EUDOSSIA Licinia (Εὐδοξία Λικινία)
Figlia dell'imperatore d'Oriente Teodosio II, nata nel 422 d. C. Sposata nel 437 a Valentiniano IlI, nominata augusta in Ravenna nel 439, passò a Roma nello stesso anno e ivi fondò la chiesa di S. Pietro in Vincoli, che da lei prese il nome di apostolorum tituli Eudoxiae. È del 449 una sua lettera greca rimasta sino a noi, diretta al padre, in seguito a una preghiera di S. Leone Magno, per intercedere a favore del vescovo di Costantinopoli, Flaviano, da quello deposto. Caduto ucciso il marito (17 marzo), il nuovo imperatore Petronio Massimo la obbligò a sposarlo e a concedere al figlio di lui Palladio la mano di una sua figlia. Per vendetta Eudossia, secondo una voce subito corsa, avrebbe chiamato in Italia il vandalo Genserico; tale diretto appello appare poco verosimile, ma certo è che Genserico non tardò a sbarcare in Italia, e ad entrare in Roma, che saccheggiò, per ritirarsi conducendo prigioniera in Africa E. con le figlie. Verso il 462, dopo sette anni di prigionia, E. e la figlia Placidia furono riconsegnate all'imperatore d'Oriente. Abbiamo ancora una notizia sul suo soggiorno a Costantinopoli: poi null'altro sappiamo di lei.
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 925-26; E. Stein, Gesch. d. spätrömischen Reiches, Vienna 1928.