Vescovo di Cartagine dal 481 (m. Albi, Gallia, 505). Grandemente popolare per pietà e dottrina, fu il capo dell'episcopato cattolico nell'Africa dei Vandali. Partecipò al concilio del 484, convocato dal re Unnerico per sollecitare una pronta conversione dei cattolici all'arianesimo, e redasse per l'occasione la professione di fede cattolica. Nella persecuzione, fu esiliato; richiamato nel 487, ottenne che fossero riaperte le chiese cattoliche. Nel 498 Trasmondo lo esiliava in Gallia.