VERGA, Ettore
VERGA, Ettore. – Nato l’8 giugno 1867 a Perugia da Napoleone e da Adele Torelli, con la famiglia si trasferì all’età di dieci anni a Milano, dove il padre, pittore e litografo di buona fama, fu nominato socio residente dell’Accademia di belle arti di Brera nel 1878.
Studiò presso la regia Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove si laureò in lettere nel 1890 con una tesi storico-letteraria che diede alle stampe due anni dopo (Saggio di studi su Bernardo Bellincioni poeta cortigiano di Ludovico il Moro, Milano 1892). Ancora studente iniziò a frequentare l’Archivio storico del Comune di Milano, allora diretto da Gentile Pagani, di cui presto divenne assistente. Al pensionamento di Pagani, nel 1896, gli succedette nella responsabilità dell’istituto, dapprima solo in via provvisoria, quindi in via definitiva dal 1899.
Nel 1901 il Comune affidò a Verga il compito di studiare la storia e gli elementi di diritto di una secolare controversia cittadina (La controversia tra il Municipio di Milano e la Camera di commercio intorno alla proprietà della piazza Mercanti e del portico del Palazzo della Ragione (1481-1880), Milano 1900). Nel 1902 attese al delicato compito di trasferire le carte civiche dalla vecchia sede presso la chiesa sconsacrata di S. Carpoforo in Brera alla nuova sede nel Castello Sforzesco.
In quegli stessi anni di iniziale impegno per il Comune, Verga prese a pubblicare, in particolare sulle pagine della rivista della Società storica lombarda, i suoi primi studi dedicati alla storia economica e alle istituzioni milanesi, tra i quali segnatamente Le leggi suntuarie milanesi. Gli statuti del 1396 e del 1498 (in Archivio storico lombardo, XXV (1898), 9, pp. 5-79). Tra le prime iniziative portate a compimento in veste di direttore dell’Archivio storico vi fu la creazione della Raccolta cartografica e topografica di Milano, oggi divisa tra diverse istituzioni civiche, comprendente documenti e piante raffiguranti lo sviluppo della città. Iniziata nel 1901, in occasione dell’allestimento di una mostra curata dallo stesso Verga per il IV Congresso geografico italiano (Catalogo della esposizione cartografica retrospettiva, Milano 1901), la raccolta andò presto arricchendosi anche di dipinti e incisioni artistiche; nel 1924 alla sezione iconografica Verga avrebbe dedicato uno specifico catalogo, soffermandosi sulle testimonianze relative ai principali monumenti così come sulle rappresentazioni della vita quotidiana dei milanesi (Milano vecchia. Mostra iconografica dell’Archivio storico civico nel Castello Sforzesco, Milano 1924). Della raccolta faceva parte anche una pianta a stampa di Milano del 1801 con note manoscritte (ora a Milano, Civica raccolta di stampe A. Bertarelli, P.V. f.s. Pinchetti 1801) in cui Verga ebbe la sagacia di riconoscere per primo la rappresentazione grafica del piano regolatore della città che la Commissione d’ornato aveva presentato a Napoleone nel 1807 (Un piano regolatore della città di Milano nel 1807, Milano s.d., pp. 6-10).
Nel 1902 Verga incoraggiò il deposito presso l’Archivio storico civico delle carte antiche conservate dalla Camera di commercio di Milano, sulla cui storia poi avrebbe pubblicato uno specifico contributo a seguito dell’incarico ricevuto (La Camera dei mercanti nei secoli passati, aggiunto un saggio sul palazzo dei giureconsulti, dell’ing. Piero Bellini, Milano 1914).
Un capitolo fondamentale dell’attività di Verga si aprì nel 1905 con la costituzione della Raccolta vinciana, a seguito dell’appello lanciato da Luca Beltrami in articolo pubblicato sul Corriere della sera del 28 dicembre 1904, in cui si sollecitava la creazione presso l’Archivio storico civico di un centro di raccolta di quanto pubblicato in Italia e all’estero intorno alla figura e all’opera di Leonardo da Vinci. Si deve all’impegno di Verga il felice esito dell’attività di ordinamento dei materiali, che giunsero copiosi da studiosi e collezionisti, così come la curatela del bollettino Raccolta vinciana. Sul fascicolo d’esordio firmò il primo di una lunga serie di contributi dedicati alle fonti su Leonardo (Intorno alla donazione dei codici di Leonardo, fatta da Galeazzo Arconati alla Biblioteca Ambrosiana (1637), in Raccolta vinciana, I (1905), pp. 59-66). Grande fu sin dall’inizio l’impegno di Verga per la Raccolta vinciana, alla quale riconobbe, accanto allo scopo pratico di centro di documentazione, anche lo scopo morale di creare un «permanente e proficuo legame fra i cultori di Leonardo da Vinci» (La “Raccolta Vinciana” presso l’Archivio storico del Comune di Milano (1905-1919), in Archivio di storia della scienza, I (1920), pp. 324-329). Tenendo fede alla promessa contenuta nel primo numero del bollettino, si dedicò alla preparazione di una bibliografia generale relativa a Leonardo, la cui pubblicazione, annunciata come imminente già nel 1920, sarebbe avvenuta postuma solo nel 1931 sotto gli auspici della Regia Commissione vinciana (Bibliografia vinciana 1493-1930, Bologna 1931); dal 1906 al 1919 curò la pubblicazione di trecento testimonianze documentarie in forma di regesto, impresa che fu motivo di una celebre polemica con Beltrami, a sua volta autore di Documenti e memorie riguardanti la vita e le opere di Leonardo da Vinci (Milano 1919).
Nel 1912, in qualità di direttore dell’Archivio storico, ai sensi dal Regolamento del Castello Sforzesco, Verga fu nominato direttore anche del Museo civico del Risorgimento; conservò la direzione del museo fino al 1925, quando gli subentrò lo storico del Risorgimento Antonio Monti.
Parallelamente agli impegni per il Comune di Milano Verga svolse una significativa attività di studio e sistemazione di altri importanti archivi cittadini. In particolare nel 1902 gli venne per primo affidato l’incarico di riordinare l’Archivio della Fabbrica del duomo (L’Archivio della Fabbrica del Duomo di Milano riordinato e descritto dal D.r E. Verga, Milano 1908); nel 1911 fu altresì incaricato dal Consiglio degli orfanotrofi della sistemazione degli archivi della famiglia Trivulzio e degli antichi istituti per la cura dei vecchi e degli orfani (Le origini degli ospizi pei pellegrini, in Archivio storico lombardo, XXXVIII (1911), 15, pp. 380-383). Nelle attività di sistemazione degli archivi affidatigli, Verga cercò sempre nel possibile di rispettare la fisionomia del singolo complesso documentario, in coerenza con quel metodo storico che, sostenuto a Milano anche dal direttore dell’Archivio di Stato, Luigi Fumi, incoraggiava gli archivisti a evitare lo scompaginamento dei fondi antichi in applicazione di metodi di rigida classificazione di ispirazione illuminista.
Nel partecipare alla stesura del nuovo regolamento del Comune di Milano (Regolamento per l’archivio civico amministrativo, Milano 1927), Verga sostenne coerentemente il principio dell’unità organica degli archivi pubblici, con il corollario fondamentale dell’imperativo a resistere alla tentazione di stralciare singoli documenti dalle serie naturali per incrementare collezioni speciali. A questa sua convinta adesione al principio dell’unità dell’archivio, Verga diede espressione nella relazione tenuta ad Aosta nel 1928 al XXI Congresso storico subalpino (Relazione del dott. Ettore Verga, in Milano, ACMi, Protocollo generale, 2644, 1928).
Sul versante degli studi non strettamente legati alle fonti archivistiche, ma comunque connessi all’approfondimento della storia milanese, Verga allestì, dandola alle stampe nel 1921, la prima traduzione italiana del De magnalibus Mediolani di Bonvesin da la Riva, il cui testo completo, in una copia milanese degli inizi del XV secolo, era stato scoperto casualmente solo nel 1894 da Francesco Novati. Alla sua traduzione, rimasta l’unica disponibile fino a quella di Angelo Paredi del 1967, Verga premise una lunga introduzione nella quale tratteggiò la figura di Bonvesin, illustrandone l’attività letteraria in volgare e in latino, in un racconto in cui espresse una vivacità narrativa che fu sempre tratto saliente del suo stile, lo stesso della fortunata Storia della vita milanese (Milano 1909).
Socio e bibliotecario della Società storica lombarda, Verga collaborò alla rivista sociale, pubblicando negli anni più di sessanta articoli, guadagnando la reputazione di «studioso profondo e instancabile, ricercatore sagace, illustratore geniale di documenti» (S[antoro], 1930, p. 390); della stessa fu nominato consigliere di presidenza nel 1916 e socio benemerito nel giugno del 1930, a pochi mesi dalla morte. Segretario della commissione incaricata di identificare e valutare i monumenti degni di tutela presenti nel territorio dei comuni da poco annessi a Milano, Verga tenne presso la sede della Società un’apprezzata relazione conclusiva (Relazione della Commissione incaricata di segnalare i monumenti di carattere storico ed artistico esistenti nel territorio dei comuni annessi nel 1923 alla Città di Milano, in Archivio storico lombardo, LII (1925), pp. 464-496).
Tra i numerosi incarichi e riconoscimenti ricevuti vanno ricordati quello di socio corrispondente dell’Istituto lombardo di scienze e lettere, di membro della Commissione reale vinciana, della regia Commissione araldica lombarda, della regia Deputazione di storia patria per le antiche provincie di Lombardia. Nel 1906 fu creato cavaliere e nel 1920 ufficiale della Corona d’Italia.
Collocato a riposo nel 1929 dall’ufficio di direttore dell’Archivio storico civico, fu sostituito da Caterina Santoro, sua assistente dal 1921. Morì celibe il 10 ottobre 1930 a Milano.
Nel 1931 a Milano uscì postuma l’edizione della sua bibliografia generale vinciana, così come l’edizione ‘completamente rifatta’ della Storia della vita milanese del 1909 con il titolo di Storia di Milano. Nel corso dello stesso anno uscì anche il volume che un gruppo di studiosi aveva inteso dedicargli in vita quale manifestazione di stima e affetto (Miscellanea..., 1931, p. XIV). Al volume furono premesse una cronologia e una bibliografia delle opere, ancor oggi riferimento prezioso per la ricostruzione della sua biografia professionale e scientifica (pp. XVI-XXXVIII).
Fonti e Bibl.: A. Giulini, Necrologio del S.C. dott. E. V. pronunciato dal S.C. Conte Alessandro Giulini nell’adunanza 6 novembre 1930, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, LXIII (1930), 16, pp. 1 s.; C. S[antoro], Necrologio [di E. V.], in Archivio storico lombardo, LVII (1930), p. 390; C. Santoro, Bibliografia degli scritti di Ettore Verga, in Miscellanea di studi lombardi in onore di E. V., Milano 1931, pp. XXIII-XXXIX; N. Crepas, La storia dell’economia milanese nelle carte della Camera di commercio, in Guida agli archivi della Camera di commercio di Milano, Milano 1998, pp. 101-128; I. Riboli, Tra Archivio municipale e Società storica lombarda: il caso esemplare di E. V., in Volti e memorie: i 125 anni della Società storica lombarda (catal.), a cura di C. Mozzarelli, Milano 1999, pp. 209-211; Milano e l’Accademia scientifico-letteraria, a cura di G. Barbarisi - E. Decleva - S. Morgana, I-II, Milano 2001, p. 1115; Il fondo di carte e libri “Raccolta Beltrami” nella Biblioteca d’arte del Castello sforzesco di Milano, a cura di A. Bellini, con indice analitico, I-II, Milano, 2006; M. Fumagalli, La nascita di «Raccolta Vinciana» e i suoi protagonisti: Luca Beltrami ed E. V., in Percorsi di critica. Un archivio per le riviste d’arte in Italia dell’Ottocento e del Novecento, a cura di R. Cioffi - A. Rovetta, Milano 2007, pp. 317-332; E. Villata, Un dono per Milano, in Intorno a Leonardo. Rarità dell’Ente Raccolta Vinciana al Castello Sforzesco (catal.), Milano 2013, pp. 11-26; G. Taccola, Raccogliere, ordinare ed esporre nei musei storici. Le fonti sulla Grande guerra nel Museo del Risorgimento di Milano tra storia culturale e Archival Turn (1915-1943), tesi di dottorato, Università degli studi di Milano, a.a. 2016-17.