BOSA, Eugenio
Figlio minore di Antonio, nacque a Venezia il 15 sett. del 1807. Precocissimo, incominciò a lavorare, spinto dall'insegnamento del padre, come scultore e s'impose nel 1827 con un gruppo di ben quaranta busti giganteschi, mitologici e rurali, oggi dispersi, che andarono a decorare e ad animare il parco della villa dei conti Sabbatini presso Udine. Mentre lavorava ad altre statue di ispirazione neoclassica e collaborava con il padre, cominciò a dedicarsi alla pittura affermandovisi rapidamente.
Nel 1831 disegnò una serie di Costumi di Trieste che, incisi in ventitré tavole da C. Baxa, furono pubblicati a Venezia (Kier e Hopfner): quattro anni dopo vennero ristampati da Vallardi (Milano-Venezia) insieme a ventiquattro tavole di Costumi popolari veneziani. Il B. "col Bison divenne così il precursore di quei tanti disegnatori di costumi popolari delle nostre regioni che... trovarono abbondante lavoro... fino all'affermarsi della fotografia" (De Alisi).
La sua arte, dopo pochi esempi di soggetto religioso, sboccò in quella pittura di genere, faceta, curiosa, anche satirica, ricca di particolari estrosi che gli valse la qualifica di "Goldoni della pittura veneziana". Viaggiatori e capi di Stato stranieri, collezionisti italiani si rivolgevano a lui per un ricordo del folclore veneziano. Dipingeva anche ad acquerello e incise, ma più spesso faceva riprodurre, sue opere. Un'attività di illustratore di un'opera storica o di costumi è documentata da alcune figurine in costumi antichi incise dal Buttazon e firmate "Eug. Bosa dis." (De Alisi). Tra le sue opere si ricordano qui quelle esposte a Venezia sotto le procuratie di S. Marco dove venivano ammirate dai passanti ed esaltate dai giornali: Le perlere,Il pranzo sulla tolda (1838); La benedizione,Un vecchio affamato con due figli chiede la carità (1845); Mercato di rivendugliole,Baccanale al Lido,La pescheria (1846); Portatrice d'acqua,Il vecchio suonatore,L'estrazione del lotto nella piazzetta di S. Marco (1847; quest'ultima opera, conservata nel Museo Civico di Treviso, è stata riprodotta in una pubblicazione ad essa dedicata, edita a Venezia senza anno, con quattordici pagine di commento). Negli stessi anni esponeva anche a Trieste, alla Società triestina di Belle Arti: Marinai in riposo,Terno perduto,Terno guadagnato (1840); Povera vecchia (1841); Ritorno dalla pesca,Venezia (1842); Famiglie di pescatori (due dipinti, 1844); Pescherie di Venezia (1847). Il suo studio divenne un frequentatissimo ritrovo mondano e i suoi guadagni furono presto altissimi. Era anche un caricaturista e un illustratore pepato. Contento di sé, abbandonò l'arte a quarant'anni e per oltre venticinque si vantò di aver fatto "come Rossini". Fino all'avvento del Favretto e dei numerosi imitatori le sue opere furono molto ricercate.
Morì a Venezia il 3 ag. del 1875.
Opere sue sono a Venezia nella Galleria internazionale di Arte Moderna e al Museo Correr, nel Museo Civico di Padova, nel Civico Museo Revoltella di Trieste e in moltissime case private del Veneto.
Bibl.: Roma, Ist. della Encicl. Ital.: A. De Alisi, Le arti figurative nella Venezia Giulia, ms. (sec. XX), ad vocem;G.Lecomte, Venezia, Venezia 1844, pp. 286, 589; G.A. Moschini, Dell'incisione in Venezia, Venezia 1924, pp. 187, 191; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 384 (con prec. bibl.); Encicl. Ital., VII, p. 534.