e sociale svolse un importante ruolo. Le numerose fonti scritte parlano dell'E. soprattutto in rapporto alla battaglia, che da esso prese il nome, avvenuta tra i Greci e i Persiani nel 467 a.C. o al suo corso inferiore e al porto di Aspendos sorto sulle sue rive.
L'immagine dell'E. personificato compare sul rovescio di monete bronzee delle zecche delle città di Timbriada e Aspendos, le prime coniate in età severiana e le seconde nel periodo tra Commodo e Gallieno. Soltanto nel caso di una moneta di Timbriada la sua identificazione è accertata dalla legenda τιμβριαδεων eypyme. In essa E. è raffigurato semisdraiato sul fianco sinistro con l’himàtion avvolto intorno alle gambe e ai fianchi, una canna palustre nella mano destra e tre pesci sotto la sua figura. Sulle altre monete E. è identificato per analogia iconografica, ma cambiano gli attributi (tridente, urna, palme). Nel 1977 in località Aksu, nell'İlce di Egridir, nel territorio dell'antica Timbriada, è stata trovata una statua maschile dedicata, come informa l'iscrizione incisa sul plinto, alla divinità fluviale dalla città sotto la cura di Aitalo.
La statua, in marmo di Dokimeion (alt. con plinto m 1,81), conservata nel museo di Isparta, proviene dal santuario del dio costruito all'imbocco della grotta nota come Zindan Mağarasi («grotta della prigione») e databile, sembra, agli inizi del II sec. d.C. E. è rappresentato stante, con il torso nudo, il mantello che gli si avvolge intorno ai fianchi e ricade con pieghe verticali dalla spalla sinistra, secondo uno schema che ricorda i tipi classici di Asclepio e di Zeus. Il dio è mostrato in sembianze giovanili, imberbe, con lunghi capelli cinti da benda, un piccolo corno - attributo delle divinità fluviali - sulla tempia sinistra e cornucopia sorretta dal braccio sinistro piegato. L'acqua che fuoriesce dalla brocca rovesciata, su cui poggia il suo piede destro, e il pesce raffigurato sulla roccia posta accanto al piede sinistro, simboleggiano l'abbondanza e la fertilità conseguenti allo scorrere delle sue acque. La statua è databile in età antonina, intorno al 150 d.C. Il busto in rilievo di E., rappresentato con barba e lunghi capelli, decora anche la chiave di volta dell'arco del ponte costruito sul fiume nei pressi del santuario, quasi contemporaneamente a quest'ultimo.
Bibl.: W. Ruge, in RE, VI, I, 1907, c. 1334, s.v. Eurymedon; H. Treidler, in KIPauly, II, 1967, p. 454 s., s.v. Eurymedon·, D. Kaya, The Sanctuary of the God Eurymedon at Tymbriada in Pisidia, in AnatSt, XXXV, 1985, p. 39 ss., tavv. IV-V; R. Vollkommer, in LIMO, IV, 1988, p. 105 s., s.v. Eurymedon III (con bibl. prec.).