Bohm-Bawerk, Eugen von
Böhm-Bawerk, Eugen von Economista austriaco (Brno 1851 - Rattenberg-Kramsach 1914). Eminente studioso e funzionario pubblico, è considerato, insieme a C. Menger, il fondatore della scuola austriaca, di cui condivise la teoria dell’utilità marginale e dell’imputazione. Insegnò a Innsbruck (1881-89) e a Vienna (dal 1905). Collaborò alla riforma fiscale e alla conversione del debito pubblico e fu ministro delle Finanze (1893, 1897, 1900-04). Noto per la sua polemica con le tesi di Marx, dedicò un ampio studio alla teoria dell’interesse (Kapital und Kapitalzins, 3 voll., 1884, 1889, 1921). Spiegò che il saggio dell’interesse reale è positivo, perché i beni presenti sono valutati più dei beni futuri per tre ragioni: si prevede che il reddito cresca nel tempo e l’utilità marginale del reddito è decrescente; l’incertezza e la difficoltà di rinuncia portano a premiare il godimento immediato; la disponibilità di beni nel presente consente di adottare tecniche produttive indirette con investimenti di risorse a più lunga durata, che offrono migliori rendimenti. Delineò lo schema del processo economico, che parte dall’impiego di fattori originari (lavoro e risorse naturali) e giunge alla produzione di beni finali per stadi successivi d’impiego delle risorse originarie. Associò alle tecniche indirette, che chiedono un investimento più lungo, concentrato negli stadi intermedi, una più alta produttività. Definì il ‘periodo medio di produzione’, misurando l’intensità di capitale con la durata media dell’immobilizzo di risorse nel processo produttivo verticalmente integrato. La controversa nozione di periodo medio di produzione è stata criticata successivamente nella letteratura economica.