PINI, Eugenio
PINI, Eugenio. – Nacque a Livorno il 20 ottobre 1859, da Giuseppe, maestro di scherma, e da Gelsomina Bertini.
La conoscenza della scherma, unita a un carattere ribelle, erano valse a Giuseppe una breve, ma significativa carriera di soldato, durante la quale aveva avuto modo di distinguersi nella battaglia di Curtatone (1848), dove fu ferito e fatto prigioniero dagli austriaci. Deportato prima a Verona e poi a Theresienstadt (allora nella regione ceca facente parte dell’Impero austro-ungarico), fuggì rocambolescamente. Si distinse anche durante i tumulti del 1849 a Livorno, tanto da essere arrestato e condannato alla fucilazione, dalla quale riuscì poi a scampare.
Pini ereditò dal padre quel carattere irrequieto, focoso e irascibile che, fino all’adolescenza, lo portò a essere coinvolto in un gran numero di episodi di rissa e lotta, ma che, da adulto, ne costituì la sua migliore (e anche peggiore) sfaccettatura caratteriale. Fu proprio il padre – che nel 1858 aveva aperto a Livorno una propria sala – a poter seguire da vicino il figlio, a dargli una valida istruzione nella difesa personale e a introdurlo al maneggio delle armi, con il bastone e la spada.
Il debutto schermistico avvenne nel torneo di Bologna del 1873 riservato a maestri di scherma e amatori. Nell’occasione Pini, mentendo sull’età (dichiarando sedici anziché quattordici anni), partecipò al torneo e superò molti avversari più esperti di lui, classificandosi terzo.
Il primo duello con la sciabola – ne collezionò ben sei – avvenne con uno sconosciuto ventenne a Livorno, ma non se ne conoscono i motivi. Ciò gli valse una rubricazione tra i soggetti capaci di turbare la tranquillità cittadina: questa segnalazione determinò il suo arresto dopo un semplice schiamazzo pubblico. Uscito dal carcere senza procedimenti penali a carico, fu arruolato dal padre nel reggimento bersaglieri allo scopo di completarne l’educazione con la disciplina militare, non prima però di avergli fatto sostenere il prestigioso esame di maestro d’armi.
Il padre indisse un’accademia a Firenze, cioè una lezione pubblica con professionisti comprovati, nella quale il candidato si presentava per essere giudicato sulla base di concrete capacità tecniche. Pini fu esaminato nella spada e nella sciabola e divenne maestro d’armi tra la fine del 1877 e l’inizio del 1878. All’avvenimento erano presenti molti personaggi importanti della disciplina, fra i quali Aristodemo Bellincioni e i maestri Artimino Borelli, Ruggero Sanesi e Foresto Paoli nonché il barone siciliano Turillo di San Malato.
Il reggimento nel quale Pini prestò servizio era di stanza a Senigallia (Ancona); vi rimase alcuni mesi, quasi per intero trascorsi nei servizi o in punizione per vicende di rissa tutte dovute – a suo dire – a provocazioni e prepotenze. Nondimeno, poté fare una certa carriera, venendo nominato velocipedista per la durata delle manovre militari di addestramento, dopo le quali fu promosso caporale. Partecipò in seguito alle manovre militari in Sicilia, ottenendo una nuova promozione a caporale furiere e quindi fu rimandato al reggimento che, nel frattempo, da Senigallia era stato dislocato a Roma. Nella capitale frequentò la sala di Gaetano Emanuele di Villabianca, dove si confrontò con i migliori schermitori cittadini fra cui Carlo Pessina. In quel periodo sostenne vittorioso il terzo duello della sua carriera.
La morte improvvisa del padre, nel 1881, lo riportò a Livorno. Qui cominciò a esercitare la professione di maestro di scherma a tempo pieno, alternando qualche partecipazione annuale a tornei di prestigio come a Modena e a Lodi dove, durante un assalto con Pessina, rimase gravemente ferito all’uretra. Ricoverato per tre mesi, tornò a Livorno restando convalescente per un anno.
Nel 1884 partecipò al torneo di Torino, vincendo due medaglie d’oro e, nel 1886 a Firenze, si classificò secondo sia nella spada che nella sciabola: fu in questa occasione che, per la bravura e l’eleganza della sua scherma, si guadagnò dalla famiglia Savoia un ricco spadone con fornitura a gabbia. Organizzatore del torneo di Livorno, divenuto celebre negli anni, riuscì altresì a essere introdotto – come maestro di scherma – nel Servizio regio militare, presso l’Accademia e i collegi navali di Livorno, dove rimase dal 24 luglio 1887 al 31 dicembre 1891. Risale al 1888 la prima tournée professionistica oltre le Alpi, in Francia e in Belgio, durante la quale fu accompagnato dagli allievi Alfredo Delgas, Ernesto De Marinis, Rossi e Sestini. A Roma, nel 1889, si misurò con i migliori ed emergenti uomini della scherma italiana fra i quali Agesilao Greco, Masaniello Parise, Casella, Giroldini, Pagliuca, Magrini e Pessina. Nel frattempo i suoi nuovi allievi livornesi – Giovanni Ceselli e Giuseppe (detto Beppe) Nadi – si distinsero in tornei e accademie.
Nel 1891 fu invitato dal direttore del Cercle d’Escrime di Parigi, Adolphe Tavernier a prendere parte al torneo di marzo e per circa un mese affrontò quasi quotidianamente i principali schermitori francesi. Iniziò con il maestro Gaillard, quindi passò a Camille Prévost e infine a Louis Mérignac vincendo ogni confronto. Pini, che si presentò a ogni assalto vestito completamente di nero, fu soprannominato «le diable noir» soprattutto grazie al suo frenetico e mai visto gioco di attacco. A ottobre si spostò a Bruxelles per confrontarsi con i belgi e con Franco Vega concludendo con Alphonse Rue a Parigi. Vinse tutti gli assalti, tranne l’ultimo finito in parità.
In questo periodo sposò la concittadina Emma Broglio, dal matrimonio con la quale nacque la figlia Maria Violante.
Nel 1891 scrisse il suo primo trattato di scherma Lezioni collettive di spada e sciabola, per la Regia Accademia navale e tutti i collegi navali e, sotto lo pseudonimo di Portho, diede alle stampe una miscellanea di articoli italiani e francesi della cosiddetta «gita a Parigi» con resoconti dettagliati di tutti i suoi duelli. Nel frattempo, il 3 dicembre 1891 – grazie alla notorietà raggiunta e ai cospicui guadagni recati dalla carriera di schermitore professionista – si congedò dalle forze armate come maestro di III classe. Il successo ottenuto in quegli anni fu tale che, nel 1897, Escipion Ferretto gli propose di dirigere i corsi di scherma della Escuela de Gimnasia y Esgrima dell’esercito da lui stesso fondato nel settembre 1891 a Buenos Aires e, parallelamente, di dirigere la sala scherma del Jockey Club, il più esclusivo circolo della aristocrazia sociale e politica del Paese frequentato dai principali uomini di governo e dell’economia argentina.
Nello stesso anno affrontò Thomegaux nel suo quarto duello, ferendolo al labbro inferiore.
Prima di stabilirsi in Argentina, sostò all’Avana, dove Greco, anche lui schermitore professionista, lo sfidò a un duello con la pistola, concluso con una riconciliazione, dopo che il proiettile di Pini attraversò senza conseguenze la manica dell’avversario.
Stabilitosi con la famiglia a Buenos Aires nel 1898, il 30 aprile nei giardini di Villa Alvear consumò il suo quinto duello, contro De Marinis, per ingiuria, che si concluse con il ferimento grave di Pini al fianco destro. Il sesto e ultimo duello avvenne contro Athos di San Malato, concepito al solo scopo di far debuttare il giovane figlio del barone siciliano.
In Argentina, nel corso di tre anni, preparò un gruppo di allievi tecnicamente all’altezza degli europei – Raffaello Roque, Roque Piedracueva, Ernesto Carbone, Luigi Centenari e Aniceto Rodriguez – che nel 1901 compirono una tournée in Europa con discreto successo. La sua attività si estese anche al Cile, dove nel 1900 organizzò la Escuela militar de gimnasia y esgrima.
Nel 1903, tornato in Europa, si confrontò nuovamente con Rue e con l’astro nascente Alphonse Simone Kirchoffer, alla sala Wagram di Parigi. Dieci anni dopo si svolse il più celebre avvenimento mondano della storia della scherma: il 17 maggio 1913, le Nouveau Cercle d’Escrime di Parigi organizzò il singolare Gala Pini, per celebrare l’abbandono della pedana. Furono invitati tutti i più importanti personaggi della scherma d’Europa, il più giovane dei quali fu Nedo Nadi figlio di Giuseppe, grande amico di Pini, reduce dalla medaglia d’oro nel fioretto a Stoccolma.
Nel 1920 fu tra gli organizzatori del primo Comitato olimpico nazionale argentino e, con l’appoggio della Società sportiva e dei maestri di scherma argentini, fondò l’allora celebre Batallones escolares, di schermitori in tutto il Paese. Fu inoltre primo segretario generale della Federacion argentina de esgrima nel 1924, anno della sua fondazione, evento che servì a far partecipare i suoi schermitori alla Olimpiade dello stesso anno a Parigi e a parteciparvi come commissario generale per l’Argentina.
Intervenne solo come osservatore alle Olimpiadi poiché il maestro della nazionale ufficiale doveva essere, per regolamento, nativo dell’Argentina, clausola eliminata in occasione della X Olimpiade, quando fu nominato assessore nella commissione tecnica per la Federación, al fine di selezionare gli atleti da inviare alla competizione. In generale ebbe un ruolo chiave nel formare e selezionare gli schermitori argentini che avrebbero dovuto partecipare alle competizioni internazionali e con ogni probabilità anche i loro maestri.
Alla X Olimpiade di Los Angeles, nel 1932, portò sei atleti – due dei quali raggiunsero la fase finale nel fioretto, Roberto Larraz (che giunse settimo) e Angel Gorordo Palacios (decimo), mentre Raul Saucedo fu decimo nella spada – e per la quale pubblicò il resoconto nello stesso anno.
Morì in Argentina, a Mar del Plata, il 6 gennaio 1939.
Opere. Lezioni collettive di Spada e Sciabola ad uso della Regia Accademia Navale e dei Collegi Militari e Civili, secondo il metodo ufficiale della Regia Scuola Magistrale di Scherma, Milano 1891; Trattato pratico e teorico sulla scherma di spada, Livorno 1903; Tratado teorico practico de esgrima de espada. Con la colaboracion de su discipulo el profesor Domingo Bedonni, Barcelona-Buenos Aires 1905 (un best seller di scherma fino al 1931); Trattato di spada e sciabola, Milano 1931; Historia de la Esgrima Argentina en la X Olimpiada de Los Angeles, Buenos Aires 1932.
Fonti e Bibl.: Per l’attività militare si veda l’Annuario Ufficiale della Regia Marina, anno 1893 presso l’Archivio storico dell’Accademia navale.
La pubblicistica francese su Pini si può ricavare dal sito della Bibliothèque nationale de France (www.gallica.bnf.fr), mentre informazioni sulla scherma argentina sono rintracciabili nel sito della Federazione Argentina di scherma (www.esgrima-fae.com.ar, consultato il 22 maggio 2015).
J. Gelli, P. (E., maestro di scherma: notizie biografiche), Livorno 1904; Fra spade e sciabole. E. P.: la sua gita a Parigi i suoi trionfi la sua scuola, Siena 1891; oltre a questi, e più in generale, si veda anche: N. Nadi, Con la maschera e senza (Schermitori che ho incontrato sulla pedana), Milano 1931; J. Newton - L. de Newton, Historia del Jockey Club de Buenos Aires, Buenos Aires 1966; A. Nadi, The living sword. A Fencer’s autobiography, Sunrise (Flo.) 1995.