EURICLIDE (Εὐρυκλείδης, Euryclīdes)
Figlio di Micione, potente cittadino ateniese del demo di Cefisio, nato verso il 286 a. C. Rivestì l'arcontato, secondo il Beloch, nel 253-2 a. C.; fu ταμίας στρατιωτικῶν sotto l'arconte Diomedonte (anno incerto); pagò come suo fratello Micione la tassa di 200 dramme per la salvezza della città e la difesa del territorio. Da un decreto in suo onore (di poco posteriore al 229 a. C.) sappiamo che E. prese col fratello parte attivissima alla lilberazione di Atene dal dominio macedonico. Quando Cleomene mosse contro Sicione, e gli Ateniesi si mostravano proclivi ad aiutare Arato, ne furono distolti da E. e dal fratello (224 a. C.). Più tardi i due fratelli figurano a capo della loro città, ma vincolati specialmente a Tolomeo Filopatore (217-16 a. C.). Sotto l'arcontato di Archelao (circa 212-11 a. C.), promossero l'erezione di una statua in onore di Eumarida di Cidonia. Furono fatti avvelenare, si dice, da Filippo V intorno al 210 a. C.
Bibl.: J. Beloch, Griech. Gesch., IV, ii, Berlino 1927, p. 78 segg.; W. S. Ferguson, Hellenistic Athens, Londra 1911, p. 205.