YSAßE, Eugène
Violinista, direttore d'orchestra e compositore, nato a Liegi il 16 luglio 1858, morto a Bruxelles il 12 maggio 1931. Studiò il violino con L. Massart e l'armonia con M. Dupuy nella città nativa, e, dopo avere avuto alcune lezioni da H. Wieniawski fu per tre anni allievo di H. Vieuxtemps nella capitale belga. Risalgono ad allora i suoi primi giri artistici, coronati da successi memorabili. Fu poi, per un anno, violino solista dell'orchestra Bilse a Berlino e dal 1886 al 1897 insegnò nel conservatorio di Bruxelles. Nel frattempo fondò un quartetto e la società di concerti sinfonici intitolata al suo nome. Innumerevoli sono le peregrinazioni da lui compiute, sia come solista sia col pianista R. Pugno, in tutte le nazioni europee e anche in America, dove rimase quasi ininterrottamente dal 1918 al 1921 quale direttore dell'orchestra di Cincinnati. Al ritorno in patria riprese la direzione della propria orchestra, fino a quando, nel 1924, essa venne sciolta.
L'Y. va posto fra i più compiuti violinisti moderni per l'aristocratica grandiosità delle interpretazioni, sempre intensamente espressive e intimamente poetiche, per la tecnica smagliante e per la facoltà di graduare coloriti e stati d'animo con impercettibili trapassi; tanto che alcuni fra i maggiori compositori suoi contemporanei, quali C. Franck, G. Fauré, V. D'Indy, C. Debussy, gli dedicarono le loro più significative composizioni da camera. Anche come direttore d'orchestra ha contribuito alla diffusione della letteratura sinfonica franco-belga.
Di scarso valore invece, a giudizio dello stesso Y., le sue numerose composizioni inedite, fra cui figurano 6 Concerti per violino e orchestra. Più riuscite quelle pubblicate: Poema elegiaco; Rêve d'enfant; Chant d'hiver, Extase, Divertimento per violino e pianoforte, oltre a 6 Sonate per violino solo.
Bibl.: A. Moser, Geschichte des Violinspiels, Berlino 1923, p. 453 segg.; M. Pincherle, E. Y., in Feuillets d'histoire du violon, Parigi 1927, p. 81 segg.; C. Flesch, L'arte del violino, traduzione italiana di A. Curci, II, Napoli 1930, p. 223.