EURIDICE (Εὐρυδίκη)
Eroina del mito greco, moglie di Orfeo (v.).
È nota la parte del mito relativa al tentativo di Orfeo di liberarla dall'Ade; l'arte antica si è occupata varie volte di questo tema, ma indubbiamente mai raggiunse un più alto livello formale ed espressivo che nel rilievo di ambiente fidiaco, noto in varie repliche, in cui è rappresentata la scena del distacco tra i due sposi: E. velata è il centro materiale e psicologico della scena, completata dalle figure di Orfeo e di Hermes. La figura ha una compostezza ed una dolorosa maestà che la inquadrano nel clima artistico dello scorcio del V sec. a. C.
In rilievi funebri di età romana e d'ambiente provinciale ritorna pure la figura di E. accanto allo sposo, ma, sia per lo stato di conservazione, sia per la povertà artistica, queste rappresentazioni non meritano un particolare rilievo né aggiungono nulla di nuovo alla formulazione della scena. Convenzionale è anche la figura di E. in quei vasi dell'Italia meridionale in cui è rappresentato Orfeo agli Inferi in atto di suonare la lyra per riscattare l'anima della sposa.
Merita menzione la pittura di una tomba ostiense in cui Orfeo si dirige verso la porta dell'Ade, sorvegliata da Cerbero, volgendosi a guardare E., che è rappresentata quasi in atto di orante. È una pittura piuttosto tarda, in cui il mito è narrato con la vivacità dell'arte popolaresca e le figure, spoglie di quel tragico pathos che è nel rilievo greco, sono divenute quasi aneddotiche.
È notevole che anche in monete di Hadrianopolis ritorni la rappresentazione di Orfeo, E. ed Hermes come nel celebre rilievo greco.
Bibl.: H. W. Stoll, in Roscher, I, s. v. Eurydike; Ziegler, in Pauly-Wissowa, XVIII, i, 1939, cc. 1268-1280, s. v. Orpheus (con bibl. dei varî monumenti); L. Curtius, Interpetrationen von sechs griech. Bildwerken, 1947, p. 83 s.