EUBULEO (Εὐβουλεύς)
Personaggio mitico del ciclo eleusinio; il posto che vi occupa è però piuttosto secondario: mentre custodisce una mandria di porci, assiste involontariamente al ratto di Persefone ed è ingoiato nella voragine che si apre sotto il carro del dio. Nelle feste Tesmoforie vi era l'uso di gettare maialetti vivi nella grotta che si trovava ad Eleusi dietro il Ploutonion e di andarne a raccogliere i resti qualche tempo dopo per disseminarli sui campi. Dal rito appare evidente che E. è una divinità naturistica, da cui si sperava la fecondità dei campi, oscuratasi poi dinanzi alla coppia di Hades e Persefone.
Il tipo iconografico di E., mancando scritte esplicative, non ha potuto essere determinato con sufficiente grado di probabilità che due sole volte. Una prima volta sulla magnifica hydria di Cuma, attualmente a Leningrado: E. appare, fra le altre divinità eleusinie, con una spiga nella sinistra ed un porcellino nella destra. Una seconda volta su una lèkythos attica, anche qui con l'attributo del porcellino. In ambedue i casi la posa, come di persona sicura di sé, esclude che si tratti di un offerente. I vasi appartengono entrambi al IV sec. a. C.
Viceversa è dubbio (o almeno non è provato) se la denominazione di E. debba essere assegnata alla bellissima testa, rinvenuta ad Eleusi (note anche alcune repliche) d'intonazione e fors'anche di mano prassitelica, di un giovine dallo sguardo pensoso; denominazione che pure ha avuto grande fortuna.
Bibl.: Per il mito: Jessen, in Pauly-Wissowa, VI, 1909, c. 864 ss., s. v. Eubuleus, . 6; Stoll, in Roscher, I, c. 1397, s. v. Eubuleus. Per il tipo iconografico: Mau-Mercklin-Matz, Katalog der Bibliothek des deutschen arch. Inst. in Rom, II, i (Kunst), pp. 148-149; A. Furtwängler, Gr. Vasenmalerei, II, testo a tav. 70; G. E. Rizzo, Prassitele, Roma 1932, pp. 103-108.