EUFEMIO (Εὐϕήμιος) di Costantinopoli
Patriarca di Costantinopoli dal 489 al 496. Proseguendo la politica intrapresa dal suo predecessore Fravitta, si adoperò per appianare lo scisma fra Roma e Costantinopoli verificatosi durante il patriarcato di Acacio (v.) a seguito dell'Enotico (editto di unione) emanato dall'imperatore Zenone per superare i contrasti fra monofisiti e cattolici, prescindendo dalle decisioni del consiglio di Calcedonia. A questo scopo E. radunò (492) a Costantinopoli un concilio, che confermò in pieno i decreti calcedonesi e i cui atti furono inviati a papa Felice. Ma questi e il il suo successore Gelasio posero come condizione, per riammettere E. in comunione, che il nome di Acacio fosse cancellato dai dittici (v. dittico), ciò che E. non credette di fare. L'imperatore Anastasio, successo a Zenone e partigiano del monofisismo, fece nel 496 deporre da un concilio E. che, inviato in esilio nello stesso anno, morì ad Ancira nel 515.
Bibl.: W. Macdonald Sinclair, in Dictionary of Christian Biography, II, Londra 1880, p. 292 segg.; J. Hefele e H. Leclerq, Histoire des conciles, II, ii, Parigi 1908, p. 937 segg.