EUESPERIDE (‛Εστερίς, ‛Εσπερίδες e Εὐεσπερίδες, Hesperis e Hesperides; poi Βερευίκη, Berenice, oggi Bengasi)
Era la più occidentale delle città della Pentapoli cirenaica, posta sul litorale, ove questo, da levante, comincia a incurvarsi per formare il golfo della grande Sirte. Nulla con precisione sappiamo della sua fondazione, che deve tuttavia essere posta nei tempi della prima colonizzazione greca della regione: certo esisteva già alla fine del sec. VI a. C. La tradizione poneva nelle sue adiacenze gli orti delle Esperidi, il fiume Lete e la palude Tritonia, nel cui mezzo, in un'isoletta, dice Strabone, si alzava un tempio di Afrodite: la palude deve essere con ogni probabilità identificata con la sebkha Ain Selmani: la città sorgeva sulla lingua di terra, detta Pseudopenias, che si protendeva fra la palude e il mare. Intorno al 462 a. C. Arcesilao IV, re di Cirene, vi condusse un nuovo nucleo di coloni. La città, posta in regione aperta e facilmente accessibile alle popolazioni nomadi del sud, ebbe spesso a difendersi dagli assalti di queste: era assediata da esse nel 413, quando, durante la guerra del Peloponneso, una flotta peloponnesiaca vi fu spinta dalla tempesta, e la liberò. Terminata quella guerra, i Messeni, cacciati da Naupatto dagli Spartani, vennero a dare incremento alla popolazione della città. La sua importanza e prosperità si accrebbero nel periodo tolemaico e romano. Tolomeo III Evergete, dopo averla ridotta in suo potere con la forza, ne mutò il nome in quello della sua sposa Berenice: e il nome nuovo, che tuttora esiste corrotto nel berbero Bernik, dato alla città da alcune tribù dell'interno, sostituì l'antico. Nucleo importante e fattivo della popolazione erano gli Ebrei, che formavano un loro proprio πολίτευμα con nove arconti (Corp. Inscr. Gr., 5361). Giustiniano ne ricostruì le mura, e fu fino in tarda età sede di vescovado.
La città di Bengasi, sorta nell'area di Euesperide per opera degli Arabi, ha fatto disperdere quasi ogni traccia della città antica: resti di costruzioni romane e oggetti sparsi, fra cui alcune statuette di Afrodite raccolte presso la sebkha Ain Selmani, furono rinvenuti in varî tempi; a sud-est dell'abitato, nella località della Mafluga, furono dopo l'occupazione italiana scavate varie tombe a camera, aperte nella roccia, con suppellettile di tarda età ellenistica e romana.
Bibl.: E. Ghislanzoni, in Not. arch. Min. Col., I, p. 71 segg.; v. bengasi; cirenaica.