EUCHEIR (Εὔχειρ, Euchir)
4°. - Scultore ateniese. Appose la propria firma in una base di Dionysodoros di Carilao, epigrafe da Megara databile alla metà del II sec. (Loewy, I. G. B., 222) e si firmò con il figlio Euboulides 4° in molte altre della stessa epoca (Loewy, I. G. B., 223-227). Le sue opere che possiamo dedurre da queste epigrafi, con due firme in Atene e specialmente nell'Agorà, dovevano rappresentare: un Milziade figlio di Zoilo, da Maratona, che è onorato in un decreto databile verso il 150 a. C., una sacerdotessa di Atena, una statua onoraria non meglio determinata. E. ed Euboulides hanno lavorato anche ad Eleusi (I. G., ii2, 4296) ed in Eubea (I. G., xii, fasc. ix, 140), dove sono state trovate epigrafi con i loro nomi. Probabilmente è questo E. che è nominato come hieromnèmon in una lista, a Delfi, del 170 circa (Loewy, I. G. B., 544; Overbeck, 2241) in cui è detto figlio di Euboulides, cioè di Euboulides 3°. A questo o al precedente si deve attribuire la statua di Hermes del Feneo nominata da Pausania (viii, 14, 10) e raffigurata in alcune monete bronzee imperiali romane del Feneo: il dio è rappresentato stante, ignudo, con una clamide che ricade sul braccio sinistro, con la destra abbassata che regge una borsa e con il caduceo nella sinistra; lo schema risale allo Hermes prassitelico, di cui la statua di E. sarebbe una rielaborazione. Plinio (Nat. hist., xxxiv, 91) nomina un E., forse da riconoscere in questo, tra quelli che fecero figure di atleti, di armati, di cacciatori, di sacrificanti.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, XI, Lipsia 1915, p. 70 ss.; G. Dickins, Hellenistic Sculpture, Oxford 1920, p. 58; G. Becatti, in Riv. Ist. Arch. St. Arte, VII, 1940, p. 15.