MEDEA, Eugenio
– Nacque a Varese il 4 ott. 1873 da Tranquillo e Bice De Vincenti, sorella dello psichiatra Angelo e figlia di una sorella di Serafino Biffi, altro illustre psichiatra milanese.
Rimasto presto orfano del padre, durante l’infanzia trascorsa a Milano frequentò con assiduità lo stabilimento sanitario Villa Antonini dove operava il prozio Biffi, nella cui abitazione, inoltre, alloggiò per alcuni periodi. La progressiva maturazione in un ambiente così peculiare, il precoce contatto con il mondo dei malati di mente, la conoscenza e la frequentazione dei maggiori esponenti della psichiatria italiana dell’Ottocento, tra i quali A. Verga, ne stimolarono presto l’interesse per la medicina e, in particolare, per la neuropatologia. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pavia, allievo del Collegio Ghislieri, iniziò fin dal 1891 a frequentare sia il laboratorio di istologia e patologia generale di C. Golgi sia la clinica neuropatologica: qui conobbe A. Raggi, allora professore di psichiatria, sotto la cui guida si laureò il 7 luglio 1897 discutendo una tesi che fu pubblicata l’anno successivo (Le forme psicopatiche a base neuroastenica (tesi di laurea), in Boll. clinico-scientifico della Poliambulanza di Milano, XI [1898], pp. 36-57, 65-100). Subito dopo, pur proseguendo la frequentazione del laboratorio di Golgi, entrò come «praticante assumibile» nell’ospedale Maggiore di Milano e pubblicò alcuni lavori in tema di clinica medica generale: L’impiego terapeutico dell’eroina, in Il Morgagni, XLI (1899), parte I, pp. 381-396; La lattofenina nel reumatismo poliarticolare acuto, in Boll. clinico-scientifico della Poliambulanza di Milano, XIII (1900), pp. 88-99; La patogenesi della malattia di Stokes-Adams. Osservazioni cliniche ed anatomo-patologiche, ibid., XV (1902), pp. 97-107. Successivamente, dopo aver trascorso, tra il 1902 e il 1903, un periodo di perfezionamento presso gli ospedali parigini Pitié e Salpêtrière, alla scuola di illustri neuropsichiatri (fra cui J. Babinski, J. Déjerine, P. Marie, V. Magnan), iniziò a orientare prevalentemente i suoi interessi di ricercatore nel vasto settore della patologia e della clinica del sistema nervoso.
Attivo sia nell’ospedale Maggiore sia presso il laboratorio di Golgi (ove aveva acquisito quella formazione patologica di base che lo guidò costantemente alla considerazione delle manifestazioni organiche anche nello studio delle neuropsicopatie), pubblicò interessanti osservazioni anatomopatologiche (Un caso di stenosi pura dell’arteria polmonare. Note cliniche e anatomo-patologiche, in Il Morgagni, XLVII, [1905], parte I, pp. 721-738; Contributo all’anatomia patologica della malattia ossea di Paget. Osservazioni, ibid., XLVIII [1906], pp. 338-356, in collab. con C. Da Fano), studiò le neuriti dal punto di vista clinico e anatomopatologico (Un caso di polineurite d’origine tossica probabilmente anilinica, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 2, XXXVI [1903], 7-8, pp. 375-380, in collab. con E. Gemelli; Un caso di polineurite d’origine tossica probabilmente anilinica. Osservazioni cliniche ed anatomopatologiche, in Boll. della Soc. medico-chirurgica di Pavia, 1903, n. 1, pp. 50-79, in collab. con lo stesso Gemelli), condusse indagini sperimentali sulla fibra nervosa in degenerazione sia con il metodo messo a punto da Golgi sia, avvalendosi dei consigli elargitigli da E. Veratti, con il metodo sperimentale di S. Ramón y Cajal (L’applicazione del nuovo metodo di S. Ramón y Cajal allo studio del sistema nervoso periferico (nella neurite parenchimatosa degenerativa sperimentale). Nota preventiva, ibid., 1905, n. 1, pp. 44-47, e in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XXXII [1906], pp. 325-354, 899-910; Contributo allo studio delle fini alterazioni della fibra nervosa (fenomeni de- e rigenerativi) nella nevrite parenchimatosa degenerativa sperimentale, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 2, XXXIX [1906], 4, pp. 206-211). I suoi iniziali contributi alla conoscenza delle neuropatie e della neuropsichiatria furono le osservazioni condotte sulle lesioni traumatiche dei nervi periferici (Contributo allo studio delle lesioni traumatiche dei nervi periferici (a proposito di 17 casi trattati chirurgicamente), in La Clinica chirurgica, XIV [1906], pp. 69-85, 160-173, 305-325, in collab. con B. Rossi) e sui rapporti tra alienazioni mentali e fenomeni nevritici (I fenomeni nevritici negli alienati e i fenomeni psicopatici nelle nevriti, in Annali di nevrologia, 1906, vol. 24, pp. 113-128).
Dopo aver tenuto nel 1904 un corso di lezioni dimostrative di neurologia clinica nell’ospedale Maggiore di Milano e aver ricoperto un incarico nel servizio neurologico ambulatoriale presso il padiglione meccanoterapico Ponti, il M., nel giugno 1906, conseguì l’abilitazione alla libera docenza in clinica delle malattie nervose e mentali. Vinto nello stesso anno il premio Parravicini per un soggiorno all’estero, frequentò a Berlino per oltre un anno la clinica psichiatrica di Th. Ziehen e neurologica di H. Oppenheim e visitò gli istituti specialistici di Monaco e di Vienna: poté in tal modo aprirsi ai nuovi orientamenti che stavano allora caratterizzando in Europa le discipline neuropsichiatriche. In costante collegamento con il mondo accademico sul piano della ricerca scientifica e su quello della didattica, fino al 1915 svolse un corso libero di neuropatologia presso l’Università di Pavia. Vinto nel 1913 il concorso per primario neurologo dell’ospedale Maggiore di Milano, assunse la direzione del nuovo padiglione Biffi, uno fra i primi reparti ospedalieri italiani di neuropsichiatria inaugurato l’anno precedente per volontà testamentaria di Antonio Biffi (morto nel 1908), fratello di Serafino.
Particolarmente interessato ai problemi dell’infanzia, segnatamente a quelli riguardanti l’assistenza e l’inserimento sociale dei bambini più svantaggiati, il M. nel 1911 fu presidente del comitato fondatore della scuola Rinnovata, alla Ghisolfa, alla periferia di Milano, sede dei primi esperimenti di applicazione di una nuova corrente pedagogica ispirata al metodo di Giuseppina Pizzigoni. Nel 1913 fondò e diresse il Comitato per lo studio dei problemi dell’assistenza ai fanciulli anormali e due anni più tardi contribuì attivamente alla realizzazione della scuola comunale per anormali psichici Zaccaria Treves.
Durante il conflitto mondiale, il M., arruolatosi volontario nel corpo sanitario, diresse i servizi ospedalieri per neurolesi, che fece ricoverare nel padiglione Biffi; partecipò inoltre con il grado di colonnello medico alle operazioni belliche sul fronte italiano con l’ospedale mobile Città di Milano, fondato da Baldo Rossi, e sul fronte alleato francese. Cessate le ostilità, con S. Borletti fondò ad Arosio l’Istituto dei grandi invalidi nervosi di guerra, del quale assunse la direzione.
Nel 1918 il M. operò la trasformazione del Comitato per lo studio dei problemi dell’assistenza ai fanciulli anormali nell’associazione Pro infanzia anormale (PIA), che realizzò una catena di scuole specializzate: la Treves-De Sanctis per anomali psichici, la Giulio Tarra per anomali dell’udito e della parola, la Gaetano Negri per motulesi, la Antonio Scarpa per ambliopici e minorati della vista, la Paolo e Larissa Pini per gli epilettici e un istituto all’aperto per bambini gracili. Costante fu poi la sua azione volta ad attribuire all’igiene mentale il ruolo di disciplina scientifica e a promuoverne l’opera sociale di prevenzione attiva; fu tra i fondatori, nel 1924, della Lega italiana di igiene mentale, della quale per diversi anni tenne la presidenza, deputata alla realizzazione e all’organizzazione di speciali centri e dispensari extraospedalieri, ritenuti indispensabili strumenti per la profilassi dei disturbi mentali e dei comportamenti di devianza sociale. Già titolare di un corso di clinica delle malattie nervose presso gli Istituti clinici di perfezionamento, nel 1929 il M. fu incaricato nell’Università di Milano dell’insegnamento di semeiotica delle malattie neurologiche nella facoltà di medicina e chirurgia, che resse fino al 1938.
Il M. portò validi contributi scientifici alla patologia e alla clinica neurologica, illustrati in numerosi articoli (fra cui: Lo stato dei nervi periferici nell’anemia letale, in Ospedale Maggiore. Riv. scientifica pratica, II [1907], pp. 575-591; Contributo allo studio anatomico e clinico della poliomielite anteriore subacuta degli adulti. Osservazioni e ricerche, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 2, XLI [1908], pp. 779-791; Lésions histologiques des nerfs périphériques dans les maladies mentales, in Archives de neurologie, 1908, vol. 2, pp. 308-329; Hématomyélie et myélite, in Encéphale, I [1909], pp. 441-467; Osservazioni cliniche e anatomo-patologiche intorno alla sclerosi a placche disseminate, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 2, LV [1922], pp. 275-286; Nuovo contributo allo studio dei tumori intrarachidici extramidollari con speciale riguardo alla loro operabilità, ibid., LVIII [1925], pp. 70-76; La malaria in neuropatologia, ibid., LXI [1928], pp. 670-678; Contributo alla diagnosi differenziale tra la meningite sierosa e il tumor cerebri, ibid., LXIV [1931], pp. 1253-1257; Nuovo contributo allo studio della mielosi funicolare (degenerazione pseudosistematica del midollo spinale), ibid., LXIX [1936], pp. 999-1007); una particolare menzione meritano le osservazioni sulla fisiopatologia del riflesso pupillare (Contributo allo studio della così detta reazione paradossa della pupilla, ibid., LXV [1932], pp. 1120-1126; Qualche osservazione sul contegno delle pupille in neuropatologia, ibid., s. 3, LXXVII [1943-44], pp. 599-606) e sull’encefalite epidemica, i cui casi più gravi decorrenti con sintomi coreoatetosici e parkinsoniani ritenne ascrivibili all’esistenza di un substrato organico di alterazioni anatomiche cerebrali (A proposito del così detto «trattamento bulgaro» del parkinsonismo post-encefalitico, ibid., s. 2, LXIX [1936], pp. 117-123).
Il M., la cui abilitazione alla libera docenza in clinica psichiatrica e neuropatologica era stata definitivamente confermata nel maggio 1929, fu chiamato da S. De Santis a condividere la direzione del rinato periodico Infanzia anormale, organo della PIA; nel 1933 gli fu affidata la trattazione del tema «Igiene mentale nella scuola» al congresso europeo della Lega di igiene mentale, tenutosi a Roma.
Fu presidente della Società lombarda di criminologia e del Gruppo milanese per l’educazione nuova, sorto a Milano nel 1947; aderì inoltre all’Associazione mondiale New Education Fellowship (NEF).
L’anno successivo trasformò la PIA nella Società italiana assistenza minorati in età evolutiva (SIAME), la cui attività dette l’avvio all’istituzione, a Roma e a Milano, dei primi consultori medico-psico-pedagogici ispirati al modello delle americane Child Guidance Clinics, alla discussione dei progetti di legge per l’assistenza medica ed educativa ai minori anormali, alla realizzazione a Milano di una fra le prime «Scuole per genitori», all’attivazione di una capillare propaganda regionale e nazionale in favore dei principî organizzativi dell’assistenza e dell’istruzione. Partecipò al dibattito sui vari problemi della assistenza psichiatrica, sulla necessità di procedere alla riforma della legge manicomiale del 1904, sugli aspetti criminologici e di difesa sociale della devianza minorile. L’incontro a Milano nel 1950, al primo congresso nazionale della SIAME, con l’associazione La nostra famiglia, un ente benefico per l’infanzia bisognosa fondato da don Luigi Monza, lo convinse della realizzabilità del progetto da tempo maturato dell’istituzione di un centro regionale di accoglienza per bambini in difficoltà, in quegli anni ancora rinchiusi in ospedali psichiatrici o in istituti non specializzati. Il 24 ott. 1966, presso l’istituto La nostra famiglia a Bosisio, concorse con il suo contributo personale alla fondazione del padiglione Bianca Medea per il riadattamento sociale, scolastico e lavorativo dei bambini epilettici; poco più tardi, grazie ancora ai suoi lasciti patrimoniali e all’attiva partecipazione della figlia Alba, nacque un padiglione per la rieducazione di minori spastici e discinetici.
Il M. si interessò vivamente ai problemi dell’igiene mentale, della quale sostenne la caratteristica decisamente sociale, recando il contributo delle sue concezioni e della sua esperienza: scrisse la prefazione al libro di L.S. Stelling Uomini contro la pazzia (La difesa della mente malata), Milano 1946, pp. 9-11, e vari articoli (fra cui: Il posto dell’igiene mentale nel progetto di riforma della legge 1904 sugli ospedali psichiatrici e sugli alienati, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 3, LXXIII [1939-40], pp. 45-48; Commento alla dichiarazione (Settlement) della commissione preparatoria internazionale al congresso mondiale d’igiene mentale di Londra, ibid., LXXXII [1949], pp. 185-191; L’importanza dell’igiene mentale in rapporto alla medicina sociale, in Minerva medica, XLIV [1953], pp. 1034 s.; L’importanza sociale dell’igiene mentale, ibid., XLV [1954], pp. 1653 s.; Sviluppo storico della Lega italiana di igiene e profilassi mentale, in Igiene mentale, I [1957], pp. 17-25; Che cos’è questa «igiene mentale»?, ibid., II [1958], pp. 313-324); nel 1956 a Verona, al terzo congresso nazionale di igiene mentale, aveva tenuto il discorso inaugurale sul tema delle nuove frontiere della disciplina (ibid., I [1957], pp. 36-50). Tra gli altri suoi scritti in tema di psichiatria e di assistenza psichiatrica, e di quella all’infanzia in particolare, meritano di essere ricordati: A proposito della nuova legislazione sulla criminalità minorile, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 2, LXVIII (1935), 1-2, pp. 128-136; A proposito del delinquente per tendenza, ibid., LXXV (1941-42), 1, pp. 353-365; La riforma della legge sugli ospedali psichiatrici nel pensiero del prof. E. M. presidente della Lega di igiene mentale, in Giorn. di psichiatria e di neuropatologia, LXXIX (1951), pp. 553-556; A proposito del progetto di riforma della legge 1904 sugli ospedali psichiatrici e gli alienati, in R. Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 3, LXXXV (1952), 1, pp. 56-64; A proposito dell’art. 314 del codice di procedura penale, ibid., LXXXVII (1954), 1-2, pp. 3-7; La riforma della legge vigente sugli ospedali psichiatrici (a proposito di un recente congresso), ibid., LXXXVIII (1955), 3, pp. 917-924; Ancora a proposito del delinquente per tendenza, ibid., XLII (1958), 3, pp. 461-467 e in Rass. di studi psichiatrici, XLVII (1958), pp. 251-256; La personalità di Giuseppe Stalin dal punto di vista psichiatrico (ovvero la paranoia dei dittatori), ibid., pp. 245-250; I delitti dei malati di mente e i provvedimenti per i dimessi dagli ospedali psichiatrici, in Igiene mentale, V (1961), pp. 106-110. Curò inoltre le rubriche «Profili di grandi medici. Come, dove, quando li ho conosciuti», e «Profili di illustri medici amici scomparsi. Come, quando, dove li ho conosciuti», pubblicate rispettivamente nel volume LV (1964) di Minerva medica (e in veste monografica a Torino nel 1966: Come, quando, dove li ho conosciuti. Profili di grandi medici), e in Archivio di psicologia neurologia e psichiatria, vol. 26, nn. 3-4: raccolte di interessanti saggi biografici di eminenti figure della neuropsichiatria e della medicina (tra le quali S. Biffi, S. De Santis, A. Murri, C. Golgi). Da ricordare ancora alcune sue brevi riflessioni non prive di vena polemica sulla opportunità e sul buon gusto di introdurre neologismi diagnostici e sui pericoli inerenti a una superficiale divulgazione medica (L’agalmatoremafobia (La paura della statua parlante), in Ist. lombardo di scienze e lettere. Rendiconti, s. 3, LXXXIV [1951], pp. 585-590 e in Archivio di psicologia neurologia e psichiatria, 1952, vol. 12, n. 1, pp. 75 s.; I pericoli della cultura medica in pillole, in Minerva medica, XLV [1954], p. 978).
Il M. morì a Milano il 14 genn. 1967.
Dal matrimonio con Bianca Pisani il M. aveva avuto l’unica figlia, Alba, storica dell’arte, che ne proseguì l’appassionata opera filantropica. Al M. nel 1986 fu intitolato l’Istituto scientifico Eugenio Medea.
Fonti e Bibl.: Necr., in Giorn. di psichiatria e neuropatologia, XCV (1967), pp. 173 s.; Infanzia anormale. Riv. di neuropsichiatria infantile, LXXIII (1967), pp. 5-8, L’Ospedale Maggiore, s. 3, III (1967), pp. 276-280; E. Medea, Congedo dai vecchi amici. Rievocazione a cura di F. Mancini Lapenna, Trieste 1967; M. Ceroni - F. Simonetti, Il contributo della scuola italiana alla semeiotica neurologica, in Joseph Babinski: nel centenario della descrizione del segno, Pavia 1996, pp. 48-56; G. Armocida, Serafino Biffi e i suoi nipoti Angelo De Vincenti e E. M.: una famiglia di neuropsichiatri tra Milano e Varese, in Riv. di storia della medicina, 2002, vol. 12, nn. 1-2, pp. 87-100; E. Zanarotti Tiranini, La luce nella mente: E. M., precursore della neuropsichiatria e riabilitazione infantile (1873-1967), Ponte Lambro 2004; G. Armocida, I nipoti varesini di Serafino Biffi: Angelo De Vincenti (1848-1913) e E. M. (1873-1967), in Riv. della Soc. storica varesina, 2005, n. 23, pp. 145-156.
G. Armocida