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TOGLIATTI, Eugenio Giuseppe

di Erika Luciano - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 95 (2019)
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TOGLIATTI, Eugenio Giuseppe

Erika Luciano

– Nacque a Orbassano il 3 novembre 1890 da Antonio e da Teresa Viale, primo di quattro fratelli: Tina, Enrico e Palmiro, futuro segretario del PCI.

Conseguita a Sondrio, nel 1908, la licenza della sezione fisico-matematica dell’istituto tecnico, frequentò il corso di laurea in matematica dell’Università di Torino, usufruendo di una borsa del Regio Collegio Carlo Alberto per gli studenti delle province e di un modesto stipendio come assistente straordinario di geometria analitica e proiettiva presso il Politecnico (nomina, questa, ricevuta nel 1911 quando era appena al terz’anno di studi).

Il periodo universitario fu centrale nella sua formazione culturale: a Torino Togliatti ebbe infatti maestri d’eccellenza (Corrado Segre, Guido Fubini, Gino Fano, Giuseppe Peano, Enrico D’Ovidio) e strinse rapporti di amicizia, destinati a durare per il resto della vita, con Alessandro Terracini e Gustavo Colonnetti. Si laureò con lode il 3 luglio 1912 discutendo una tesi intitolata Contributo alla determinazione delle superficie algebriche del 5° ordine con una o più serie infinite di coniche sotto la direzione di Corrado Segre, che avrebbe sempre considerato il suo venerato maestro e di cui – non a caso – avrebbe curato la pubblicazione del quarto volume delle Opere (Roma 1963).

Dal 1912 al 1924 Togliatti fu assistente di ruolo, contemporaneamente, all’Università e al Politecnico di Torino, presso le cattedre di Fano, D’Ovidio e Fubini. A questi gravosi impegni didattici – che gli consentirono però di mantenere agli studi i tre fratelli – accostò un’intensa attività scientifica, premiata dal conseguimento della libera docenza in geometria proiettiva e descrittiva nel 1917. Chiamato alle armi nel luglio del 1918, fu arruolato a Ivrea nel 54° reggimento di fanteria come soldato semplice, nonostante Fano si fosse prodigato per ottenere dal ministero della Guerra il suo congedo o almeno una licenza straordinaria.

Tornato a Torino, tenne il corso di geometria proiettiva e descrittiva dal 1919 al 1924 e, per incarico, quello di matematiche complementari (1923-24). Dal 1924 al 1926 fu professore straordinario di matematiche applicate all’Università di Zurigo. Risultato vincitore di un concorso a cattedra, nel 1926 si trasferì a Genova come ordinario di geometria analitica con elementi di proiettiva e geometria descrittiva con disegno. Avrebbe tenuto tale insegnamento ininterrottamente fino al collocamento a riposo nel 1961, con una sola interruzione fra il settembre del 1944 e l’aprile del 1945 quando, a seguito di un ordine di arresto della questura di Genova, fu costretto a darsi alla macchia insieme alla moglie Giulietta Nacamuli, già assistente volontaria all’Osservatorio ligure e perseguitata in quanto ebrea, e ai due figli Vittorio e Giovanna.

Come Francesco Severi, Alessandro Terracini e Beniamino Segre, Togliatti si formò alla scuola di Corrado Segre, che orientò decisamente i suoi studi verso la geometria proiettiva, con le sue naturali diramazioni algebriche e differenziali. Le sue prime ricerche, avviate nella tesi di laurea e sviluppate in alcune note lincee (1912-15), riguardarono le superfici algebriche luogo di coniche e gli valsero il premio Steiner dell’Accademia delle scienze di Berlino per il quinquennio 1909-14.

Nel campo della geometria proiettivo-differenziale, furono notevoli i suoi contributi sulle varietà tridimensionali dello spazio a cinque dimensioni le cui tangenti principali presentano delle coincidenze, quelli su alcune particolari varietà, analoghe alle rigate sviluppabili dello spazio ordinario, e gli studi sulle superfici iperspaziali che rappresentano equazioni di Laplace, ossia tali che le coordinate omogenee del loro punto generico, pensate come funzioni di due coordinate curvilinee, sono integrali linearmente indipendenti di un’equazione differenziale alle derivate parziali del secondo ordine lineare e omogenea.

Sul versante della geometria algebrica, Togliatti si occupò soprattutto del problema della determinazione del massimo numero di nodi che può possedere una superficie algebrica di ordine n dell’ordinario spazio proiettivo, arrivando a fornire la costruzione di una superficie del quinto ordine con 31 nodi, nota tuttora in letteratura come superficie di Togliatti (Una notevole superficie di 5º ordine con soli punti doppi isolati, in Festschrift Rudolf Füter, Zurigo 1940, pp. 127-132). Egli affrontò inoltre l’analoga questione per le ipersuperfici appartenenti a spazi di dimensione superiore, studiò i sistemi continui di superfici aventi un numero assegnato di singolarità isolate e le trasformazioni cremoniane, alle quali avrebbe dovuto dedicare una monografia del CNR, rimasta incompiuta. Alcuni suoi lavori riguardarono infine la geometria proiettiva degli iperspazi e in particolare i sistemi di reciprocità degeneri e le condizioni caratteristiche per l’equivalenza proiettiva di due fasci di quadriche in uno spazio proiettivo a n dimensioni.

La ricerca geometrica non esaurì comunque lo spettro di interessi culturali di Togliatti che ebbe spiccate doti di divulgatore, vividamente documentate dalle sue conferenze di Ginevra (1935), Milano (1955), Bari (1956) e Liegi (1961). In qualità di presidente nazionale della Mathesis (1957-59), di membro della Commissione italiana per l’insegnamento della matematica e del Consiglio superiore della pubblica istruzione (1958-66), egli si interessò pure di questioni metodologiche e didattiche, dedicando numerosi articoli al movimento di riforma dell’insegnamento della matematica di indirizzo bourbakista e ai temi della formazione degli insegnanti e della funzione dell’università nel mondo contemporaneo.

Fu tra i collaboratori dell’Enciclopedia italiana di Scienze, Lettere ed Arti, per la quale scrisse cinque voci tra il 1931 e il 1936 (costante (computo di costanti), XI, pp. 596 s.; curvatura, XII, pp. 171 s.; cuspide, ibid., p. 188; paradosso (paradossi matematici), XXVI, pp. 275-277; sperimentale, geometria, XXXII, pp. 337-339) e dell’Enciclopedia delle Matematiche elementari per la quale redasse tre saggi (Equazioni di 2º, 3º, 4º grado ed altre equazioni algebriche particolari..., I, Milano 1932, pp. 261-321; Massimi e minimi, II, Milano 1938, pp. 1-71; Geometria proiettiva, ibid., pp. 251-306), nonché cultore di storia della matematica e autore di profili biografici di illustri geometri (tra cui Luigi Cremona, Guido Castelnuovo, Corrado Segre, Giuseppe Veronese) e di saggi monografici sulla storia del π e sul programma di Erlangen.

Importanti riconoscimenti costellarono la carriera di Togliatti, che fu vicepresidente del Consiglio dell’Opera universitaria, preside della facoltà di scienze dell’Università di Genova (1931-63), direttore dell’Istituto matematico (1933-66) e dell’annessa biblioteca, oggi a lui intitolata, e professore emerito dal 1967. Fu inoltre socio dell’Unione matematica italiana fin dalla sua fondazione e per alcuni anni figurò nella sua commissione scientifica; fu accademico linceo (corrispondente dal 1957, nazionale dal 1968) e socio corrispondente dell’Accademia delle scienze di Torino e di quella ligure di scienze e lettere, di cui fu anche presidente per la classe di scienze fisiche, matematiche e naturali.

Morì a Genova il 5 ottobre 1977.

Fonti e Bibl.: Torino, Archivio storico dell’Università, fascicolo personale; Biblioteca di matematica Giuseppe Peano, Carte Terracini, Fondo archivistico privato (1948-53) e Fondo Corrispondenza (1948-64); Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Archivio storico, Togliatti a E. Amaldi, 25 marzo 1952, D. Graffi a Togliatti, 16 novembre 1959 ed E. Amaldi a Togliatti, 27 febbraio 1952; Cuneo, Archivio Giuseppe Peano, corrispondenza con G. Peano (1924-27); Firenze, Giardino di Archimede, Togliatti a F. Conforto, 18 novembre 1945.

A. Terracini, Ricordi di un matematico. Un sessantennio di vita universitaria, Roma 1968; È morto a Genova E. T. Coerenza e rigore nella sua vita di antifascista e di studioso. Telegrammi di Longo e Berlinguer, in l’Unità, 6 ottobre 1977; D.C. Demaria, E. G. T., in Atti dell’Accademia delle scienze di Torino, CXII (1978), pp. 367-370; D. Gallarati, Commemorazione, in Atti dell’Accademia ligure di scienze e lettere, XXXV (1978), pp. 72-78; Id., Necrologio, in Bollettino dell’Unione matematica italiana, V (1978), 15, pp. 490-493; E. Marchionna, Commemorazione, in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei, Rendiconti, classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, LXVI (1979), pp. 309-319; M. T. Rivolo, E. G. T., in La facoltà di scienze matematiche fisiche naturali di Torino 1848-1998, II, I docenti, a cura di C.S. Roero, Torino 1999, pp. 585-588; sulla vicenda dell’ordine di arresto e della fuga della famiglia Togliatti: Ricordando un poliziotto partigiano, in Polizia e Democrazia, novembre-dicembre 2002, http://www. poliziaedemocrazia.it/live/index.php?domain=archivio&action=articolo&idArticolo=368 (24 maggio 2019); sull’impegno politico di Togliatti negli anni Sessanta: M. Bompiani, 30 giugno, la lezione dell’ateneo, in La Repubblica, 26 giugno 2010; L. Giacardi, E. G. T., http://www.corradosegre.unito.it/togliatti.html (24 maggio 2019).

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    Enciclopedia on line
    Matematico (Orbassano 1890 - Genova 1977), fratello di Palmiro, prof. di matematiche applicate nell'univ. di Zurigo (1924-26), poi (dal 1926) di geometria nell'univ. di Genova; autore di notevoli studî di geometria proiettiva, sia nell'indirizzo algebrico sia in quello differenziale. Socio nazionale ...
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eugènia
eugenia eugènia s. f. [lat. scient. Eugenia, dal nome del principe Eugenio di Savoia (1663-1736)]. – Genere di piante mirtacee, con circa 800 specie, di cui parecchie danno frutti mangerecci, molto profumati, di largo consumo nel Brasile...
eugenìa
eugenia eugenìa s. f. [dal gr. εὐγένεια «buona stirpe», comp. di εὖ «bene1» e tema γεν- «generare»]. – Sinon., oggi poco com., di eugenica.
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