AGNENI, Eugenio
Nato a Sutri il 26 genn. 1816 (non 1819 come è talvolta erroneamente riportato) da Luigi, nel 1831 si recò a Roma, dove studiò presso il bergamasco F. Coghetti (con il quale poi collaborò negli affreschi della cattedrale di Savona). Affermatosi presto come affreschista e decoratore, fu incaricato da Pio IX nel 1847 di decorare la sala del trono al Quirinale, e dipinse anche alcuni ritratti di pontefici nella riedificata basilica di San Paolo.
Della maggior parte delle sue opere romane di questo primo periodo - a Villa Torlonia, nella sala privata del demolito teatro di Tordinona, nella chiesa di Trinità dei Monti, a palazzo Madama, in casa Silvestrelli, nella distrutta chiesa della Trinità a Montecitorio (sedici episodi della vita di s. Vincenzo de' Paoli), ecc. - non vi è oggi più traccia.
Col grado di capitano fece parte nel 1848 della Guardia civica romana e nello stesso anno fu con la "Legione romana" nel Veneto, dove fu ferito in combattimento. Promosso maggiore, rientrò a Roma, ove ebbe il comando del 1° battaglione della "Legione". Nel 1849 fece parte dell'esercito della Repubblica romana, battendosi a Velletri e ricevendo il particolare elogio di Garibaldi. Caduta la Repubblica, esulò (con un salvacondotto dell'agente inglese a Roma) in Francia, ove riprese la sua attività di pittore. Nel 1852 fu incaricato della decorazione di alcune sale del Louvre; il lavoro rimase, però, interrotto dal suo arresto a causa dei suoi contatti con F. Orsini. Rilasciato, visse ancora per vari anni all'estero, specie a Londra, ove decorò una sala del Covent Garden Opera House e alcune sale di Buckingham Palace, e dipinse anche in varie case della nobiltà (a Londra espose alla Royal Academy nel 1859 e nel 1862). Di quest'epoca rimane il quadro Le ombre dei grandi uomini fiorentini protestano contro le invasioni straniere (Torino, Galleria d'arte moderna), esposto alla mostra di Genova del 1858.
Rientrato in Italia, combatté nel 1859 e nel 1866 con Garibaldi. Dal 1860 visse a Firenze, raggiungendo con la sua pittura una vasta notorietà. Nel 1867 fu uno dei promotori della spedizione di Mentana (era presidente del garibaldino Centro dell'emigrazione romana). Nel 1871 Si trasferì a Roma, dove il suo studio fu considerato tra i migliori. Morì a Frascati il 25 maggio 1879.
Di lui Mazzini scriveva il 18 dic. 1870, da Lugano, a Ernesto Nathan: "Pittore e influente nella città leonina, è amico mio: buonissimo, un po' corto" (Ediz. naz. degli scritti... di G. Mazzini, Epistolario, LVII, p. 191). Nella storia dell'arte, l'A. è ricordato soprattutto come affreschista di facile vena; unì all'abilità compositiva un particolare gusto per il ritratto, che lo rese celebre in Inghilterra e in Italia, specialmente tra l'aristocrazia fiorentina. Nel tema delle sue opere spesso non disgiunse dalla fantasia creatrice il forte sentimento patriottico, soprattutto nella ripresa di episodi storici cari al Risorgimento e in scene allegoriche della situazione italiana dell'epoca. Tra le sue opere esistenti in pubbliche raccolte è da ricordare I figli di Caino (Genova, Galleria d'arte moderna).
Nel Museo centrale del Risorgimento in Roma (Raccolta Nelson Gay) si conservano cinquantun lettere di Mattia Montecchi all'Agneni.
Bibl.: D. Martelli, in J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, Leipzig 1872, pp. 124-125; A. Graves, Royal Academy Exhibitors, London 1905, I, p. 14; M. Longarelli, Memorie di un pittore patriota, in Emporium, XLV (1907), pp. 65-67; O. B. Goretti, Discorso detto a Sutri il 20 sett. 1909, Civitavecchia 1909; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, p. 118; M. Soldati, Catalogo della Galleria d'arte moderna del Museo civico di Torino, Torino 1927, p. 85;E. Lavagnino, L'arte moderna, Torino 1956, p. 787; Perkins' Cyclopedia of Painters and Paintings, London 1888, p. 15; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, p. 10; A. Graves, Dict. of Artists, London 1895, p. 2; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p.101; A. M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori e incisori ital. moderni, I, Milano 1945, pp. 5-6; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura ital., I, p. 12.