EUDOCIA (Εὐδοκία) Augusta
Moglie di Teodosio II, imperatore d'Oriente, nata ad Atene circa il 402, morta a Gerusalemme nel 460. Figlia di un professore di filosofia pagano, Leonzio, alla morte del padre, chiese protezione a Pulcheria, sorella di Teodosio. La sua bellezza e la sua cultura fecero profonda impressione a corte: il 7 giugno 421 andò sposa a Teodosio, dopo aver ricevuto il battesimo e cambiato il suo nome Atenaide in quello di Elia Eudocia. Nel 422 ebbe una figlia, Eudossia, poi sposa di Valentiniano III; nel 423 fu nominata Augusta. A poco a poco la sua autorità crebbe sino a offuscare quella di Pulcheria. Entrata ormai nello spirito della corte bizantina, partecipò vivamente alle lotte monofisite, sostenendo Nestorio contro Cirillo, protetto invece da Pulcheria. Nel 438 si recò in pellegrinaggio a Gerusalemme. Al ritorno, E. ci appare completamente arbitra della situazione; essa ha l'aiuto di Ciro di Panopoli, dell'eunuco Crisafio, e del magister officiorum Paolino. Ma l'accusa, pare falsa, di una relazione illecita con Paolino la fece cadere in disgrazia. Nel 442 si recò in esilio a Gerusalemme, dove seguitò, anche dopo il concilio di Calcedonia (450), a difendere con tutti i mezzi i monofisiti, e solo nel 456 si decise ad abbandonarne la causa.
La produzione poetica di E., di scarso pregio letterario, è interessante documento della sua cultura. Sempre nello stesso metro eroico e con lo stesso stile di pedantesca imitazione omerica, E. scrisse: un poemetto in onore di Teodosio, per celebrare una vittoria sui Persiani; le Lodi di Antiochia, discorso letto davanti al senato antiocheno nel suo primo viaggio a Gerusalemme; traduzioni dell'Ottateuco e delle profezie di Zaccaria e Daniele. A noi resta solo gran parte del poemetto sul Martirio di S. Cipriano, in tre libri, riduzione in esametri della Confessio Cypriani (frammenti e testimonianze in A. Ludwich, Eudocia Augusta, Proclus Lycius, ecc., Lipsia 1897).
Bibl.: F. Gregorovius, Athenais, Lipsia 1881; Ch. Diehl, Figures byzantines, Parigi 1906; G. L. Arvanitakis, Αἱ δύο Εὐδοκία, Cairo 1907. Per la sua partecipazione alle lotte religiose si vedano anche le storie generali di quel periodo di storia ecclesiastica.