Trias, Eugenio
Filosofo spagnolo (n. Barcellona 1942). Laureatosi in filosofia all’univ. di Barcellona nel 1964, proseguì gli studi a Madrid, Bonn e Colonia. Dal 1992 è prof. di estetica presso l’univ. Pompeu Fabra di Barcellona. Le sue principali opere sono: La filosofía y su sombra (1969); El artista y la ciudad (1976; trad. it. L’artista e la città); Tratado de la pasión (1981); La filosofía del futuro (1983); Lo bello y lo siniestro (1982); Los límites del mundo (1985); La aventura filosófica (1988); La edad del espíritu (1994); Pensar la religión (1997); La razón fronteriza (1999); Ética y condición humana (2000); Ciudad sobre ciudad (2001). Pur nel suo carattere eterogeneo e asistematico, tutta l’opera di T. – che si richiama esplicitamente a Platone, Hegel e Nietzsche, ma anche a Heidegger e a Wittgenstein quali suoi padri spirituali – può essere considerata come il tentativo di costruire, a fronte degli orientamenti decostruzionisti del pensiero contemporaneo, una metafisica o una filosofia del «limite» che, sola, può definire correttamente la posizione umana rispetto alle due dimensioni della trascendenza e della contingenza. Lungi dall’essere un concetto puramente negativo, una sorta di ‘semaforo rosso’ della riflessione, della conoscenza, del linguaggio, il concetto di limite quale luogo d’incontro tra trascendenza e immanenza denota, secondo T., la condizione ‘frontaliera’ dell’essere dell’uomo nel mondo, ma anche della ragione, che ha sempre a che fare con la propria «ombra», così come l’essere ha a che fare con il nulla. A partire da questa prospettiva si sviluppano le riflessioni più recenti di T. sull’etica, sulla società e sulla religione.